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Letto e Bloggato: Kyler – Principi Azzurro Sangue

Da Blackarcana @BlackArcana

Letto e Bloggato: Kyler – Principi Azzurro SangueContinuano i seguitissimi appuntamenti con Letto e Bloggato che, seppure in pausa (per ora le nuove adesioni sono sospese), non vi abbandonerà a voi stessi ^_^

Questa settimana dedichiamo il nostro spazio a “Kyler-Principi Azzurro Sangue“, primo libro della saga Principi Azzurro Sangue, scritto da Paola Gianinetto (già autrice di Qui per Te e coatruice di Amore Orgoglio e Pregiudizio , edito dall’interessante Emma Books casa editrice al femminile in digitale.

Sul Libro:
Quando Nia scopre che la sua migliore amica Beth è in realtà un vampiro, lo shock è terribile. Ma dopo lo spavento iniziale decide di accettarla per quel che è e di cominciare a conoscere il suo mondo, di cui fanno parte altri vampiri. Tra loro c’è anche Kyler: pericoloso, affascinante e tremendamente sensuale. E Nia non può far altro che abbandonarsi all’amore. Ma il pericolo incombe su questa passione appena divampata.
Il primo libro della saga Principi Azzurro Sangue, con protagonisti i vampiri di Windhill, vi lascerà con il fiato sospeso, tra incontri travolgenti, imprese emozionanti e un alto tasso di sensualità.

La mia opinione:
L’idea della coppia dicotomica umana-vampiro sembra ormai essere stata sviscerata nella sua interezza letteraria, almeno fino a quando un qualche autore non tira fuori il proverbiale coniglio dal cilindro e racconta una storia simile ma diversa, dalla linfa inquieta, che si dibatte tra nuovo e già visto. Ed è quello che fa la Gianinetto in questo suo libro. Servendosi di ingredinti ben noti (vampiri affascinanti e misteriosi, una ragazza che scopre che il mondo soprannaturale esiste, un amore interspecie,ecc…), l’autrice rimescola il tutto in un nuovo calderone, facendo acquisire alla storia una nuova dimensione immaginaria. Partendo dalla buona idea di far conoscere alla protagonista il soprannaturale grazie all’incontro, non con il solito amante vampiro, ma tramite la sua migliore amica, per poi proseguire infiltrando la realtà nel fantasy (contrariamente a quanto accade di solito) ed infine proponendo un pantheon di personaggi dalla personalità ben costruita e dall’articolato background, la Gianinetto raggiunge e cattura anche il lettore di fantasy più smaliziato. Riuscendo a non abusare della canonica figura del vampiro, “Kyler” mette in evidenza la natura sempre in bilico tra passioni sfrenate e ferocia nascosta di questi esseri, pur mantenendo intatto il carattere romantico della loro figura. Un libro ricco nel senso migliore del termine, dalla prosa chiara e scorrevole, che invoglia sicuramente a leggerne il seguito.

E ora l’intervista con l’autrice:

Ciao Paola, benvenuta su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato. Che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te, cosa ami fare, come ti sei avvicinata alla scrittura e qual è il suo ruolo nella tua vita?
Buongiorno a tutti. Vorrei iniziare ringraziando tutti voi dello staff di Pane e Paradossi per l’opportunità che mi avete concesso ospitandomi in questo spazio e per la vostra grande professionalità e gentilezza.
Se vado indietro nel tempo, non riesco a trovare un momento esatto in cui mi sono avvicinata alla scrittura: fa parte di me, fin dall’infanzia. Da piccola scrivevo in continuazione diari, lettere, racconti e bigliettini, era il mio modo preferito di esprimermi e anche da adulta le cose non sono cambiate. Scrivere è sempre stata la mia grande passione e diventare scrittrice il mio unico sogno, ma fino a pochi anni fa lo consideravo un sogno irrealizzabile. Poi, un giorno, ho deciso di provarci. L’ho fatto solo per me, senza altra aspettativa se non quella di capire se ero in grado di mettere nero su bianco una delle tante storie che popolavano i miei sogni a occhi aperti, di scrivere un romanzo tutto intero. Da quel giorno, in ogni momento libero, non ho fatto altro. Ammetto di essere schiava della scrittura, ma è una schiavitù meravigliosa. Ho scoperto che nella vita è davvero possibile trovare qualcosa che ami fare al punto che solo questo basta a renderti felice: è una sensazione straordinaria, qualcosa che augurerei a chiunque.

Come nasce “Kyler – Principi Azzurri Sangue”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo e all’idea della saga che ne deriverà?
Il primo romanzo che ho scritto (anche se è stato pubblicato in seguito, dopo “Kyer”) è stato “Qui per te”, un romance “puro”, la storia d’amore per eccellenza. Sono molto affezionata a questo libro, perché è il mio lavoro d’esordio e contiene tutto l’entusiasmo dell’inizio, della scoperta e del piacere di creare, ma “Principi Azzurro Sangue” è il mio primo vero progetto, la mia creatura, che cresce e matura insieme a me. L’idea della saga è nata dall’unione delle mie due grandi passioni per il fantasy e per le storie d’amore, oltre che dal fascino che la figura del vampiro riveste ai miei occhi. So bene che negli ultimi anni il vampiro nella sua connotazione più romantica è stato ampiamente sfruttato nella letteratura – a volte con ottimi risultati, altre volte un po’ meno, a mio parere – ma nel dare vita alla mia saga non ho voluto lasciarmi guidare da considerazioni legate al mercato editoriale: un po’ perché ero e sono convinta che ci sia sempre spazio per nuove interpretazioni di un genere, e molto perché era quello che sentivo di voler fare e secondo me, quando si tratta di creare, è sempre giusto seguire i propri impulsi.
Per quanto riguarda il personaggio di Kyler in particolare, è nato, come tutti i miei personaggi, dalle storie che mi racconto nella mente da sempre: storie così precise e dettagliate che sono già di per sé dei libri, basta trasferirle sulla pagina.

Personaggi affascinanti (come solo dei bellissimi vampiri possono esserlo ^_^) e ben caratterizzati: che rapporto hai con i tutti loro? Come hai bilanciato la ‘quota’ autobiografica e quella di pura invenzione nell’idearli e nel descriverli al lettore?
Come dicevo, molti dei miei personaggi, specialmente i protagonisti, non sono nati nel momento in cui ho cominciato a scrivere di loro: esistono nella mia mente da molto tempo e quando decido di inserirli nei miei libri prendono forma sulla pagina come se fossero delle vecchie conoscenze. Certo, man mano che scrivo acquisiscono sempre maggior spessore, sfumature che prima non avevano, lati nascosti che la narrazione tira fuori da sola, quasi indipendentemente dal mio volere. Cominciano a vivere di vita propria e io divento loro ostaggio, limitandomi a seguirli nelle loro trasformazioni: ma non mi lamento, perché quasi sempre prendono la giusta direzione.
Qualcosa di autobiografico c’è per forza, ma non è molto: tutto viene piuttosto dalla mia seconda vita, quella fantastica che da sempre conduco nella mia mente e che scorre parallela a quella reale.

“Kyler – Principi Azzurri Sangue” appartiene chiaramente al genere fantasy / paranormal romance. Cosa pensi del genere fantasy nel contesto editoriale italiano?
Amo il genere fantasy, me ne sono innamorata più di vent’anni fa, quando ho scoperto il libro che rimane tuttora il mio preferito: “Il signore degli anelli”, di J.R.R. Tolkien. Credo che negli ultimi anni il mercato editoriale italiano abbia prestato una sempre maggiore attenzione a questo genere (pur considerando le inevitabili limitazioni che la realtà italiana comporta) e questo si riflette anche sul suo sottogenere di carattere più romantico, il paranormal romance. Da Twilight in avanti, i lettori, e in particolare le lettrici, hanno dimostrato di apprezzare sempre di più questo genere, spingendo le case editrici non solo a tradurre testi di scrittrici straniere, ma anche a considerare quelli di autrici italiane, che un tempo non avrebbero avuto alcuna possibilità di essere notate e pubblicate. Certo, credo che la strada sia ancora lunga, ma vedo segni positivi di apertura in tal senso.

Il “calvario” con cui tutti gli autori devono prima o poi confrontarsi: la ricerca di un editore. Vuoi raccontarci qualcosa dei passi che hai dovuto fare per vedere finalmente pubblicato “Kyler – Principi Azzurri Sangue”? È stato tutto come ti aspettavi? Com’è il mondo dell’editoria visto con gli occhi di una giovane autrice?
Devo ammettere di essere stata molto fortunata, nel compiere i primi passi per veder pubblicato il mio romanzo. All’inizio, come dicevo, scrivevo soltanto per me, ma poi, incoraggiata dai commenti entusiasti delle amiche del mio personale “comitato di lettura”, ho cominciato a pensare che forse le mie storie sarebbero potute piacere anche a chi che non mi conosceva personalmente. L’idea di confrontarsi con il pubblico fa sempre un po’ paura, per questo ho avuto bisogno di essere spronata da una cara amica a fare il grande salto, ma poi ho avuto la grande fortuna di riuscire a far leggere “Kyler” a un esperto del mercato editoriale a cui il libro è piaciuto, e di lì le cose si sono messe in moto da sole. Sono approdata alla “Emma Books” senza quasi rendermene conto e quando Maria Paola Romeo, la direttrice editoriale di “Emma”, mi ha comunicato che voleva pubblicare il mio romanzo, non mi sembrava vero: ce l’avevo fatta!
So che spesso le cose non accadono così facilmente e che il mondo dell’editoria può essere difficile e persino crudele, specialmente per un esordiente, ma credo che negli ultimi tempi le possibilità a disposizione di chi vuole farsi conoscere siano aumentate, soprattutto con l’avvento del libro digitale e della diffusione in rete. Anche se il rovescio della medaglia è dato dall’incredibile quantità di titoli a disposizione, che crea inevitabilmente una certa confusione nel lettore.
Personalmente, dopo la pubblicazione mi sono dovuta confrontare con il mondo degli e-book, che in Italia sono ancora poco conosciuti e pochissimo diffusi, rispetto agli Stati Uniti o ad alcuni paesi europei. Ho constatato che in molte persone, anche giovani e “informatizzate”, persiste una sorta di barriera mentale rispetto a questa modalità di fruizione del libro, ma sono certa che questa verrà presto superata, anche grazie a case editrici come “Emma”, che hanno la voglia e il coraggio di investire sul futuro, sia in termini di tecnologia che di nuove voci del panorama letterario. E grazie a forum e blog come Pane e Paradossi, che offrono agli esordienti la possibilità di avere quella “vetrina” che viene a mancare quando il libro di carta non esiste.

C’è un genere, una forma letteraria, con i quali vorresti cimentarti e che non hai ancora affrontato?
Ultimamente mi è capitato spesso di sentirmi dire, da alcune persone amiche e non: «Tu che scrivi cooosì bene, non provi il desiderio di scrivere di “qualcos’altro”»? Il che, tradotto, significa più o meno: «Perché non metti a frutto le tue capacità in qualcosa di più serio e “letterario” dei romanzi rosa?»
Mi viene da sorridere, a questa domanda, perché capisco che queste persone non vogliono farmi una critica, ma piuttosto un grande complimento, e magari anche offrirmi un prezioso consiglio. La mia risposta, di solito, è che credo che ogni scrittore debba scrivere di argomenti che sente davvero e che debba provare piacere nel farlo: da questo punto di vista, non potrei chiedere né desiderare di più.
Questo, ovviamente, non esclude che un giorno non deciderò di cimentarmi in altri generi letterari, ma per ora sono contenta di fare quello che credo di saper fare abbastanza bene e di godermi la gioia che provo nel raccontare le mie storie e le enormi soddisfazioni che mi procurano le prime risposte del pubblico ai miei romanzi.

Hai delle tecniche narrative, dei trucchi, dei riti o luoghi che ti conciliano meglio il processo creativo a cui non riesci a rinunciare quando scrivi? Insomma, come ti rapporti alla “famigerata” pagina bianca?

Ecco dove Paola dà vita alle sue meravigliose storie ; )

Ecco dove Paola dà vita alle sue meravigliose storie ; )

Non vorrei rischiare di apparire presuntuosa, perché a dire la verità non ho alcun merito in questo, ma da quando ho cominciato a scrivere mi è capitato molto di rado di sperimentare il famigerato “blocco da pagina bianca”. Di solito, comincio stendendo una traccia di base di quello che accadrà nel romanzo, perché penso che sapere dove vuoi arrivare sia fondamentale per evitare di lasciarsi prendere da divagazioni che appesantiscono la narrazione. Ma poi, mentre scrivo, la storia si sviluppa autonomamente, si arricchisce e prende direzioni inaspettate, che vengono fuori in modo del tutto naturale. Come ho già detto, i miei personaggi pensano da soli a portare avanti la storia e il più delle volte io mi limito a seguirli.
Certo, ci sono dei momenti in cui hanno bisogno di un piccolo aiuto e sorge quindi la classica domanda: “Che cosa dovrebbe succedere, adesso?” Quando accade, smetto di scrivere e mi sdraio sul divano a occhi chiusi, aspettando che la risposta arrivi da sola. Se non succede, mi metto a leggere un libro o a fare qualcos’altro, in modo da liberare la mente: magari la risposta arriverà leggendo una frase, o più tardi, preparando la cena, o magari quando mi infilerò sotto le coperte. L’importante è non voler forzare le cose e, soprattutto, mai farsi prendere dal panico o dallo sconforto.
Ho un sogno, che credo accomuni molti scrittori: vorrei tanto, un giorno, potermi ritirare per almeno una settimana in una piccola pensioncina con un balcone dal quale si vede il mare e passare tutto il tempo a scrivere con la sola compagnia dei miei personaggi. Chissà, forse prima o poi si avvererà…

Da dove parte la tua storia di lettrice? Quali generi letterari ti affascinano? Quali sono i tuoi autori feticcio, quelli che ami leggere e rileggere?

La libreria di Paola ^_^

La libreria di Paola ^_^

Ho sempre letto moltissimo, fin da bambina. Ricordo quando, esauriti tutti i libri per ragazzi che avevo a disposizione, mi sono buttata su Pavese e Moravia, perché facevano tanto adulto e “vero lettore”, superando “La noia” senza battere ciglio, nonostante dentro di me rimpiangessi i tempi di “Ventimila leghe sotto i mari”. Da quando scrivo, il tempo per leggere scarseggia, perché un giorno continua a durare ventiquattr’ore e oltre ai miei romanzi ci sono il lavoro, la famiglia e gli amici. Ma cerco comunque di leggere il più possibile, perché sono fermamente convinta che scrivere senza leggere sia come cucinare senza aver mai apprezzato il sapore del cibo. Nella vita ho letto un po’ di tutto, dai gialli (svedesi e non) ai romanzi storici, dai classici alla narrativa contemporanea e, naturalmente, tanti fantasy e tante storie d’amore.
I libri che amo rileggere non sono molti, in particolare me ne vengono in mente due: uno è “Il signore degli anelli”, che rileggo più o meno ogni dieci anni, perché ogni volta provo qualche emozione in più e perché leggerlo mi fa pensare a come deve sentirsi uno scrittore quando inventa non una storia, non un genere, ma un intero mondo a sé. Una curiosità: in “Kyler” c’è un piccolo omaggio a Tolkien e al suo romanzo. Il nome della cittadina in cui è ambientata la mia storia è Windhill, traduzione letterale di Colle Vento, uno dei luoghi dell’universo immaginario di Tolkien (che nella versione originale inglese è reso come Weathertop, ovvero “vetta del tempo”).
L’altro libro che non mi stanco mai di rileggere è “Jane Eyre” di Charlotte Brontë. Per tanti motivi, uno dei quali è che penso che Mr. Rochester, in quanto a fascino e mistero, sia quanto di più simile a un vampiro si possa trovare tra gli esseri umani, sebbene di carta.

Progetti per il futuro di cui ti va di darci qualche anticipazione? A quando il secondo romanzo della serie?Il secondo romanzo della serie “Principi Azzurro Sangue” dovrebbe essere pubblicato a breve, al massimo nel giro di un paio di mesi. Dico “dovrebbe” perché l’ultima parola spetta ovviamente agli editori, ma credo che i tempi saranno quelli. Intanto, ho già iniziato il terzo, che ho interrotto soltanto per scrivere “Negli occhi del drago”, un breve racconto inserito nell’antologia “Amore, orgoglio e pregiudizio”, pubblicata da Emma Books per celebrare il bicentenario dell’uscita del capolavoro della Austen, lo scorso 28 gennaio.
Pensando al futuro, posso solo dire che, per quanto mi riguarda, ho già in mente i protagonisti e anche le storie a grandi linee del quarto e del quinto, ma per questo bisognerà vedere quale sarà l’opinione in proposito degli editori e, soprattutto, dei lettori. Nel frattempo, non escludo la possibilità di scrivere un altro romance sull’onda di “Qui per te” e magari, chissà, prima o poi potrei anche decidere di tentare la strada del fantasy in senso stretto, con meno sesso e più draghi…

E anche per questa settimana è tutto ^__^
Ringraziando ancora una volta tutti gli autori e gli editori che continuano a mandarci le loro opere e voi instancabili lettori che ci seguite fedelmente, auguro a tutti una Buona Lettura e, mi raccomando, non perdete il prossimo appuntamento con Letto e Bloggato!

;)


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