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Letterina di Natale: cosa speriamo di non trovare sotto l’albero.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Convinte che per educare una società al rispetto e alla parità di genere, sia necessario crescere libere da stereotipi e vincoli identitari che banalmente si sintetizzano nell’opposizione rosa/azzurro.
Perché lottando per gli spazi di libertà femminili ( che purtroppo spesso sono ancora rappresentati solo dalla possibilità di lavorare ), è necessario liberare anche le bambine da ruoli, pose e oneri che non vogliamo nel mondo delle donne e che invece spopolano già dai primi giochi. Così che crescano sicure di poter affrontare ogni vita vogliano scegliere, non per forza vestite di fuxia.

E allora, rullo di tamburi!
Sottolineando i giocattoli che quest’anno si sono distinti per il supporto dato a retaggi culturali di un Paese ancora lontanissimo da genitorialità realmente condivisa, paternità responsabile, omogenitorialità, parità di genere, diritti e comunicazione gender friendly, assegniamo i premi ai peggiori giocattoli 2012.

5° posto: Cicciobello

Cicciobello e la sua baby mamma etero, bianca e truccata.

Cicciobello e la sua baby mamma etero, bianca e truccata.

Il bambolotto ariano più famoso d’Italia è al 5° posto della top five come rappresentante di tutte le bambole bebè con cui hanno giocato nonne, mamme e figlie. Inoltre, riceve menzione particolare lo sforzo fatto dai creativi della casa di produzione quando sul sito provano a convincere i genitori ad acquistare Cicciobello perché “è un vero compagno di gioco capace di stimolare i processi cognitivi della bambina; il gioco del “fare la mamma” stimola la mente, la fantasia, la gestualità e il senso di tenerezza”.
E noi che pensavamo che “fare la mamma” fosse il lavoro a cui le donne sono ancora destinate dalle leggi dello Stato e dalle ingerenze religiose, col minimo sforzo di collaborazione paterna.
Ci sembra che “fare la mamma” sia ancora un’alternativa a lavorare per le donne, per i papà no, che si sa, sono maschi e portano il pane a casa.
Far giocare una bambina “alla mamma”, è tanto fisiologico ( imitazione della figura femminile materna ) quanto limitante ( si gioca a fare la mamma etero, col figlio bianco e biondo ) e mistificatorio ( ma quale fantasia? Il bambolotto ripete sempre le stesse frasi, le stesse azioni, al massimo riproduce la monotonia della routine ).
In più, ci sembra che “i processi cognitivi della bambina” non fossero tanto diversi da quelli di un bambino e che per aspirare a una paternità consapevole, forse anche i maschietti dovrebbero giocare a fare i papà.
Ci sembra.

4° posto:  Nancy Bacio Magico

Nancy-bacia-papere.

Nancy-bacia-papere.

Una creazione spagnola già importata in Italia di cui avevamo già parlato qui
Nancy si conquista il quarto posto della top five grazie a labbra carnose che sessualizzano l’aspetto infantile della bambola, ma soprattutto per la sua vacua condizione. Nancy è una bambina, “la più bella”, valore assoluto anche per le più piccole, e “tutti vogliono baciarla”, persino la papera e il rospo inclusi nella confezione. Veicolo biondo di competizione tra bambole e tra bambine, c’è anche un rossetto per colorarle i labbroni.
Consigliato dalla casa di produzione alle bambine dai 3 anni in su.
Noi lo sconsigliamo a chi non voglia rischiare di regalare alla figlia anni di scarsa autostima, competizione femminile e labbra rifatte.

3° posto: Very Bella ( o meglio, tutta la sezione “creatività femminile” )

La fantasia di essere tutte uguali.

La fantasia di essere tutte uguali.

Già analizzato qui, consiste in un gioco “make up” per bambine che troviamo nella sezione “creatività” dell’azienda produttrice.
Da piccole in tante abbiamo rubato i trucchi alla mamma ( o al papà, dipende dalle famiglie! ) e ci hanno trovate con la faccia impasticciata di rossetto. C’era davvero creatività nel rubare, senza esser viste, l’oggetto del desiderio e poi capire, davvero per gioco, che gusto c’era a mettersi una maschera. Very Bella invece è una linea di make up per bimbe, con manuali di trucco, consigli e kit tematici.
Dove sarebbe l’aspetto creativo?
Interessante scoprire che, ad esempio, per la più florida azienda di giocattoli italiana l’accoppiata “creatività” e “bambine” si dispiega solo con mettersi l’ombretto o cucinare dolci.
Le donne non risolvono la loro creatività nel truccarsi o cucinare e allora perché limitare così una bambina?
Meglio tela e tavolozza per dipingere, un diario da scrivere, una telecamera, una macchina fotografica, un torchio, un pallone…

2° posto: Bratz, Winx &co.
Con lavatrice, mocio e…

Sono le bambole più fashion. E hanno un'insana passione per le pulizie domestiche.

Sono le bambole più fashion. E hanno un’insana passione per le pulizie domestiche.

Conquistano il secondo posto le Bratz, gracili bamboline “with the passion for fashion”, l’estremo assoluto di un irreversibile processo di sproporzione del corpo.
Bambole sguaiate, seminude, volgari, più simili a come l’immaginario maschile dipingerebbe una pornostar che non a un modello di femminilità che possa attrarre piccole donne. Non c’è bisogno infatti di immaginarle a dimensione naturale per capirne l’illogica disarmonia: teste enormi su corpi esili, dalle gambe esageratamente lunghe e magre, lunghissime caviglie che non arrivano mai a una coscia. Corpi anoressici improvvisamente formosi su natiche e seno. Gli occhi spalancati, le bocche gonfie, carnose come canotti di silicone, leggermente dischiuse.  Ammiccano sotto occhi truccati pesantemente, con sguardi ammalianti di un desiderio che spesso le bambine interpretano come la vera bellezza.
Medaglia d’argento alle Bratz insomma e a tutte le simili bambolette fashion senza carisma e con un grave problema alimentare!
Come le Winx, fatine italiane dalle forme e i cervelli fin troppo sottili ( a giudicare almeno dall’insistenza con cui nel fumetto loro dedicato si preoccupano delle rughe o di trovarsi un fidanzato ), come l’anziana Barbie, rimodernata per essere glamour e ultra magra, al passo coi tempi.

Propaggine di queste sgraziate stangone è il merchandising da “piccola donnina di casa” che porta il loro marchio. Si sviluppa così una filiazione tra le due peggiori rappresentazioni dedicate alle bambine: devi essere alla moda ( bella ) ma stare a casa a lavare per terra.
Barbie sarà anche stata pilota di formula Uno, ma sponsorizza un ferro da stiro fuxia.
Le Winx hanno poteri magici, ma invitano le bambine ad usare la loro lavatrice rosa.
Hello Kitty non sarà una bamboletta fashion, ma reclamizza un mocio rosa per bambine. Non potevamo non includerlo in questa lista.
Un mocio. Che bel regalo.

1° posto: Lego Friends!

Costruzioni per bambine. Perchè un salone di bellezza è più divertente di una nave dei pirati. Ah sì?

Costruzioni per bambine. Perchè un salone di bellezza è più divertente di una nave dei pirati. Ah sì?

Si aggiudica la medaglia d’oro una new entry 2012 di cui si è già molto discusso: la linea LEGO Friends!
Pensavate che le costruzioni potessero stimolare ugualmente la fantasia, la manualità e la logica di maschi e femmine? Sbagliavate!
Alle bambine servono costruzioni meno spigolose, dalle tonalità del rosa, i personaggi devono essere sessualizzati, più sinuosi, capelli lunghi, aspetto piacevole e vivere in ambientazioni frivole, meno maschili di castelli medievali o navi dei pirati.
Non sentivate il bisogno di costruire ( con tutte le facilitazioni del caso ) un centro estetico, una scuderia di pony, un giardinetto da coltivare?

Nel 2008 la Svezia bloccò gli spot della Lego perché il “Consiglio etico del commercio contro il sessismo nella pubblicità” aveva sostenuto che l’azienda avrebbe alimentato uno stereotipo dei generi sessuali antiquato, degradante tanto per l’uomo quanto per la donna. La pietra dello scandalo fu un catalogo della suddetta Lego che, come tante altre aziende, relegava le bambine a giocare alle principesse, mentre il suo alter ego maschile giocava con virilissimi camion.

Ecco, l’Italia non è la Svezia. Ma non saremo mica condannate in eterno a giocare in centro estetico?

Letterina di Natale: cosa speriamo di non trovare sotto l’albero.
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