Se c'è una cosa difficile per noi adulti è lasciarsi trasportare dalla fantasia e dall'immaginazione così come facevamo da bambini. Chissà com'è che da marmocchi tutto pare possibile e poi da grandi, ad un certo punto, non ce ne ricordiamo più. I piccoli guardano il mondo con gli occhi spalancati e cuore e mente aperti. Lo guardano dal basso fino all'alto, senza mai avere paura di soffermarsi per più di un istante col naso all'insù. Noi grandi guardiamo le cose per quello che sono, o meglio, per quello a cui servono: una penna serve a scrivere, un letto a dormire, la forchetta a mangiare e una sedia a sedersi.
Già, una sedia... a sedersi.
A meno che due buffi personaggi, Bruscolo e Botolo per la precisione, trovino nel bel mezzo del deserto una sedia tutta blu. E sulle ali della fantasia inizino ad immaginare divertentissimi usi alternativi per la stessa. Secondo voi, prima o poi, non arriverebbe un camelide a guastar loro la festa e rimarcare che una sedia è solo una sedia?
Una storia meravigliosa che fa ridere i bambini e riflettere gli adulti. Perchè una sedia magari è fatta sì per sedersi. Ma con un po' d'immaginazione può diventare il mezzo per vivere fantastiche avventure.
La sedia blu, scritto da Claude Boujon per Babalibri, è l'ennesima meraviglie di una delle mie case editrici per bambini preferite.
E se volete sapere chi me lo ha fatto conoscere... ecco un piccolo indizio. Per saperne di più ripassate di qui il prossimo venerdì 19 ottobre.
Sempre tonnati amici miei, che qui si lavora per voi!