Sul Libro:
E se il principe non fosse azzurro? Ma nero come la notte?
A questa domanda si troverà a dover rispondere Serenia, giovane principessa delle Terre di Arret.
In un mondo che è fuori dal tempo conosciuto …
In un mondo che è fuori dallo spazio conosciuto …
Arret è una terra dove la magia è scomparsa da venti lunghi anni, e con essa anche i draghi. Nessuno lo ricorda, ad eccezione di poche persone particolarmente dotate, che hanno tentato di celare tutti gli indizi e tutti i riferimenti.
La principessa Serenia vive una vita abbastanza tranquilla, finché sarà costretta a fare i conti con il ruolo che ricopre. Gilbert il principe nero, bello e tenebroso, sceglierà proprio lei come sua sposa, nonostante lei tenti di evitare il matrimonio a tutti i costi.
La prima notte di nozze con Gilbert non è certo di miele, il principe abusa di lei, nonostante la ragazza desideri accontentarlo, e le violenze aumenteranno, portando Serenia in un abisso di disperazione. E’ chiaro alla ragazza che suo marito nasconde un terribile segreto ma impiegherà diverso tempo per scoprire di cosa si tratta.
Il rapporto tra Gilbert e Serenia evolverà di giorno in giorno finché, durante una passeggiata a cavallo, lui sarà costretto a rivelare il suo segreto.
Serenia si accorgerà con stupore di non provare alcuna repulsione, anzi, la scoperta l’attrarrà a lui ancora di più.
Ma sarà proprio la loro unione così forte a liberare i poteri dei draghi rimasti assopiti.
Da quel momento la scena cambia completamente. Serenia sarà costretta a fuggire dal castello e a vagare per le Terre di Arret per imparare ad usare il potere dei draghi.
La magia si insinuerà nel mondo pian piano, fino a dirompere con grande forza.
La mia opinione:
Ribaltando i canoni e le dinamiche della classica fiaba “principe incontra principessa e vissero felici e contenti” questo libro racconta una storia dove la magia, più che portare benefici, si rivela fonte di sconvolgimenti, contrasti e mancanza di riferimenti. Per la protagonista, abituata ad una vita relativamente tranquilla, venire scelta come sposa, al solo scopo di risanare un’ancestrale frattura tra il Regno Bianco e il Regno Nero, diventa quasi subito un incubo fatto di tormenti e misteri incomprensibili. Il fatto che si abbandoni, nonostante le tante violenze subite, all’amore (poco romantico ma certamente molto carnale) per il mefistofelico marito rappresenta non tanto una qualche rinuncia alla lotta, ma una semplice immersione simbolica nell’età adulta dove i compromessi sono all’ordine del giorno e la divisione del mondo in bianco/nero si sfuma in un grigio uniforme. Nonostante ciò, per buona parte del libro, la dimensione duale “positivo contro negativo” non viene mai del tutto meno, trasformandosi in un diapason emotivo capace di convogliare i vari caratteri dei personaggi verso una certa crescita personale. Utilizzando in maniera equilibrata le varie voci che compongono il libro, l’autrice riesce a tessere efficacemente, con costante tenuta narrativa, una storia non banale e vibrante di luminose e oscure presenze. Ben giocato anche l’utilizzo di sporadici riferimenti culturali al nostro universo (il valzer, i fratelli Grimm ecc.), escamotage che fa familiarizzare maggiormente il lettore con la storia raccontata. Un buon esordio che fa sicuramente desiderare di leggere il seguito del libro.
E ora l’intervista con l’autrice:
Ciao Marina, benvenuta su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato. Che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te, cosa ami fare, come ti sei avvicinata alla scrittura e qual è il suo ruolo nella tua vita?
Ciao! E grazie innanzitutto per l’ospitalità. Volete sapere qualcosa di me? Bene! Vi posso dire che per lo più faccio la mamma, poi mi diletto a fare ricerche storiche e studi sui marmi, che mi piacerebbe applicare nel settore turistico. Scrivere mi è sempre piaciuto, anche se non ho mai pensato di fare la scrittrice. Non mi piace stare “sotto i riflettori” (uso per questo lo pseudonimo Marina). Ancora mi ricordo la vergogna che provavo quando i professori a scuola leggevano i miei temi-fiume davanti a tutta la classe! Quanto odiavo questa cosa! E, paradossalmente, penso mi abbia frenato da “mettere su carta” la storia che avevo in mente da anni. Adesso sono veramente contenta di aver iniziato, chissà forse prima i tempi non erano maturi. Nel dicembre 2010 ho comprato un quadernino a quadretti e ho iniziato a buttare giù la storia, poi passata al pc, e non ho più smesso, tra alti e bassi.
Come nasce “Bianco e Nero – Il potere dei draghi”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo e all’idea della saga epic fantasy che ne deriverà?
L’input vero e proprio non lo ricordo. Questo perché la storia è nata quando avevo circa 6-7 anni. Chissà forse mi hanno influenzato film come la “La storia infinita” e “la storia fantastica”. Fatto sta che le Terre di Arret, e soprattutto Bianco e Nero, mi hanno accompagnato quasi ogni sera prima di addormentarmi per quasi 30 anni!!! Immaginate quindi la mia gioia nel vedere veramente “uno dei mie sogni” realizzarsi, in tutti i sensi.
Da dove è nata la caratterizzazione dei personaggi che popolano il tuo libro? Da dove hai tratto l’ispirazione per crearli? Come hai bilanciato la ‘quota’ autobiografica e quella di pura invenzione?
“Il panorama della casa estiva. La Sabina ha ispirato le Terre di Arret.”
Domanda imbarazzante, perché i protagonisti, Serenia e Gilbert, hanno preso vita proprio da me e mio marito
Questo è il tuo primo libro. Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?
Sembrerà strano ma questa storia non è nata per essere pubblicata. Poiché, come ho già detto, era nella mia mente da decenni, ad un certo punto ho pensato di scriverla, perché un giorno forse l’avrei dimenticata e magari io da anziana o i miei figli o i miei nipoti l’avrebbero letta pensando a me. Quindi ho scritto di getto (anche troppo). A volte come una furia, a volte abbandonando per un mese. Quando ho scritto circa 300 pagine mi sono detta: “Ehi, ma questo è un libro!”. Durante la stesura, comunque, ho cercato di mettere su carta le emozioni, dal punto di vista della protagonista. Ogni sensazione ho provato a ricrearla e ad immedesimarmi. Per esempio per scrivere le parti riguardanti il fuoco mi sono avvicinata al fuoco vero il più possibile, sono stata attenta ad odorare le vecchie chiese per capire che profumo avessero. Ho persino valutato quanto era la resistenza di un pezzo di carne mentre cucinavo.
Per presentare “Bianco e Nero – Il potere dei draghi” ai lettori hai scelto la via dell’autopubblicazione attraverso Amazon. Ci vuoi raccontare i motivi di questa tua decisione? È stato tutto come ti aspettavi? Lo consiglieresti anche ad altri giovani autori? Com’è il mondo dell’editoria visto con gli occhi di un autrice esordiente?
Come ho detto prima mi sono resa conto che Bianco e Nero poteva essere una storia letta anche da altri solo a prima parte quasi finita. Allora ho cominciato a fare ricerche web e ho trovato informazioni sull’autopubblicazione su Amazon. Non potevo crederci: era gratis!!! Sapevo che per entrare nell’editoria i tempi sono lunghissimi ed è un mondo difficile. A tutti i costi però volevo impedire di cadere nella rete delle editorie a pagamento. E fino adesso devo dire che sono molto soddisfatta della scelta, soprattutto perché mi ha aiutato ad entrare in contatto con il pubblico e capire un po’ “come funziona”. E’ una strada che consiglio sicuramente, anche se è dura perché gli autori indipendenti devo fare tutto da soli e studiare mille modi di farsi conoscere senza essere invadenti e fastidiosi. Da una parte però devo ammettere che è anche divertente (pensate che ho scartato una piccola casa editrice, che ho contattato di recente, proprio perché non mi lasciava libertà di azione). Non posso dire se è tutto come mi aspettavo perché… non mi aspettavo niente! E il mondo dell’editoria visto da un esordiente può essere davvero complicato. Arrivano proposte come cavallette, difficile riconoscere le perle rare nel mare di imbroglioni.
C’è un genere, una forma letteraria, con i quali vorresti cimentarti e che non hai ancora affrontato?
Le Cronache dalle Terre di Arret per ora sono così ampie che non riesco a “non pensare fantasy”. Però mi piacerebbe affrontare il genere storico. Ma ci vuole un’accuratezza infinita, non so se riuscirò mai a cimentarmi. Solo il tempo lo saprà dire.
Da dove parte la tua storia di lettrice? Quali generi letterari ti affascinano? I primi tre libri della tua biblioteca ideale?
Una piccola sezione della libreria di P. Marina
La mia storia di lettrice parte da piccolissima. Mio padre mi leggeva i fumetti di Topolino, ma io volevo leggere a tutti i costi da sola. Così ho imparato a 5 anni e non mi sono più fermata. Ovviamente i miei generi preferiti sono i fantasy, preferibilmente di stampo classico, ultimamente mi sono avvicinata anche ai paranormal romance e agli urban fantasy. Adoro anche i romanzi storici. Nella mia biblioteca ideale metterei (e ci sono in realtà) la saga di Harry Potter, Il Signore degli anelli e La storia infinita.
Hai delle tecniche narrative, dei trucchi, dei riti o luoghi che ti conciliano meglio il processo creativo a cui non riesci a rinunciare quando scrivi? Insomma, come ti rapporti alla “famigerata” pagina bianca?
“La postazione sul tavolo della sala, con accanto una tazza di solito colma di latte alla cannella o orzo all’anice.”
Partiamo dalla seconda domanda. Quando ho una pagina bianca davanti comincio subito dai particolari. Facciamo un esempio: non so bene cosa scrivere ma so che i protagonisti devono raggiungere un determinato posto. Bene! Che tempo è? Il tramonto? Ok, focalizzo nella mente il tramonto e parto nella sua descrizione, tentando di non dilungarmi troppo e andando avanti nell’azione. I protagonisti sono a cavallo? Bene! Gli zoccoli si devono sentire. Stanno attraversando un bosco? OK. Allora sentiranno odore di funghi o di terra bagnata e così via. E così si arriva anche alla prima domanda. Due cose per me sono fondamentali nel mio metodo di scrittura. Per primo i 5 sensi. Tento di mostrare tutto aggiungendo altro oltre la vista: odori, sensazioni tattili, suoni etc. Il secondo è il punto di vista. Mi immagino una telecamera che sta puntata al di fuori (narratore), e che si sposta spesso sulla testa della protagonista e dentro di lei. E descrivo quello che vede l’obiettivo. Infine, la musica è una vera musa ispiratrice. Molte scene hanno una loro colonna sonora (dichiarata o meno), non mentre scrivo, quando esigo il massimo silenzio, ma prima o dopo. Chiudo gli occhi e tramuto le note in scene.
Progetti per il futuro di cui vuoi darci qualche anticipazione? A quando il seguito de “Bianco e Nero – Il potere dei draghi”?
Prima del seguito di Bianco e Nero (parte II – I draghi del potere) uscirà uno spin off dedicato al personaggio di Gilbert. Non mi piace dare date finché non sono certa di poterle rispettare. Anche perché vorrei evitare l’errore della “troppa fretta” che ho compiuto la prima volta. Diciamo che l’uno e l’altro si troveranno alle due sponde dell’estate. Posso anche anticipare che il vero seguito di Bianco e Nero si intitolerà “Bracciali d’oro” e poi chissà cosa altro verrà fuori.
E anche per questa settimana è tutto ^__^
Ringraziando ancora una volta tutti gli autori e gli editori che continuano a mandarci le loro opere e voi instancabili lettori che ci seguite fedelmente, auguro a tutti una Buona Lettura vi lascio con lo spot del libro e, mi raccomando, non perdete il prossimo appuntamento con Letto e Bloggato!