Impetuoso Greg,
so che a una parete della tua cella tieni appeso il poster dell’inarrivabile Richard Kuklinski, l’uomo di ghiaccio, nato a Jersey City, nel New Jersey, nell’aprile del 1935. Mio nonno, Samuel Jumpslow, ebbe la fortuna di conoscerlo, spaccandogli sul cranio una stecca da biliardo in un baretto a nord est del quartiere Peachthepeach.
“Ti potrei uccidere”, gli disse Kuklinski. Ma in un attimo decise che gli stava simpatico, per via dell’ occhio di vetro (che poi era quello con cui mio nonno ci vedeva meglio).
Richard aveva la sistematica abitudine di congelare le proprie vittime. E Samuel vivacchiava riparando refrigeratori, frigoriferi. Qualche volta macchinette per il toast, tipo quella della sua vicina, Smally Largavedute. Pagare in natura non era poi una gran tortura.
Fra i due nacque una intensa amicizia. Kuklinski era un emigrato polacco. Il nonno un semi disoccupato bislacco. I sei ergastoli affibbiati a Kuklinski interruppero temporaneamente la bella collaborazione.
Quando Kuklinki schiattò, suppongo avvelenato, a mio nonno vennero a noia i congelatori. E per la regola degli opposti, si gettò in un altoforno.
Ciao Greg, un saluto a te e al tuo poster.
Rolly Gaspar
Romantico Rolly,
sei ben informato. Kuklinski mi affascina per la sua illimitata abilità criminale, espressa con competenza e versatile fantasia. Si era, fra l’altro, specializzato nelle uccisioni mediante una miscela di cianuro. Non tollerava il dilettantismo, il dinamico Richard.
In quanto a tuo nonno, mi spiace per l’altoforno. Ma penso che le vere ceneri gli venivano inferte dalla torrida Smally Largavedute. Non si vive invano, quando hai larghe vedute.
Ti saluto il poster,
Greg
La rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.