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Lettere al serial killer: tatuaggi

Creato il 28 ottobre 2012 da Paolo Franchini

Luciferino Greg,

scriverti dal cucuzzolo del Monte Alberta, 3619 metri, contati dal solito pignolo di turno, non è poi così semplice, considerando che l’inchiostro di ribes nero, mischiato con sangue di mula dello Yukon, funziona poco.

Vivo da eremita, ormai da tre anni,e passo le giornate a immaginare impudiche didascalie sulle nubi del cielo mentre l’orso Albear fa strage di mirtilli rossi.

Cerco di espiare le inenarrabili porcherie del mio passato, pensando che non avrei dovuto sgozzare la mite Alicia per i suoi troppi brufoli o la frizzante Alcanta per i pelacci e i porri sui suoi gomiti.

Sgozza oggi, sgozza domani, alla fine ti prende la noia.

O il rimorso, che è ancora più noioso.

Oggi ti interpello perchè vorrei tatuarmi sul petto una frase.

A te che sei il vero ispirato dei disegni indelebili sulla pelle, chiedo se ti aggrada una cosa tipo ‘La palude da attraversare non termina mai’.

Oppure ‘Al vecchio Dick tanfa l’alito’.

Attendo un tuo riscontro,

Dick Smilebreak

 

Strambo Dick,

hai perfettamente centrato la mia indomabile passione per i tatuaggi. La parente di un astronauta mi ha rivelato che anche la terra ne mostra uno,ben visibile dall’alto. Pare ci sia scritto ‘ Porco mondo’, ma la cosa non è da divulgare.

A me non spiace affatto ‘Al vecchio Dick tanfa l’alito’. Mi pare un’ammissione coraggiosa, che non puzza di retorica.

Immagino che sulla cima del Monte Alberta tiri aria buona. Anche se meno frizzantina rispetto a quella del Monte di Venere.

Non riempire le tue notti dei ricordi di fanciulle sgozzate.

E pensa che è più orripilante la vita di un  ragioniere che timbra il cartellino per la milionesima volta.

Senza mai avere ammazzato una mosca.

Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.


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