Magazine Cultura

Lettere dal Laos 3: Segnali di fumo.

Creato il 20 febbraio 2012 da Enricobo2
A Si Pha Don il grande fiume perde la sua anima e si trasforma da immensa via d'acqua in mille rivoli diversi e mutevoli. Le isole, che cambiano forma ad ogni piena, ogni anno, sono gemme verdi trovate sul greto e rimaste in vista in fondo al crivello del cercatore. Il Laos è un paese da assaporare  con lentezza ed attenzione. Devi amare i sapori delicati, i profumi appena espressi; devi saper apprezzare le piccole cose con la loro ingenua bellezza, con l'unicità imparagonabile delle perle di fiume che ti sanno affascinare per il loro tenue luccicore, anche se il loro valore materiale è minimo. Ogni canale, ogni braccio di fiume è diverso, ora calmo e tranquillo, ora ruggente di rapide e cascatelle. Puoi passeggiare lungo la riva dell'isola al mattino presto quando ancora il sole è debole e carezzante e colora il pelo dell'acqua di grigio rosato, oppure passare le ore più calde all'ombra di una delle tante palafitte, alte sul fiume ad ascoltarne il suo movimento. Ma è alla sera, dopo il tramonto, appuntamento imprescindibile che chiude i colori della giornata, che le stradine di Don Det si popolano di una umanità particolare, gruppi di ragazzi che vagano alla ricerca di un posto per finire la giornata. Backpapers svagati, giovani e belli che ti fanno apparire un po' fuori contesto. Ti siedi in uno dei tanti locali che sono cresciuti man mano, assieme alla popolarità crescente del luogo, intanto che il passaparola dei routards di tutto il mondo ha segnalato questo posto straordinario, dai un'occhiata alla lista per mangiucchiare qualcosa e magari bere un Lao Lao, il wiskhy locale e ti accorgi che, sdraiato sulle stuoie di fianco ai bassi tavoli orientali, tutte le portate e le bevande sono ordinabili anche nella versione "happy" con un piccolo sovrapprezzo. 
Per la verità lo stesso menù riporta in fondo la dicitura "per il fumo, rivolgersi direttamente al bancone del bar". In effetti, il buio della notte è percorso da risatine e da sguardi vacui, ma senza la ossessiva atmosfera freak che troveremo a Vang Vieng e tutto, a partire delle volute azzurrine del fumo, si muove senza esibizionismo smaccato. Gli anziani delle isole non sono molto contenti della piega che stanno prendendo le cose, d'altra parte questo è un luogo del tutto particolare, per viaggiatori, non per turisti, così lontano dal sentire dei gruppi del tutto compreso con aria condizionata e la costruzione di strutture adeguate snaturerebbe in modo fatale la straordinaria bellezza del posto. Bisogna lasciarlo a chi ama queste atmosfere rilassate  e serene, a  chi sa adattarsi una vita basica con meno di 10 dollari al giorno, senza l'assillo dell'aereo che parte, pronto ad andartene quando ti rimane ancora la voglia di rimanere un po', come quando hai la forza di alzarti da un tavolo ricco e goloso, con ancora un poco di appetito, cosa che ti farà rimanere indelebile nella testa, il ricordo di quanto hai lasciato e il desiderio di tornare. Allora, vi prego, venite ancora con me questa sera, su questa barchetta sottile a guardare, in silenzio, il sole che scende incendiando le acque, popolate dalle nere silhouettes dei pescatori che lanciano le reti.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Il riso che cresce.Le isole dei lotofagi

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines