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Letto e Bloggato: Uccidimi, ti prego!

Da Blackarcana @BlackArcana

Letto e Bloggato: Uccidimi, ti prego! Eccoci ad un nuovo appuntamento con l’ormai imperdibile rubrica Letto e Bloggato arricchita questa settimana da una piccola novità. Oltre all’usuale intervista con l’autore di turno ho deciso di aggiungere (con la collaborazione della coraggiosa scrittice ospitata che si è prestata all’esperimento) alcune immagini che racconteranno in parte la quotidianità dello scrivere e che faranno da “commento visivo” all’intervista. Non preoccupatevi, capirete meglio non apena viste ^_^. Ma veniamo al dunque: questa settimana dedichiamo il nostro spazio a “Uccidimi, ti prego!” (Pagine:266, Prezzo: 16.00 euro per la versione cartacea e 4.99 per quella ebook) libro d’esordio di Vincenza Lucrezia Vigianello, edito per la Book Sprint Edizioni.

Sul Libro:
Un rapimento. Una violenza. Terribili segreti. Questo è ciò che subisce la sedicenne Ginevra. Una ragazzina costretta a diventare donna troppo in fretta, e poi una donna piena di paure, una donna bisognosa d’aiuto. È proprio per questo motivo che si rivolgerà ad uno psichiatra, che l’aiuterà a superare i traumi del passato. Ma una rivelazione sconcertante la getterà, ancora una volta, nella disperazione più assoluta.

La mia opinione:
Affrontando da un punto di vista sia psicologico che puramente narrativo la dicotomia vittima/carnefice, sfumandone i contorni e livellandone le difformità, il libro racconta al lettore il difficile superamento di un trauma da parte di due giovani vittime di un destino opposto ma analogo fatto di dolore e innocenze infrante.
Mostrando una sensibilità quasi crepuscolare, l’autrice tesse una tela di ragno in cui restano impigliati tutti i personaggi che, quasi cuciti con un filo di tragedia greca, pagina dopo pagina, vengono spogliati di ogni maschera, di ogni segreto e falsa giustificazione. Si mantiene però, quasi caposaldo irrinunciabile, l’istanza universalistica dell’amore, qui sentito come bisogno primario e veicolo verso la salvezza e l’espiazione. Senza pietismo, ma con una certa acerba qualità, risoluta nella sua nitidezza, e liberandosi dei soliti rassicuranti impacci dottrinali o dalla fin troppo facile morbosità, la Vigianello crea un romanzo intenso e sfuggente, che non lascia indifferenti e che smuove i sentimenti del lettore commuovendolo. Un ottimo esordio, coraggioso, che sfrutta appieno le potenzialità di una storia difficile ma ricca di temi universali.

E ora l’intervista con l’autrice arricchita da alcune immagini:

Ciao Vincenza, benvenuta su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato. Che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te, cosa ami fare, come ti sei avvicinata alla scrittura e qual è il suo ruolo nella tua vita?

Letto e Bloggato: Uccidimi, ti prego!

“Io da piccola, nel terrazzo dei miei nonni
(è lì che ho scritto l’epilogo di “Uccidimi, ti prego!”)”


Ciao, Barbara! Innanzitutto volevo ringraziarti per darmi l’opportunità di raccontare del mio libro sul vostro sito! Qualcosa di me? Vediamo… credo che inizierò col raccontarvi della mia prima volta come scrittrice! Avevo poco più di nove anni e già mi reputavo un’accanita lettrice, onnivora ed insaziabile. Mi piaceva da morire leggere (in realtà mi piace tutt’ora, solo che all’epoca avevo molto più tempo da dedicare alle letture rispetto ad oggi) e nutrivo dentro di me la curiosità di sapere cosa si provasse a scrivere dei libri. Un giorno- lo ricordo perfettamente- a mia zia, la stessa zia che mi aveva iniziata alla lettura dei libri, regalarono un Windows ’98 che, a quel tempo, sembrava uno strumento particolarissimo e super-tecnologico. Lo teneva nel soggiorno a casa dei miei nonni e, di tanto in tanto, mi consentiva di utilizzarlo. Io ero al settimo cielo! Avevo scoperto il mondo di Word, potevo scrivere quello che mi pareva! La prima storia che venne fuori dai miei primi timidi esperimenti era la storia di una ragazzina di 10 anni come me, che incontrava Martin, un alieno buffo dalla forma mutante, a cui lei si affezionava, mentre gli insegnava tutte le cose che conosceva del mondo. Mi divertivo tanto a scriverlo! Poi, nel periodo dell’adolescenza, ho sviluppato la convinzione di poter incontrare solo amori di carta, quindi scrivevo storie d’amore, innamorandomi puntualmente del protagonista di turno e quello era il mio modo di vivere una vita parallela, che altrimenti sarebbe stata fatta solo di scuola, interrogazioni e amicizie che cambiavano forma ogni giorno. Oggi la scrittura è una parte importante di me. Come quando ero piccola, rimane uno strumento per sperimentare altre strade, per conoscere nuovi mondi. La scrittura è il mio lasciapassare al mondo della fantasia. Da innamorata dell’arte quale sono, non ne potrei fare a meno. E questa forma d’arte, se così si può chiamare, va a sposarsi all’altra mia grande irrinunciabile passione: quella per il teatro. Ecco, io credo che senza la letteratura e senza il teatro, io non esisterei, o comunque sarei solo l’effimera ombra di me stessa.

Come nasce “Uccidimi, ti prego!”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo?

“Foto del mare di Rossano, luogo in cui mi sento particolarmente ispirata. Molte scene del mio romanzo (soprattutto della seconda parte) sono nate al mare! “


“Uccidimi, ti prego!” nasce per caso, in un pigro pomeriggio della mia adolescenza. Per scherzo avevo cominciato a scrivere una sorta di racconto dal titolo “Non uccidermi!” in cui una ragazzina di sedici anni dal nome da definire veniva rapita da quattro loschi individui, che avevano nomi d’animali come nomi in codice. Un esperimento, niente di più. Il problema dei miei esperimenti è che io poi comincio a credere in loro, do fiducia a quella che era solo un’idea. Devo dire che questo romanzo non ha avuto una facile gestazione: ogni volta iniziavo a scriverlo, poi abbandonavo l’idea, ripromettendomi, però, di ritornarci. Poi un giorno- sarà stato meno di due anni fa- ho sperimentato una nuova cosa: il racconto inizia in medias res, senza preamboli, senza antefatti. Chi legge si trova insieme alla ragazzina sotto la botola buia, sente il suo stesso freddo, sente i morsi della fame, è raggelato dalla paura di morire, prova un’amara sensazione di disgusto nei confronti dei rapitori. Da lì l’idea si è sviluppata, nuovi personaggi hanno acquistato voce nel romanzo, nuove storie sono emerse. Non c’era più solo la ragazzina rapita, ma c’erano altri volti, altre voci che volevano dire la loro. Quello che era solo un mio progetto iniziale ha cominciato a svilupparsi e a diventare altro. Il miracolo era accaduto: il romanzo cominciava a parlarmi e io, da ideatrice, diventavo artigiana dell’arte.

Questo è il tuo primo libro. Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?
In realtà, ti devo contraddire. Si tratta del mio secondo romanzo! Il primo si chiamava “L’ultima volta”, un romanzo che ho pubblicato quando avevo 18 anni. Ad ogni modo, scrivere “Uccidimi, ti prego!” si è rivelata un’esperienza interessante, sicuramente di crescita. È una mia creazione ed è bello vederlo lì adesso, impaginato, con le parole scritte in nero sulla carta. Fa uno strano effetto, ma è veramente molto piacevole. Non c’era un progetto iniziale in quel senso, non volevo insegnare nulla, solo raccontare una storia che era nata dalla mia fantasia, una fantasia alla quale ho ubbidito ciecamente, senza chiederle mai di svelarmi il suo fine. Adesso che l’ho scritto, adesso che io stessa sono diventata una lettrice del mio romanzo, ti posso dire cosa vedo io: innanzitutto la presenza di un destino che si diverte a scherzare con i miei protagonisti, un destino al quale non si sfugge, un destino che troppo spesso usa una spietata, spietatissima ironia. I miei protagonisti spesso si trovano a scegliere, è vero, spesso scelgono di scappare eppure la vita- o il fato, o dio o chi per lui- li riporta sempre indietro, li costringe a superre i loro ostacoli e loro, a quel punto, non possono far altro che guardare in faccia la realtà. Infine mi sono accorta che, senza volerlo, ho usato due espedienti per far sì che avvenisse questa sorta di “riconoscimento”: da una parte il sogno, dall’altra lo specchio. Il sogno chiarifica, spiega, dà indicazioni, ma soprattutto rivela, diventa il motore dell’intera storia. E’ strettamente collegato alla vita: se i miei protagonisti non sognassero, probabilmente vivrebbero vite statiche e incolori. Analogamente al sogno, anche lo specchio rivela, invia dei messaggi, ma sono più crudeli, più amari. C’è un momento in cui la mia protagonista, Ginevra, si guarda allo specchio e non si riconosce, dice di non sapere chi sia la donna che copia meccanicamente i suoi gesti e allora la colpisce. Beh, solo allora Ginevra capisce di aver superato un limite oltre il quale non può più andare.

Quella di Ginevra e di Alex e del loro lungo cammino verso la guarigione dopo il terribile trauma subito è una storia ricca di coraggio, speranza e perdono. Cosa vorresti che i lettori imparassero o conservassero nel cuore del percorso che hai tracciato per loro?
Mi basterebbe che i miei lettori non chiudessero il libro dopo le prime due pagine! A parte gli scherzi, vorrei che i miei lettori, dopo aver letto l’ultimo rigo dell’ultima pagina, avessero la stessa sensazione che ho io quando termino di leggere un bel libro: quella di voler sapere a tutti i così com’è andata poi la storia, cos’è successo dopo, che fine hanno fatto i protagonisti, vorrei che avessero l’urgenza di sapere ancora e, allo stesso tempo, che avessero timore di abbandonarli. Mi piacerebbe se qualcuno, letto l’epilogo del libro, si chiedesse “e poi?”. E poi che succede? E poi che fine fanno? Insomma, mi piacciono quei libri che lasciano delle domande e mi piacerebbe che il mio fosse uno di quelli. Non pretendo che la storia di Ginevra ed Alex insegni qualcosa, in quanto il suo proposito era il semplice proposito di dilettare come tutte le storie nate dalla fantasia. Non ti nascondo che quando io mi sono congedata dai miei protagonisti avevo il magone, mi veniva quasi da piangere, perché non volevo lasciarli, volevo ancora sapere di loro, pur essendo consapevole che ormai il loro tempo in quelle pagine era finito. Ricordo che era il 15 di agosto, io scrivevo in terrazzo dai miei nonni sul mio pc appena comprato e sapevo bene che avrei messo un punto lì. Che sensazione! Un vero e proprio momento di abbandono. Ma d’altro canto penso che i personaggi nati dalla mente di un autore siano un po’ come figli, che prima o poi bisogna lasciare andare.

Amore, dolore e perdono. Da cosa si impara di più?
La romantica che è in me a questa domanda risponderebbe senza indugio “l’amore!”, con l’aria sognante e gli occhi lucidi. In realtà, credo si impari molto più dal dolore. La triste realtà è che conosci te stesso solo quando soffri, in silenzio e da solo. Alex rimane in silenzio ben quindici anni della sua vita, Ginevra tiene nascosto un segreto per tanto tempo ed entrambi soffrono, entrambi devono misurarsi con i sensi di colpa, le frustrazioni, le paure. Il dolore non lascia loro tregua, li strema, li costringe a prendere decisioni impossibili e, tuttavia, ricche di coraggio. Se Ginevra non avesse alle spalle il passato che ha, probabilmente sarebbe una donnetta scialba e senza colore, anonima nella folla. La Ginevra che non ha sofferto non avrebbe mai bussato alla porta della mia fantasia, ne sono sicura. Il vero momento di crescita dei miei protagonisti, però, avviene quando subentra il perdono: il perdono diventa una molla, un lasciapassare per la felicità. Basta rimorsi, basta rimpianti, basta prendersela col passato, basta sensi di colpa! I miei protagonisti, alla fine, appaiono come sopravvissuti ad una calamità naturale, e tuttavia non hanno smarrito il sorriso nelle macerie. Non si tratta di un lieto fine, perché il dolore ha talmente stravolto i protagonisti di questa storia che parlare di lieto fine suonerebbe strano. Io parlerei piuttosto di nuovo inizio.

Per presentare “Uccidimi, ti prego!” ai lettori hai scelto la via dell’autopubblicazione attraverso la booksprint edizioni. Ci vuoi raccontare i motivi di questa tua decisione? È stato tutto come ti aspettavi? Lo consiglieresti anche ad altri giovani autori? Com’è il mondo dell’editoria visto con gli occhi di un’autrice esordiente?
Pubblicare con la “Bookspint Edizioni” è stata una bellissima esperienza, che vivamente mi sento di consigliare a tutti quelli che, come me, amano scrivere e lo fanno con la mia stessa passione. Il mondo dell’editoria visto da un’autrice esordiente è un mondo difficile, in cui non si riesce a trovare posto. L’editoria oggi ubbidisce alle regole di mercato, esattamente come tutti gli altri settori e spesso toglie all’arte per accontentare un pubblico quanto più vasto possibile (adesso è la lettrice-Vincenza che ti parla!), per cui non ti nascondo che in generale in giro c’è aria di delusione quando si accenna all’editoria oggi. Ma io sono fiduciosa: sono sicura che chi merita veramente alla fine riuscirà a trovare un posticino per raccontare le proprie storie, esattamente com’è successo a me adesso. Sono una sognatrice: io ancora spero che la storia che ho avuto il piacere di raccontarvi, possa piacere a qualche grosso editore, che la faccia conoscere in giro per il mondo!

C’è un genere, una forma letteraria, con i quali vorresti cimentarti e che non hai ancora affrontato?
Sì, credo che mi piacerebbe molto cimentarmi nella forma del noir, per il momento è questa la mia ambizione. Da lettrice adoro i romanzi un po’ cruenti, quei romanzi che raccontano di storie losche, di criminali e di assassini. Un giorno mi piacerebbe essere tra la schiera di quei narratori di questo genere di storie. L’unico problema è che non credo potrei mai rinunciare ad inserire un pizzico del mio romanticismo persino in quelle storie!

Da dove parte la tua storia di lettrice? Quali generi letterari ti affascinano? Quali sono i tuoi autori feticcio, quelli che ami leggere e rileggere? C’è un libro dei libri?

Letto e Bloggato: Uccidimi, ti prego!

” il primo libro che ho letto nella mia vita.”


La mia storia di lettrice ha inizio da bambina, come ti accennavo sopra. Come a tutti i bambini che si avvicinano alla lettura, anche a me è stato regalato il “Piccolo Principe” e da allora credo di avere sempre avuto un libro sul comodino. Vado molto a periodi: ci sono periodi in cui amo i generi che mi portano lontano dalla realtà quotidiana, in particolar modo il fantasy (sono irresistibilmente attratta da tutto ciò che ha a che fare con la magia!), altri in cui, invece, scelgo libri che si attengano quanto più possibile alla realtà, altri ancora in cui mi vien voglia di recuperare tutto il tempo perduto con i classici. Poi cerco di prendere un po’ da tutti, mi lascio ispirare da molti degli autori che leggo, ma sempre cercando di rimanere fedele a me stessa. Non ti nascondo che le letture che faccio inevitabilmente condizionano molto anche il mio modo di scrivere, le due cose sono collegate, rimangono inscindibili.

Progetti per il futuro di cui vuoi darci qualche anticipazione?

“E’ una foto scattata in montagna, in Sila greca… lì mi piacerebbe poter scrivere in solitudine i miei romanzi un giorno!”


Letterari, intendi? Al momento sto scrivendo un racconto di fantasia e in più ho in mente un paio di idee che aspettano solo di essere messe per iscritto. Credo che, appena avrò un po’ di tempo, mi dedicherò anima e corpo ad un tipo diverso di scrittura: scrittura teatrale. Sarebbe il punto di congiunzione tra le mie due grandi passioni: da una parte l’intreccio, la storia, dall’altra la storia che prende vita. Ma credo di non essere ancora totalmente pronta ad affrontare il dramma, mi serve un po’ di tempo! In questi giorni mi sta venendo anche l’ispirazione per un nuovo romanzo, ma sono ancora in fase di progettazione, potrebbe volerci del tempo! Vedremo! Vi terrò aggiornati!

E anche per questa settimana è tutto ^__^
Ringraziando ancora una volta tutti gli autori e gli editori che continuano a mandarci le loro opere e voi instancabili lettori che ci seguite fedelmente, auguro a tutti una Buona Lettura e, mi raccomando, non perdete il prossimo appuntamento con Letto e Bloggato!

;)


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