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Lettere dal Laos 20: Le acque del Nam Ou.

Creato il 08 marzo 2012 da Enricobo2
Due giorni in barca sul fiume Nam Ou, forse il più bel paesaggio del Laos. Il nord del paese è una distesa di verdi montagne tagliate a V dalle tortuose anse dei fiumi e dei torrenti che scavano valli profonde, in cui inoltrarsi ruotando gli occhi verso l'alto per godere di viste mozzafiato, pareti a strapiombo, estese vette carsiche, quinte verdi che si alternano, sfilandosi man mano che la barca risale la corrente. L'imbarcadero di Nong Khiaw è punto di incontro di backpackers di tutto il mondo, per lo più giovani e prestanti. Le barche sono lì in attesa di partire veloci verso le varie destinazioni, unico mezzo rapido per viaggiare nella regione, praticamente priva di strade e per raggiungere piccoli paesi ancora tagliati fuori dal ritmo del nostro mondo. Risaliamo il fiume per qualche ora. La corrente, a volte placida, altre vorticando in tumultuose rapide, sembra trattenere la barca, il motore sforza un poco e quando salta tra le pietre, pare entrare nello scafo tra le risate dei passeggeri. Di fianco sfilano paesaggi maestosi e stranianti. Quando si arriva a Muang Ngoi Neua, un villaggio completamente circondato da alti picchi, abbarbicato su un costone in una delle posizioni più suggestive del Laos settentrionale, è ormai passato mezzogiorno. 
Questo luogo privo di strade e elettricità, era meta di pochi sognatori che lo scoprirono dopo la devastazione della guerra e si innamorarono subito della sua bellezza e della sua atmosfera primitiva, rimanendo per settimane, ospiti nelle capanne degli abitanti, a un dollaro notte, a godere delle spettacolari vedute sul Nam Ou, che offre qui i suoi tratti più spettacolari. Poi la voce si diffuse e ora potrete trovare varie sistemazioni in piccoli bungalow immersi nel verde e circondati dai fiori della foresta, con gli steccati fatti di involucri di bombe. Addirittura per un paio d'ore, un piccolo generatore vi fornirà un poco di energia elettrica. Il resto del tempo lo potrete spendere camminando tra le risaie, risalendo i torrentelli nel bosco per raggiungere altri vicini villaggi, isolati ed immersi in un passato contadino ancestrale oppure rimanere semplicemente a guardare il fiume dall'alto di un ristorantino appeso a una palafitta. Passeggi tra le case fino al piccolo tempio dal frontone sfavillante, costruito sulle rovine di quello distrutto dalle bombe, rimani a guardare i cinque giovani monaci che scopano il cortile, poi non ti resta che arrivare all'incrocio con l'unica strada che conduce alle barche, dove un piccolo locale, con un tocco di modernità offre un All you can eat a 2 euro. 
Uova, insalate varie, noodles in varie forme, spaghetto al ketchup, pollo al curry, fritti e tempure, riso fritto e frutta a gogo. Una ragazzina dall'occhio sveglio, offre il servizio con un accento oxfordiano; un bimbo dai capelli biondi sgambetta tra i tavoli, poi a colazione, un biondo con gli occhi assonnati esce dalla cucina; qui c'è aria di una bella storia. Tong, che è informato di tutto, ce la racconta. Un giorno un bel ragazzo tedesco, si è sperduto in questo paradiso. La conoscenza con la fanciulla  ha fatto il resto; amore a prima vista e decisione di rimanere da queste parti vivendo dei turisti che cominciavano ad arrivare. La ragazza è sveglia ed è stata qualche mese a Vientiane ad imparare il mestiere. Adesso la piccola guest house con ristorante annesso, marcia a pieno ritmo ed è arrivato anche il piccolo falang a completare il quadretto. Dietro anche la nonna dà una mano e il business sembra funzionare, i ragazzi ci sanno fare e dall'altra parte dell'incrocio è sorto subito un concorrente che però è sempre vuoto. Comunque appena il generatore cessa il suo truk truk, ci si ritira tra le ombre della notte, ad aspettare che i galli risveglino il paese secondo i ritmi della natura.
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