DaichemancasolounmeseDaichemancasolounmeseDaichemancasolounmese… si vede che adoro andare a scuola, nevvero? ^^
Be’, sperando che queste ultime cinque settimane di scuola passino in fretta (cosa che dubito, con tutte le verifiche e le interrogazioni che ci stanno ancora in mezzo…), ecco a voi come sempre il resoconto delle letture del mese che si è appena concluso
Ho già avuto modo di apprezzare i diario di viaggio scritti da Daniele Gatti, che col suo Siberia, terra addormentata mi aveva regalato ore di piacevole lettura, mentre i miei pensieri viaggiavano insieme a lui in luoghi quasi al di là di ogni immaginazione.
Io, Europa, però, mi è piaciuto ancora di più, se possibile. Probabilmente è perché qui è possibile trovare una maggiore varietà di paesaggi e di culture, dato che si tratta di tre resoconti in uno: il primo riguardo al viaggio in Norvegia, Svezia e Finlandia; il secondo in Francia, Belgio e Paesi Bassi; il terzo in Islanda.
Particolarmente riusciti, a mio parere, il primo e il terzo (che, tra parentesi, mi hanno fatto venire una voglia matta di salire sull’aereo seduta stante). Per il resto ho trovato tutti i pregi che avevo incontrato già nel libro precedente: ottima capacità descrittiva, ritmo incalzante, humor a giuste dosi e tanta passione per il viaggiare che trasuda da ogni pagina. Davvero, davvero eccellente.
PS. Consiglio di accostare alla lettura la visione delle foto dei vari viaggi che l’autore conserva su Facebook: oltre a essere stupende, rendono le parole un’esperienza quasi reale!
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> La timidezza, Giovanna Axia (127 pp.- preso in biblioteca)
È davvero notevole questa collana di saggi, tutti di piccole dimensioni ma capaci di trattare i temi più disparati con semplicità e accuratezza.
Come da titolo qui si parla della timidezza, passando dagli aspetti psicologici e arrivando naturalmente anche alle implicazioni sociali… be’, in tutto questo non ho fatto fatica a trovarmi d’accordo con le parole di Giovanna Axia. Lo consiglio a tutti, dunque, sia timidi che non.
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> La punizione del romanzo, Danila Passerini (170 pp. – inviato dall’autrice)
Questo romanzo mi è piaciuto davvero un sacco, principalmente grazie alle idee e ai temi che vi ho trovato: tutti, senza eccezioni, molto carini e ben congegnati; alcuni a mio parere poco meno che geniali. L’intero romanzo è raccontato con uno stile divertente e originale, condito da molte battute e scenette ironiche che fanno sbellicare, ma nei capitoli centrali si verificano situazioni veramente esilaranti.L’unico vero difetto, a parte un paio di cambi di Pov? È troppo corto, cavolo! Erano appena entrati in scena Gertrude e l’Innominato, e dopo pochissimo l’avventura di Filippo si è conclusa lasciandomi non poco l’amaro in bocca.
In definitiva, si tratta di sicuro di un titolo degno di nota, adatto a tutte le età e capace persino di mostrare degli aspetti nascosti del classico più odiato da tutti i sedicenni del mondo. L’unico suggerimento che darei all’autrice, se mai contasse di fare una riedizione, sarebbe di soffermarsi qualche pagina in più a sviluppare vari aspetti del romanzo: così com’è trovo che sia già notevole, ma a mio giudizio qualche approfondimento qua e là gli farebbe solo bene.
(Recensione completa qui.)
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> Le gemme di Tebarka, Laura S. Fèvre (367 pp. – eBook inviato dall’autrice)Partiamo dal presupposto che Le gemme di Tebarka è scritto bene, mediamente: riesce a essere raffinato, elegante e ricco di termini ricercati, pur risultando nel complesso assai scorrevole e appassionante. Gli aggettivi e gli avverbi, inoltre, mi sono sembrati ben dosati: ci sono stati dei punti, naturalmente, in cui la mia partecipazione è stata più coinvolta che in altri – si trattava per lo più di scene di passaggio -, ma non mi è capitato nemmeno una volta di ritrovarmi a leggere con la sensazione di avere un enorme buco in testa riguardo alla storia, o peggio a sbadigliare ogni cinque secondi.
Insomma, devo dire che lo stile di Laura Sammartano mi è piaciuto molto: l’impressione che mi ha dato è che sia stato scritto dosando ogni parole, senza lasciare nulla al caso, e che sia stato rivisto altrettanto scrupolosamente. Certo, qualche piccolo neo, ahimè, è rimasto, ma devo dire che si è trattato di avvistamenti del tutto sporadici.
Un fantasy di tutto rispetto, dunque. Non privo di difetti, se vogliamo, ma a mio parere merita una possibilità.
(Recensione completa qui.)
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> I segreti della scrittura, Candida Livatino (271 pp. – preso in biblioteca)È sempre molto affascinante avventurarsi nel mondo della grafologia e di ciò che sta dietro il nostro modo di scrivere: anche questo saggio mi è parso molto interessante e ben strutturato, scritto in modo agile e comprensibile e al tempo stesso molto accurato.
Particolarmente riuscito, a mio parere, il capitolo dedicato all’analisi delle calligrafie “famose” per esempio dei presentatori televisivi, dei protagonisti della cronaca nera ma anche di personaggi celebri come Beethoven o Wagner.
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> Canone inverso, Paolo Maurensig (180 pp. – preso in biblioteca)
Ho cercato a lungo un romanzo che avesse la Musica come protagonista, e finalmente l’ho trovato. Non solo: da quando l’ho scoperto, Paolo Maurensig ha scalato un bel po’ di posizioni nella mia personale lista degli autori preferiti.
Davvero bellissimo, da gustare tutto in un fiato. Leggerlo è stato come ascoltare una sinfonia in cui ogni nota è incastrata alla perfezione, e per questo lo consiglio a tutti, anche a chi si avvicinasse per la prima volta al mondo della musica.
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> L’arte dell’inganno, Kevin D. Mitnick (324 pp. – preso in biblioteca)Un libro davvero interessante che mi ha fatto aprire gli occhi su molte cose. Per esempio, che spesso coloro che approfittano della bontà e della buona fede della gente per ottenere ciò che voglio si nascondono, ahimè, proprio dietro alle persone in apparenza più fidate e rispettabili.
Non un saggio per diventare paranoici, certo che no, ma solo per vivere nel mondo che ci circonda con maggiore consapevolezza, con tanto di esempi concreti di quanto anche i modi più insospettabili possano celare.
Consiglio di leggerlo a tutti.
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> Figli ribelli dell’oscurità, Irene Zanetti (132 pp. – letto tramite catena di lettura)
Un’idea abbastanza originale scritta in modo da catturare molto l’attenzione e da risultare decisamente accattivante: questo ho pensato mentre leggevo “Figli ribelli dell’oscurità”. I personaggi recitano bene la loro parte, lo stile è fluido e la tensione rimane alta dall’inizio alla fine.
L’unico punto a sfavore è stato il finale, che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. O forse sono io a non averlo capito, ma resta il fatto che mi ha un po’ deluso.
A parte questo, però, mi è sembrato un buon romanzo. Certamente una bella scoperta, se si considera la media dei libri autopubblicati.
Un’ultima piccola nota stonata che, almeno per me, è risultata un pelo fastidiosa: non ce lo vedo proprio un romanzo stampato in Arial. A mio parere una font più elegante avrebbe reso le pagine molto più gradevoli alla vista.
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> La regina nulla, Andrea Zanotti (425 pp.- eBook inviato dall’autore)
Come avevo già avuto modo di apprezzare nel precedente libro di Andrea Zanotti, Forze ancestrali, La regina Nulla brilla fin da subito per la cura e l’attenzione utilizzate nel costruire il background, che ne risulta complesso, molto dettagliato e ricco di elementi originali (le classiche creature del fantasy, per esempio, sono quasi del tutto assenti).
Anche i personaggi mi sono piaciuti, per come sono stati caratterizzati. Cosa c’è che non va, allora? Be’, il problema in gran parte riguarda lo stile.
Per dirla tutta, trovo che l’autore possegga una buona conoscenza della lingua e del lessico, che sfocia in una scrittura ben particolareggiata, ma forse è proprio il suo desiderio di assumere un tono epico e solenne che rende lo stile anche alquanto pesante e prolisso, in buona parte addirittura noioso. Ad ogni modo trovo che la storia scorra in modo molto più fluido del primo libro, durante il quale ricordo di aver sbadigliato spesso.
A mio parere c’è ancora parecchio da lavorare, soprattutto a livello di stile (ho notato, per esempio, diversi problemi di PoV ballerino e Show don’t tell mancato, più un buon numero di difetti minori), però riconosco che rispetto a Forze ancestrali c’è stato un indubbio miglioramento.
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> Il signore del canto, Andrea Franco (103 pp. – letto tramite catena di lettura)Come già parecchi tra i recensori precedenti hanno scritto, l’idea che sta alla base de Il signore del canto non è male. O meglio, non sarebbe stata male se non fosse per le montagne di difetti che la sommergono quasi del tutto.
Ciò che ho apprezzato di meno è stata la pessima strutturazione del racconto: occupa appena un centinaio di pagine, perciò mi sarei aspettata che l’autore si limitasse a narrare l’indispensabile… e invece no: pur essendo molto breve riesce lo stesso perdere tempo riferendo fatti pressoché inutili ai fini della storia – tra l’altro rubando spazio alla caratterizzazione dei personaggi, che ne escono piatti come sottilette – nonché a essere terribilmente noioso.
Poi non mancano gli errori veri e propri, come le numerose incongruenze e le imprecisioni, per non parlare dei molti (troppi) refusi.
Particolarmente fastidiosa, inoltre, l’introduzione in cui viene spiegata l’organizzazione sociale della terra del Signore del canto. Mostrarla no, vero?
Insomma, un libro dal potenziale interessante che è stato, ahimè, in gran parte buttato via.
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> Brucia anche ora, Sergio Ragnolini (256 pp. – eBook inviato dall’autore)
Ci sono stati due aspetti che mi hanno colpito in modo particolare, di questo romanzo: innanzitutto il modo in cui l’autore ha caratterizzato la sua ambientazione. Già dopo poche pagine mi sembrava di essere anch’io al fianco di Brenno, in un minuscolo paese sulla riva del lago in cui ognuno sa tutto di tutti gli altri: insomma, gli sono bastate davvero pochissime pennellate per dipingerlo a regola d’arte.
L’altro aspetto sono stati i personaggi, che conosciamo in gran parte grazie ai dialoghi: essi parlano rivelandosi per quello che sono, e anche qui sono sufficienti le loro parole per conoscere le loro varie personalità.
Per il resto, però, la storia non è riuscita ad appassionarmi più di tanto, nonostante mi sia sembrata davvero ben strutturata. Rimane comunque un buon romanzo, forse diverso dal solito, ma che consiglio a tutti.
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