“Una volta sulla parete c’era la fotografia sbiadita della moglie, ma il vecchio l’aveva tolta perché si sentiva troppo solo a vederla, e l’aveva messa su un angolo della mensola sotto la camicia pulita”.
Ernest Hemingway
Trama
Dopo ottantaquattro giorni durante i quali non è riuscito a pescare nulla, il vecchio Santiago vive, nel suo villaggio e nei confronti di se stesso, la condizione di isolamento di chi è stato colpito da una maledizione. Solo la solidarietà del giovanissimo Manolo e il mitico esempio di Joe Di Maggio, imbattibile giocatore di baseball, gli permetteranno di trovare la forza di riprendere il mare per una pesca che rinnova il suo apprendistato di pescatore e ne sigilla la simbolica iniziazione. Nella disperata caccia a un enorme pesce spada dei Caraibi, nella lotta, quasi letteralmente a mani nude, contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione sconfitta, Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura e, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita.
Opinione
Il mare è il protagonista assoluto del libro, Hemingway è riuscito a farmi sentire in quella barchetta, in balia del grande pesce, con l’odore della salsedine che mi riempiva le narici e il rumore dell’acqua che si infrangeva sulla chiglia dell’imbarcazione, il sole che mi bruciava la pelle di giorno e il freddo della notte che mi faceva sentire ancora più solo in mezzo al mare. Hemingway mostra anche come la natura sia sempre e comunque più forte dell’uomo che in confronto è solo un granello di sabbia pronto ad essere spazzato via. Dopo aver combattuto così a lungo con il pesce, mentre fa ritorno verso il porto, il vecchio Santiago dovrà vedersela con i pescecani che pian piano attaccheranno il pesce legato affianco alla barca.E’ la parabola della natura e delle sua forza impetuosa e dell’uomo che spesso di fronte ad essa rivela la sua impotenza.Hemingway si esprime con un linguaggio quotidiano , scarno , povero di aggettivi, che nella sua semplicità esprime tutta la sua forza.