Ciao Potente,
per la pena del domani non avevo sonno così ho composto quasi una lista dei nostri ricordi.
Quando la penna ha inciso la nota sul registro. Quando un giorno anni più avanti li ho trovati già seduti dall’altra parte del tavolo e mi scricchiolavano le scarpe mentre dicevo loro “buongiorno”. Quando ci provavo e qualcuno in silenzio aspettava. Tu Potente mi facevi sudare lacrime gialle, mi facevi sentire la cartapesta della pelle. Le cotiche. L’impasto delle favelle. Così ho deciso che era ora di dirti grazie e ho innalzato per te il mio piccolo dito vivo: ti tengo due falangi in culo col mio miglior sorriso. Ma non ti ho detto che mi sono fatta crescere le unghie, così quando ti poserai sul trono (a quelli come te piace sedersi) ti ricorderai di me.