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Letture per l’inverno/2: la Pachamama al servizio delle multinazionali del petrolio

Creato il 01 febbraio 2012 da Eldorado

Andrés Solíz Rada, 72 anni, avvocato, giornalista ed ex parlamentare è stato il primo Ministro per gli Idrocarburi dell’amministrazione di Evo Morales. Collaboratore di La Opinión (Buenos Aires) e di Le Monde, è da sempre uno strenuo difensore delle risorse naturali della Bolivia. In questo articolo affronta il polemico accordo firmato da una serie di organizzazioni indigene boliviane con le compagnie petrolifere.

Letture per l’inverno/2: la Pachamama al servizio delle multinazionali del petrolio
L’Assemblea del Popolo Guaraní a Itika Guazú (APG IG), considerando che i suoi accordi con le multinazionali del petrolio rappresentano ¨un apporto specifico e concreto per le rivendicazioni delle comunità indigene boliviane e latinoamericane¨, marca un precedente sulla credibilità del discorso indigenista, che si caratterizzava per  una nuova proposta di civiltà, nel rispetto alla natura e nella condanna del colonialismo. La APG IG, oltre a firmare un Accordo di amicizia e cooperazione con Repsol, a cui si sono aggiunte la British Petroleum e la E&P (Total) ha rivelato di aver sottoscritto un altro accordo con la Nizcor, organizzazione gemella di Human Rights, finanziate da fondazioni come la Rockfeller (Exxon Mobil) e George Soros.

Il Pachamamismo (o indigenismo fondamentalista) ha subordinato i suoi principi a compagnie colpevoli di genocidi, alla pratica estrattiva ad oltranza e del degrado planetario. Il potere petrolifero si identifica con l’annichilazione dei popoli indigeni, la frattura dei paesi, le invasioni e le guerre di conquista. Così lo dimostra la Storia che abbiamo vissuto negli ultimi cento anni. Recentemente, la Exxon Mobil di Rockfeller ha impedito che gli Stati Uniti  firmassero il Protocollo di Kyoto ed altri accordi internazionali che si propongono di ridurre il riscaldamento globale. È riuscita a convincere Washington ad equiparare la sicurezza nazionale all’accesso al petrolio e, assieme a Repsol, BP e Total ha appoggiato apertamente la guerra di rapina nel Golfo persico e nei Paesi arabi.

I popoli indigeni che ricevono appoggio economico dalla British Petroleum sostengono l’occupazione coloniale della Gran Bretagna nelle Malvinas? Che ve ne sembra che nella guerra del 1982, quando i colonialisti usarono i Gurka del Nepal contro combattenti argentini, molti dei quali di origine quechua e aymara, da genitori emigrati? Le compagnie petrolifere sono la colonna vertebrale dell’ordine mondiale, alla cui base si trova il potere finanziario, con i paradisi fiscali, il commercio delle armi ed il narcotraffico. Le folle di indignati in Europa e negli Stati Uniti hanno denunciato come le grandi banche e le compagnie petrolifere hanno sequestrato la politica, hanno schiacciato il valore dei diritti umani ed hanno sottomesso la giustizia ad interessi privati. Come si può conciliare la ¨visione indigenista dello sviluppo¨ con gli interessi di Rockfeller e della sua banda? Come può essere compatibile la ¨trasparenza¨ predicata dall’APG IG e nascondere, almeno sinora, i suoi accordi con la Repsol, E&P Total e Nizkor?

Il Pachamamismo si presenta come l’unica corrente, a livello mondiale, capace di impostare alternative fattibili al capitalismo. È assurdo credere che questo obiettivo possa essere raggiunto con l’appoggio delle compagnie petrolifere, le mafie finanziarie ed i paradisi fiscali. Il sistema capitalista è debilitato per mezzo dei movimenti di indignados del mondo industrializzato, della ribellione del mondo arabo, dall’apparizione di potenze emergenti e dal rafforzamento di patti regionali al margine dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti, come succede in America Latina nell’ambito dell’Unasur, del Mercosur, del Cee, dell’Alba e della Celac. Le compagnie petrolifere ed i ¨pachamámicos¨ vogliono distruggere gli Stati nazionali periferici. Si muovono verso questo obiettivo con il riconoscimento di 36 inesistenti nazioni indigene in Bolivia, che ha prorogato ancora di più il consolidamento del variegato sociale indigeno.

Il Pachamamismo cerca, con il suo finanziamento dall’estero, vetare l’ampliamento del gasdotto Villamontes Tarija, che permetterebbe di collegare i grandi giacimenti di gas con Salar de Uyuni e quelli di Potosì, Oruro e La Paz. In cambio, non si oppone all’installazione di nuovi impianti di raffinamento, che quadruplicheranno i volumi di esportazione. Una dimostrazione in più che gli interessi delle multinazionali ed il Pachamamismo accelerano la disgregazione della Bolivia.


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