Continua l’appassionante (spero ^_^) appuntamento settimanale con la rubrica Letto e Bloggato. Questa volta abbiamo deciso di dedicare il nostro spazio a “La società degli spiriti” (Pagine: 52, Prezzo:1.99 euro per la versione ebook), primo episodio della serie Victorian Solstice di Federica Soprani e Vittoria Colella, edito dalla Lite Editions.
Sul Libro:
Jericho è un Medium dei bei salotti. Jonas un investigatore che non crede nel paranormale. Quando Lord Kynaston viene trovato fatto a brandelli nel suo studio chiuso dall’interno, il Medium che parla con i morti e il poliziotto più scettico di Scotland Yard sono costretti a lavorare insieme loro malgrado. Dai bordelli per ricchi annoiati fino alla casa del vizio più pericolosa del West End, una detective story vittoriana oscura e sensuale.
La mia opinione:
Titolo evocativo per una short- story dove gli “spettri” non sono solo quelli che Jericho, uno dei protagonisti, dovrebbe richiamare durante le sue così ben frequentate sedute spiritiche. I veri fantasmi, più presenti e concreti, sono quelli dei brutti ricordi, dei dolori vissuti e mai del tutto sopiti dei due “eroi” dai nervi stanchi che accompagnano il lettore in una Londra vittoriana così contenuta nelle apparenze ma, allo stesso tempo, così seduttiva e decadente nella privacy delle eleganti dimore. Dove miseria e sfarzo si incontrano senza sforzo, Jericho, novello Virgilio, traghetta Jonas alla scoperta di una Londra nascosta e alienata, alla ricerca della spiegazione ad un delitto “impossibile”. Ma non è il pretesto investigativo (che non manca sicuramente di inverntita e originalità) a tener banco. Perno centrale del libro, che giganteggia su tutto il resto, è invece il rapporto, l’alchimia innervata da un sottile turbamento erotico, che va instaurandosi tra i due protagonisti entrambi esiliati (dalla vita, dall’amore) e persi nella consapevolezza che mai conosciamo davvero le persone che amiamo, che i loro veri sentimenti, le loro asprezze e inganni, ci sfuggono.
Così Jericho e Jonas trovano, quasi inconsapevolmente, l’uno nell’altro un qualcuno per cui provare interesse, uno scopo da perseguire per continuare ad esistere. Sinergia di intenti che rispecchia la buona intesa dimostrata dalle autrici che riescono a non far minimamente notare, durante la narrazione, il cambio di mano e ad uniformare il loro stile in un elegante esempio di letteratura sensuale. Un ottimo libro di cui non si può fare a meno di desiderare di avere già in mano il seguito.
E ora l’intervista con le autrici:
“Morgana supervisiona il mio lavoro”
Inizio ringraziando entrambe per la disponibilità e dandovi il benvenuto su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato . Che ne dite di raccontarci qualcosa di voi, cosa amate fare, come vi siete avvicinate alla scrittura, qual è il suo ruolo nella vostra vita e, soprattutto, com’è nata la vostra collaborazione?
Federica: Grazie a voi, è un onore e un privilegio essere vostre ospiti. Le cose che amo fare sono sempre molto più numerose di quelle alle quali posso dedicarmi, purtroppo. Amo in cinema e le serie televisive. Ho fatto teatro per anni, poi ho ripiegato sui giochi di ruolo dal vivo quando gli impegni di lavoro mi hanno imbrigliata. Mi piace cucinare (e mangiare). Adoro fare lunghe passeggiate, cercando disperatamente di scovare scorci suggestivi e selvaggi tra il grigiume cittadino. Naturalmente mi piace leggere, da sempre, e scrivo da quando ero bambina. All’inizio era un modo per dare spazio e voce ai miei innumerevoli amici immaginari. Poi ho iniziato a scrivere storie per i miei amichetti ‘reali’. E non ho più smesso. Scrivere è la cosa che amo fare di più in assoluto, mi fa stare bene, mi rende felice.
La collaborazione con Vittoria è nata per caso. Ci siamo conosciute su un forum di appassionati di Doctor Who. Io all’epoca avevo appena aperto Victorian Solstice, il Gioco di Narrazione on line, e cercavo players. Sebbene lei avesse ammesso di non aver mai scritto narrativa in vita sua sono rimasta subito folgorata dal suo stile e dalla sua inventiva e ho fatto di tutto per irretirla e portarla verso il lato oscuro. E ci sono riuscita
Comodino: oltre al caos, il mio amato Kindle, Fumetti di Hellboy e il GAZA 1956 di Joe Sacco, manuale del gioco di ruolo steampunk Castle Falkensteine manuale sulla sessualità vittoriana di Pearsall.
Vittoria Corella: Io leggo. Molto. Sempre. Comunque. Per dormire, per combattere la tristezza, ma soprattutto per imparare cose nuove, perché imparare per me è sinonimo di felicità. Per motivi mai del tutto chiariti, c’è sempre stato qualcuno che nella mia vita mi ha chiesto “Scrivimi qualcosa!”. Me l’ha chiesto la redazione di un quotidiano, allora ho anche fatto la giornalista per un po’, poi un paio di magazine cartacei ora defunti e anche qualche webzine: “Scrivimi qualcosa!”. Poi è arrivata Federica e mi ha chiesto “vuoi scrivere? “ e io le ho risposto sì. Che altro potevo fare?
Come è nata l’idea de “La società degli spiriti”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo e alle altre cronache della vostra serie Victorian Solstice?
Federica: Per quanto mi riguarda La Società nasce da un sogno. Ho sognato l’omicidio Kynaston qualche anno fa. Ho sognato la Sirena. E nel sogno c’era un Medium senza scrupoli. Avevo buttato giù qualcosa subito, ma poi non ne avevo fatto nulla. Poi, quando nacque Victorian Solstice GDN tirai fuori la storia per un articolo di Orlando Swan sulla Mayfair Gazette. Il caso era ancora irrisolto. Nell’articolo si leggeva che anche il sedicente Medium Jericho Marmaduke Shelmardine aveva preso parte alle indagini. Quando Vittoria ed io abbiamo deciso di iniziare a scrivere gli episodi della serie ho subito proposto questo caso, per scoprire una volta per tutte cosa fosse successo.
VC: Federica, che è più pratica di me, voleva concretizzare qualcosa riguardo all’autentico MARE di storie e personaggi che nel corso di oltre quattro anni di scrittura insieme avevamo accumulato nel nostro immaginario comune, ovvero i Londinesi Vittoriani del nostro Gioco di Narrazione. Suppongo lei abbia scelto Jericho, perché credo sia il Londinese ‘più vecchio’. Io invece ho ideato Jonas proprio per questi racconti e mi sono ispirata ad una faccia che mi piacesse. Lo faccio sempre. Trovo una faccia che mi ispira una storia e poi ricamo. In questo caso mi sono ispirata allo scrittore Falksen.
Jericho e Jonas: così diversi ma così simili nella ricerca di una distrazione al dolore che si portano dietro. Due personaggi affascinanti dal rapporto complicato e ricco di futuri sviluppi. Che rapporto avete con loro? Da dove è nata l’ispirazione nell’idearli e nel descriverli al lettore?
Federica: Amo Jericho, è uno dei primi personaggi che ho creato per l’ambientazione vittoriana. In precedenza lo usavo anche in un altro GDR on line. Il fatto che lo ami tanto mi porta ad infierire particolarmente su di lui. Faccio sempre così con i personaggi che mi piacciono, ho questa mia contorta estetica del dolore che mi porta a credere che a certi personaggi la sofferenza doni enormemente! Ho giocato Jericho su Victorian Solstice GDN per anni, e Vittoria ha creato per lui Cristophe Safire e Valentina Casanova. Confesso che nel GDN, ambientato tre anni prima rispetto ai fatti della serie, era destinato a morire, ma quando si è ventilata la possibilità di scrivere questi racconti ho deciso che lui fosse il candidato migliore come protagonista, e ho deciso di allungargli un po’la vita. E poi per nulla al mondo avrei mancato al suo incontro con Jonas Marlowe! Me ne sono innamorata non appena Vittoria mi ha inviato il primo frammento su di lui. Penso che sia perfetto come controparte del Medium. E anche il Medium lo pensa.
VC: La mia crudeltà nei confronti dei miei personaggi è proverbiale e degna di un Dio dell’Antico Testamento. Non provo particolare coinvolgimento emotivo nei confronti dei miei personaggi: cerco solo di costruire una storia avvincente, credibile, possibilmente ‘bella’ e rendere il più tridimensionale possibile il personaggio. Però quando mi stufo, lo abbatto senza pietà. Jonas è un esperimento di ‘buono senza speranza, non bello e non vincente’. Da piccola preferivo Paperino a Topolino, come quasi tutti.
Siete entrambe creatrici e autrici di un Gioco di Narrazione dedicato alla vostra serie poliziesco-erotica Victorian Solstice ( www.victoriansolstice.forumfree.it) . Ci volete spiegare cos’è e come è nata l’idea?
Federica: In realtà il GDN è precedente, esiste dal 2009, e da esso traiamo gran parte delle idee, dei personaggi e delle situazioni riproposte nei racconti. Jericho, Safire, Re Belial, Sir Davies, così come buona parte dei personaggi che appariranno nei racconti successivi, esistevano e vivevano già nel GDN. Solo Jonas è stato creato appositamente per la serie. Il GDN è ambientato nel 1887 e propone una linea cronologica comune che si snoda in tre diversi ‘blocchi’ sociali (West End, City e East End) attraverso i quali si intrecciano le vicende di numerosi personaggi. Ho sempre creduto molto in questo progetto e ho sempre pensato che, prima o poi, ne avremmo tratto qualcosa di pubblicabile. Aspettavo solo di scoprire cosa.
VC: Il ‘VS’, come lo chiamiamo noi, è una specie di romanzo totale online in cui chiunque abbia voglia di scrivere e leggere e nutra un minimo di interesse per il periodo storico in questione può entrare. C’è una linea narrativa comune e chiunque si può inserire col suo personaggio e interagire con gli altri. Il risultato è un specie di romanzone/gioco di ruolo con diecimila personaggi e diecimila trame diverse che prima o poi si intersecano. Per adesso è in pausa di riflessione, ahimè.
Volete raccontarci qualcosa dei passi che avete dovuto fare per vedere finalmente pubblicato “La società degli spiriti”? È stato tutto come vi aspettavate? Com’è il mondo dell’editoria visto con i vostri occhi?
Federica: E’stato abbastanza facile, in realtà. La curatrice della collana Giallo-Nero della Lite mi chiese se avessi qualcosa da proporle. Ci conoscevamo già e aveva letto altri miei racconti. Io, che non sono mai stata molto portata per il giallo e il poliziesco, ho proposto subito a Vittoria una collaborazione. Lei si è fatta pregare come al solito, ma ho saputo fin da subito che avrebbe capitolato. Abbiamo scritto il primo racconto quasi di getto, lo abbiamo editato e lo abbiamo inviato alla Lite, insieme alla copertina disegnata per noi da Monia Zanetti, la nostra illustratrice ufficiale. Ci è arrivato il contratto e lo abbiamo firmato. Tutto molto semplice. Per quanto riguarda il mondo dell’editoria, personalmente mi confonde e mi atterrisce un po’. Mi ero già resa conto delle tante zone d’ombre cercando di pubblicare il mio romanzo storico (tuttora inedito), ma non ero pronta al sottobosco della case editrici digitali, che con la loro vasta diffusione rendono ancora più difficile tenere le fila dei giochi. Occorre cautela, questo è certo, e occorre umiltà, ma questo l’ho sempre saputo. Bisogna imparare a relativizzare ogni cosa, tanto le lodi quanto le critiche, e rassegnarsi al fatto che, in questo come in tutti gli altri campi, spesso il successo è legato più a simpatie e favoritismi che non ha effettive capacità. Compreso ciò, bisogna cercare di tenersi fuori da clientelismi e compromessi e andare avanti per la propria strada, con coerenza. Scriviamo fondamentalmente perché ci piace. Lo faremmo anche se nessuno ci leggesse, come abbiamo fatto per anni nel GDN. Facciamo del nostro meglio. Il reso deve contare poco.
VC: Il Mondo dell’Editoria NON è come me lo aspettavo. Prossima domanda?
“Fonte di energia indispensabile per il corpo e per la mente.”
Avete delle tecniche narrative, dei trucchi, dei riti o luoghi che vi conciliano meglio il processo creativo a cui non riuscite a rinunciare quando scrivete? Insomma, come vi rapportate alla pagina bianca?
Federica: No, nulla in particolare. Apro la pagina e se comincio a ‘vedere’ qualcosa significa che è un buon momento per scrivere. Di solito che sta andando bene quando ho l’impressione che le parole appaiano prima che io le abbia scritte, come se le mie dita si muovessero per conto loro. Altre volte parlo sottovoce mentre scrivo, come se seguissi un dettato.
VC: io scrivo ‘a mente’ (cioè letteralmente mi racconto da sola la storia nella mia testa) e lo faccio nel dormiveglia, prima di addormentarmi. Le mie inibizioni si azzerano e spesso sogno le storie come se fossero film. La mattina, se riesco, trascrivo il tutto. Non sempre mi è possibile, allora cerco di riempire il foglio bianco meglio che posso.
Da dove parte la vostra storia di lettrici? Quali generi letterari vi affascinano? Quali sono i vostri autori feticcio, quelli che vi è impossibile abbandonare?
Federica: Ho iniziato a leggere piccolissima, sebbene nessuno nella mia famiglia fosse particolarmente devoto alla lettura. Ciononostante mi hanno sempre incoraggiata molto. Sono sempre stata una lettrice onnivora. Crescendo i miei gusti si sono orientati verso la storia, in particolare Rinascimento e primo Ottocento. Ma ho continuato a lasciami guidare dal mio naso e dalla suggestione del momento. Mi sono appassionata di Storia napoleonica e mi sono laureata con una tesi sui vampiri. Per anni ho creduto di essere la reincarnazione del poeta inglese Percy Shelley (e sospetto che Vittoria lo sia di Lord Byron…). Gli autori che considero tuttora i miei modelli sono una rosa tutta femminile: Emily Bronte (il suo Cime tempestose resiste come mio romanzo preferito dall’età di undici anni), Angel Carter (La camera di sangue è un libro che ho letto fino a consumarne le pagine), Tanith Lee (autrice che ha riscritto per me il significato di ‘fantasy’), Paola Capriolo (La grande Eulalia, Vissi d’amore, e tutta la sua produzione magica e inimitabile). Negli ultimi anni mi sono appassionata ai romanzi di Arturo Pérez-Reverte.
parte di una delle librerie (potete vedere la mia serie di guide di Londra, città che per studio, lavoro e svago visito in media una o due volte all’anno, il dizionario dei Sinonimi & Contrari regalatomi da mio marito che forse voleva dirmi qualcosa con questo dono, libri vari sui serial killer, Philippa Gregory e LE BENEVOLE di Littell)
VC: Mi hanno spiegato che leggere è vivere molte vite. Mia nonna ci teneva moltissimo, e mi torturava coi classiconi lacrimosi tipo Cuore, Incompreso e Piccole Donne. E’ lì che ho imparato che leggere è un viaggio ed un supplemento di vita. Leggo qualsiasi cosa. Prediligo i romanzi storici, le storie di guerra e odio il fantasy in maniera viscerale.
So che è a breve uscirà il sequel della “La società degli spiriti” e che si intitolerà “La Lega dei gentiluomini rossi”. Ce ne volete parlare? Qualche succosa anticipazione? Altri progetti di cui dovremmo essere informati?
Federica: In realtà noi stiamo già lavorando al quarto racconto, ma meglio non correre troppo! La Lega vedrà ancora insieme Jonas e Jericho collaborare a un altro caso oscuro e misterioso (e sopratutto alle prese l’uno con i fantasmi dell’altro). Emergeranno altri tasselli della vita del Medium: soprattutto il finale aprirà nuovi scenari alquanto sconcertanti su di lui e sul futuro. Altri progetti in comune? Sto cercando di convincere Vittoria a scrivere un romanzo monumentale che dovrebbe coprire un periodo a cavallo tra il 1887 e il 1954 e che riproporrebbe personaggi e situazioni legati a Victorian Solstice. Spero di convincerla!
VC: Jericho e Jonas riveleranno nuovi aspetti nascosti di una Londra piuttosto dark e crudele. Jonas finirà con l’innamorarsi, ma non vi dico di chi.
E anche per questa settimana è tutto ^__^
Ringraziando ancora una volta tutti gli autori e gli editori che continuano a mandarci le loro opere e voi instancabili lettori che ci seguite fedelmente, auguro a tutti una Buona Lettura e, mi raccomando, non perdete il prossimo appuntamento con Letto e Bloggato!