Vi seguo da tempo, vi stimo, a volte intervengo nel blog e su FB... Ieri alla vista del tappeto di macchine sotto casa, in doppia fila e in marcia (?) bloccate dall'autobus che non ci passava, ho pensato, ecco, bastardi incivili! adesso faccio la foto e la mando a Roma Fa schifo. La foto l'ho fatta, però, c'è un però. Cioè, a che serve? Noi ce la suoniamo e ce la cantiamo da soli, ma tutto resta tra noi. Il nostro è poco più che uno sfogo, è un sollievo psicologico, ci aiuta a sopportare meglio questo schifo che abbiamo intorno. Leggiamo che ci sono altri come noi che combattono questa battaglia e questo ci aiuta a non sentirci soli. Ma è una battaglia persa. Perché siamo pochi, e, soprattutto, siamo noi quelli sbagliati. Proprio ieri, mentre vedevo quel tappeto di infinito macchine fermo, per strada, per sbieco, sulle strisce, nei passi carrabili e sui marciapiedi, ho pensato "ma sono tutti così! sono io che non c'entro niente con questo mondo", e ho capito che non c'è speranza (in realtà è da un bel po' che lo penso...). Roma non fa schifo, è lo schifo. E' così... adesso non ho voglia, ne mi ritengo all'altezza di sviscerare cause e motivi sociali e storici di questa situazione, ma Roma è questa. E noi sbagliamo tutto. Perché le nostre gesta ricadono sugli altri, ho compreso tutto questo alcuni giorni fa. Attraversavo la strada con mia figlia di 10 anni. C'era un tizio che stava parcheggiando sulle strisce, e lei ha detto, parlando tra se "qui non si può parcheggiare". L'incivile l'ha sentita: "macchè fai er viggile? Nun ce l'ai a paletta?" (ha detto proprio così, senz'acca...). Lei ha risposto "ma qui ci sono le strisce!". Lui: "nun te preoccupà, quanno cresci poi capisci che a scola t'emparano pure un sacco de fregnacce". A quel punto sono intervenuto io e gli ho detto "almeno a scuola lei c'è andata". Lui s'è incazzato, e ha minacciato "te ce metti pure te... ringrazia che ce sta a regazzina", io pure mi sono incazzato e gli ho detto "e tu ringrazia che sei ritardato", lui è sceso dalla macchina e mi stava venendo incontro, io pure ero abbastanza alterato e non so come sarebbe finita, fino a che mi sono improvvisamente ripreso sentendo la bambina spaventata che mi urlava papà andiamo via. Allora ci siamo allontanati, con il becero che inveiva...
Ecco questo voglio dirvi: non solo noi rischiamo (tra i vari vaffanculo che quotidianamente mi becco dagli animali, prima o poi qualcuno mi prenderà anche a pizze...), ma creiamo dei mostri. Le mie figlie, in questa città, saranno delle disadattate, che vivranno in un mondo infernale rispetto a quelli che sono i loro valori di civiltà e di educazione. Vale la pena? No.
C'è una sola via d'uscita, andarsene. Mia moglie è ricercatrice, è brava. Troverebbe lavoro all'estero. Però, a parte i problemi pratici (genitori anziani, scuola delle bambine, ecc.) sarebbe una sconfitta, una fuga. Sono nato e cresciuto a Roma. E' la mia città. Non posso accettare tutto questo.
Allora, proprio per superare questa fase di pessimismo disperato, io vi chiedo: c'è qualcosa che possiamo fare? Perchè non mettete nel blog uno spazio, una sezione, per chi ha idee, iniziative o proposte per migliorare la situazione. Ovviamente dev'essere qualcosa che possiamo fare tutti, e, possibilmente, in maniera legale, cioè, trovo inutile scrivere al sindaco, e sbagliato (ma neanche troppo...) rigare le macchine in doppia fila.
Insomma, pensate si possa fare una cosa del genere su Roma fa schifo? Qualcosa che oltre alle segnalazione dei disatri, possa proporre spunti e proposte per cercare di risalire un po' la china.
Vi saluto, con stima.
Lettera firmata
*Caro amico,
dal nostro osservatorio vediamo che quello che stiamo facendo serve eccome. E' difficile spiegarlo e certificarlo, ma un po' serve. E comunque male non fa.Quanto a questi siparietti, sono il pane quotidiano di tutti noi. Gli animali sono probabilmente minoranza, solo che la maggioranza non è disposta a combatterli come facciamo io e te. Se un coattone cafonazzo torna a casa la sera dopo essersi preso quindici rimproveri da parte di cittadini civili, forse dopo un paio di giorni cambia atteggiamento. Anzi senza forse...
-RFS