Gassoso Greg,
come s’usa dire dalle parti dell’ Indiana, mia moglie Donalda ” E’ andata oltre l’escremento dell’elefante, che è già un bel fare”.
A ieri pomeriggio, i fantasmi adottati dalla mia metà ammontano a dodici.
Forse è stata la morte, violenta e innaturale, di suo fratello Duke, rafforzata dal fatto che, tra i ciuffi dei capelli grigi e ricci del morto stecchito, l’addetto delle pompe funebri abbia trovato un picchio intento a trapanargli il cranio. Il dodicesimo fantasma si chiama Rebecca e si spinge spesso oltre i confini della buona educazione.
Srotola in continuazione, e senza un apparente bisogno, rotoli di carta igienica nel bagnetto degli ospiti e disegna improbabili falli sul ricco damasco giallo della camera dorata. Rebecca coltiva poi una stravagante mania: quella di conferire parola alle finiture in nichel, che diventano delle sfiniture, a furia di ciarlare a vanvera.
E’ una tipa, per dirla tutta, poco incline alle formalità d’uso. E poi si intestardisce a rubare i manicotti di astrakan degli altri undici fantasmi, povere sloffie sagome di impalpabile bambagia.
E se poi Pulasky, il bravo giardiniere che copula con l’edera, si ritrova nelle calze a mezzo polpaccio il polpaccio di un altro, non provarti a pensare, Greg, che non sia colpa di quella smarmittata di una Rebecca.
Che fare?
Jem Ohiro
Fantasmagorico Jem,
Pulasky non ha vinto. Trattandosi di edera, avvinto. Quanto a Rebecca, restano aculei vostri.
Nel mio appartamento di Tulsa, ebbi, per un paio di mesi, una donna fantasma dalla rosea luce. Aveva la mania di invadermi un falso dipinto di Turner, dove si soffermava a rimirare il cielo. Poi, a furia di guardare in alto, cascò dal balcone.
Non l’ho più rivista, da allora.
Prova ad acquistare un falso dipinto di Turner. Da un rigattiere, potrebbe venire via per una trentina di dollari. Ma se non hai un balcone, lascia perdere, fantasmagorico Jem.
Greg
Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.