LETTONIA: Il soft power delle televisioni russe allarma i paesi baltici

Creato il 11 marzo 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 11 marzo 2014 in Baltico, Lettonia, Slider with 2 Comments
di Paolo Pantaleo

In Latgale, al confine fra Lettonia e Russia, per molti il presidente è Putin, non Bērziņš. I russofoni nel baltico vivono nello spazio informativo russo, dove la propaganda del Cremlino passa senza filtri.

Recarsi in Latgale, la regione orientale della Lettonia ai confini con la Russia, e chiedere chi è il presidente russo e chi è quello lettone. Tutti sanno rispondere che quello russo è Putin, ma molti non sanno dire il nome di quello lettone, Andris Bērziņš. E’ quanto ha mostrato il programma di TV3 “Nekā personīga”. E’ il soft power russo, che attraverso i canali televisivi russi e il vasto uso della lingua russa nella regione del Latgale, come in varie altre zone dei baltici, di fatto monopolizza lo spazio della comunicazione e dell’informazione.

Nei villaggi di frontiera, ma anche nelle città più grandi, le tantissime parabole sulle case sono indirizzate verso i canali russi e bielorussi, dove Putin e Lukashenko esercitano un potere di controllo dell’informazione pressoché totale.

La troupe di TV3 dopo aver visitato i villaggi e le cittadine di frontiera del Latgale quattro anni fa, torna in questi luoghi, dove niente è cambiato. Del resto qui siamo a 300 km. da Riga, ma sulla porta del confine con la Russia e la Bielorussia.
La gente qui guarda solo canali russi e bielorussi, e le informazioni che arrivano spingono la maggior parte delle persone, anche in questa situazione di crisi in Ucraina, a schierarsi apertamente dalla parte di Putin: “Putinam ir taisnība! Taisnība!”(Putin ha ragione! Ha ragione!) dicono in molti.

Qualcuno che vorrebbe guardare anche televisioni diverse dai canali russi e bielorussi c’è, ma non è così facile. Il sistema radiotelevisivo lettone si è fatto molto complicato negli ultimi anni e non ha favorito la diffusione dei canali lettoni, né quelli in lingua lettone ma neanche tanto quelli in lingua russa.
I canali pubblici lettoni, LTV1 e LTV7, praticamente gli ultimi due canali generalisti che si possono vedere in chiaro senza decoder, si prendono male, il segnale non sempre giunge bene e soprattutto molte persone russofone in queste zone non li guardano perché non capiscono il lettone, pur vivendo in Lettonia da anni.

Gli altri canali privati, sia in lingua lettone che in lingua russa, sono ormai visibili solo in digitale con un abbonamento. Molti in questa regione, la più povera della Lettonia, non possono permettersi l’abbonamento a Lattelecom, l’azienda pubblica che offre il pacchetto più ampio di canali televisivi privati in Lettonia.

Lattelecom, azienda pubblica, ritrasmette più canali russi che lettoni

Del resto anche Lattelecom è da mesi al centro di polemiche molto dure. Diversi partiti politici lettoni la accusano di contribuire alla diffusione del soft power del Cremlino, ritrasmettendo nel suo pacchetto molti canali russi.
Nel pacchetto di Lattelecom sono presenti 33 canali free, di cui solo cinque in lingua lettone (fra cui le due reti pubbliche LTV1 e LTV7 che comunque offre anche notizie e telegiornali in lingua russa) e il resto per la maggior parte in russo, fra cui tutte le tv di informazione russa come PBK, RTR Planeta, NTV Mir.
Nel pacchetto aggiuntivo a pagamento ci sono altri nove canali, di cui quattro in lettone, le tv di proprietà del network svedese MTG.

Non bisogna poi pensare che le decine di tv russe visibili in Lettonia siano seguite solo in Latgale. Anche a Riga la popolazione russofona è molto estesa e segue abitualmente le tv in lingua russa, che propone show molto popolari e personaggi dello spettacolo noti da anni, fin dai tempi sovietici, al pubblico lettone. Il problema è che insieme agli show di intrattenimento e ai serial, le tv in lingua russa diffondono la propaganda del Cremlino spesso senza alcuna mediazione giornalistica e senza dare spazio ad altre voci.
Del resto quanta importanza la Russia ponga sulla diffusione delle proprie televisioni come potente arma di propaganza, lo dimostra una delle prime misure che ha preso in Crimea in questi giorni, il blocco delle ritrasmissioni nella regione delle televisioni ucraine

Le pressioni per ridurre l’impatto delle tv russe nei baltici

Ci sono state forti pressioni in questi mesi, aumentate ancora di più nelle ultime settimane a causa della crisi ucraina, perché Lattelecom, che è pur sempre una società pubblica lettone, togliesse dal suo pacchetto alcuni canali russi, quelli che sono più attivi nella propaganda del Cremlino.
L’azienda di telecomunicazioni ha reagito invece proponendo alcune modifiche al suo pacchetto. Dallo scorso novembre nel suo pacchetto è visibile anche un canale ucraino, Inter+, in regime di test di prova, mentre da questi giorni è entrato in regime di test anche la diffusione di altri canali come BBC World e CNN International in lingua inglese e anche Doždj TV, la tv russa di opposizione a Putin.

Il problema maggiore per la NEPL, l’agenzia pubblica che regola il sistema delle telecomunicazioni in Lettonia, è quello dei canali russi che sono stati registrati in paesi della UE, in particolare Svezia e Gran Bretagna, e che poi vengono ritrasmessi in Lettonia. E’ il caso ad esempio di NTV Mir e di “Rossjia RTR”. Su questi canali, proprio perché registrati in paesi membri della UE e non al di fuori dei confini europei, la possibilità di intervento da parte dell’agenzia di controllo lettone è praticamente nullo. Dovrebbe essere creato un sistema di controllo coordinato fra i vari paesi europei, una misura che è già stata chiesta dai media dei paesi baltici.

Le preoccupazioni della Lituania.

Anche in Lituania del resto nutrono le stesse preoccupazioni. Per Mantas Martišius, della commissione Radio TV lituana la situazione è grave: “Sì, siano molto preoccupati per le informazioni che vengono trasmesse in Lituania dalle tv russofone. Sono spesso fuorvianti ed incitano alla guerra. Giustificano sistematicamente l’aggressione all’Ucraina. Abbiamo chiesto alla procura generale lituana di valutare se questo comporti la violazione della legge del nostro paese, perché altrimenti non abbiamo poteri di intervenire”.

Fonti: TV3, Delfi.lv, Tvnet.lv. Foto: ANDREY SMIRNOV/AFP/Getty Images

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