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Letture marmocchie (come sopravvivere al “dai-mamma-leggimene-ancora-unaaaaa!!”)

Da Robedamamma @robedamamma

Letture marmocchie (come sopravvivere al “dai-mamma-leggimene-ancora-unaaaaa!!”)Lo ammetto. È dal dì del test di gravidanza che ho in testa scenari alla Mulino Bianco in cui una nanetta (nei miei sogni sempre molto capelluta) con la copertina tirata fin sotto al naso, ascolta rapita la sua mamma leggerle favole meravigliose nella penombra della sua stanzetta, fino a cadere dolcemente tra le braccia di Morfeo.

Ed è dal dì del test di gravidanza che aspetto con ansia quel giorno.

C’è da dire che, si sa, la realtà è sempre un pelino diversa dalla fantasia, e quando quel giorno arriva magari ti trovi con una nana (ad oggi ancora per nulla capelluta) in piena fase “dai-mamma-leggimene-ancora-una-per-favoreeee” e tu sei lì con un libro che detesti e al quale preferiresti perfino le istruzioni della lavastoviglie.

Non c’è speranza, così non funziona. Lo si sente dalla voce, lo si capisce dalla mimica facciale. E i marmocchi sono esseri troppo furbi per lasciarsi ingannare.

La nana, poi, mostra da sempre un’attrazione molto più che fatale per i libri. Solo che se all’inizio andava bene la qualunque (i carezzalibri, i libri col buco, quelli di stoffa, di carta-cartone-plastica-compensato-ferro battuto), da quando ha scoperto che nell’universo letterario marmocchio vi sono libri che raccontano delle storie, con parole e disegni che rimangono sempre lì per essere letti e riletti ogni volta che se ne sente il desiderio, nulla è più lo stesso.

Meraviglia. Immenso stupore. Ma da quando la nana ha avuto questa epifania per me è stato l’inizio della fine. Ansia da prestazione, tentativo di mascherare i miei gusti per non imporglieli, e serate passate a leggere con tono pressoché invariato pagine e pagine di letture marmocchie.

Ma così non andava. Per mesi, nella speranza di ricreare quell’atmosfera magica che sognavo da anni, abbiamo saccheggiato la biblioteca dei piccoli di Paesello alla ricerca della “lettura perfetta”.

Abbiamo cassato senza speranza la serie intera della Nuvola Olga e quella di Giulio Coniglio (Nicoletta Costa ci perdoni, a nostra discolpa c’è da dire che ci abbiamo provato, ma l’amore non è scattato).

Abbiamo vagliato (ma poi bocciato) anche la serie della Mucca Moka (carina, colorata, allegra… ma non fa per noi).

Su suggerimento di altre mamme abbiamo testato Richard Scarry e salvato qui e là qualcosa. (Molto carino “Le filastrocche”, un libro in cui sono contenute alcune della fiabe più classiche – Cappuccetto Rosso, I musicanti di Brema e I tre porcellini ad esempio – raccontate in rima e in pochissimi versi).

Anche l’incontro con Topo Tip è stato niente male. Ma il piccolo sorcio non è riuscito a far davvero breccia nei nostri cuori.

E poi un giorno, per caso, tra gli scaffali polverosi della biblioteca abbiamo trovato lei: la mamma del Gruffalò (e non solo).

Amore a prima vista. Un colpo di fulmine in piena regola.

Abbiamo iniziato a leggere tutto quello che di Julia Donaldson (la scrittrice) e Axel Scheffler (l’illustratore) era disponibile. E abbiamo scelto i nostri preferiti. Così, giusto per condividere un’idea che potrebbe esservi utile, ne faccio una piccolissima carrellata:

A Spasso col mostro: c’è questo topino che è un gran bel pezzo avanti e per non essere mangiato secco dagli animali del bosco s’inventa di essere amico del Gruffalò. “Il Gruffalò dici? E chi sarà mai? Ma come davvero tu non lo sai? Ha zanne tremende, artigli affilati e denti da mostro di bava bagnati!!”

Tant’è che, inventa di qui inventa di là, alla fine il topino si ritrova davvero davanti un Gruffalò in carne ed ossa che vorrebbe farsi un bello spuntino a base di sorcio. Ma il nostro sagace amichetto con un abile stratagemma riesce a scamparla anche stavolta. Come? Leggete mamme, leggete. Non ne potrete più fare a meno!

Il Gruffalò e la sua piccolina: mentre papà Gruffalò se la ronfa, la sua piccolina decide di andare alla ricerca del Topo Tremendo, il topino che a suo tempo aveva spaventato a morte il babbo. “Il cielo era nero, la neve in tempesta, la piccola entrò nella fitta foresta” e …

Una casetta troppo stretta: “Una vecchina viveva soletta in una piccola bella casetta”. Ma alla visita di un vecchio saggio la vecchina inizia a lamentarsi delle dimensioni ridotte della sua abitazione. L’anziano signore avrà dei consigli un po’ bizzarri da dispensare. Che alla fine, però, si riveleranno risolutivi.

Dov’è la mia mamma?: una scimmietta ha perso la mamma, ma la farfalla Rita è pronta a darle una mano nella ricerca. Se non che la farfallina continua a confondere la mamma della scimmietta con elefanti, rane, pipistrelli e perfino pappagalli. E sapete perchè? Lei non sa che la scimmietta è fisicamente somigliante alla sua mamma perchè nessuno dei suoi piccoli invece è come lei.

La chiocciolina e la balena: una piccola e curiosa chiocciolina intraprende un viaggio fantastico per mare sulla coda di una grande balena alla quale alla fine salverà addirittura la vita.

Bastoncino: il signor Bastoncino vive tranquillo in un albero con la sua famigliola. Una mattina un cane lo scambia per un semplice legnetto e lo porta al suo padrone per giocarci. Da qui inizia un lungo viaggio che farà passare Bastoncino di mano in mano fino ad essere riportato a casa da niente di meno che Babbo Natale in persona.

Buona lettura!!


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