Un'interessante foto artistica che rappresenta Massimo
AUTORE: Massimo BernardiBIOGRAFIA: E' nato a Modena nel 1970 e si è laureato in biologia. Ha pubblicato un libro di narrativa, "Onjrica" (2001, Oppure edizioni) e il racconto "La casa triste" nell'antologia "2012 Non solo Maya" (2011, Jar editore). Ha pubblicato anche poesie su alcuni numeri della rivista "Steve". Ha scritto sceneggiature per lungometraggi e cortometraggi, tra cui "Il regalo più bello", menzione speciale al Busto Arsizio Film Festival 2004. Oltre a scrivere il suo principale interesse è la fotografia creativa e sperimentale: ha partecipato a diverse mostre antologiche e personali tra le quali Fotografia Europea 2011 a Reggio Emilia.SITO: Limerick70 Booktrailer su YouTubeCONTATTI: massimoberna@libero.itModena, città natale dell'autore; uno dei luoghi descritti in questo "diario di viaggio"
INTERVISTA A MASSIMO BERNARDI1. Ciao e benvenuto sul mio blog; ci parli un po’ di te, non come autore ma come persona?Ciao, e grazie per questa opportunità. Sono una persona riservata, riflessiva, con molti interessi. Sono un gran sognatore, e di conseguenza anche piuttosto distratto nella vita di tutti i giorni. Mi reputo un tipo creativo, e mi diverto a inventare sempre nuovi giochi (ma anche disegni, collage, oggetti riciclati) con mio figlio che ha cinque anni.2. Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?E' nata molto presto, fin dai tempi della scuola elementare, quando disegnavo (e scrivevo) fumetti con personaggi inventati. A 13 anni il mio primo vero libro, "Il manichino vivente", un giallo ispirato alla serie dei "Gialli dei ragazzi" in voga negli anni 70. In seguito, di molte esperienze che ho vissuto, (come l'anno di servizio civile, la mia compagnia di amici, i primi lavori che ho fatto) ho voluto realizzare un resoconto scritto, di genere umoristico.3. Oltre alla scrittura, quali sono i tuoi interessi?Sono un appassionato di fotografia, un fotoamatore. Per molto tempo mi sono occupato di fotografia creativa, modificando le immagini con tecniche "artigianali", cioè senza ricorrere alla manipolazione digitale. Mi piace viaggiare e conoscere posti nuovi, anche nel territorio in cui vivo, e spesso mi invento dei giri in mountain bike solitari per andare a scoprire questi luoghi.4. I tuoi libri e autori preferiti?Leggo molte cose diverse, ma sicuramente il mio autore preferito in assoluto è Dino Buzzati. Tra i miei preferiti ci sono anche Italo Calvino, Piero Chiara, e tra i giovani Giuseppe Culicchia, Andrea Vitali e Gianluca Morozzi (non sono molto esterofilo...). Tra i libri che mi stanno più a cuore ci sono senz'altro "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera e "Il nome della rosa" di Umberto Eco.5. Come è nata l’idea per il tuo romanzo?E' nata giorno per giorno, mentre ero al lavoro. Girando per le campagne, entrando nelle case, mi capitavano cose curiose. Ho cominciato a scrivere appunti sulla gente, sugli incontri che facevo, su quello che vedevo in giro. Poi un giorno, all'improvviso, mi sono detto che dovevo scriverci sopra un libro. Allora mi ci sono messo d'impegno, scrivendo una pagina al giorno per circa sei mesi e arrivando alla prima versione, ancora grezza, del libro. 6. A cosa ti sei ispirato per descrivere i tuoi personaggi? C’è qualcuno di loro che ti rispecchia più degli altri, o al quale ti senti più legato? Perché?I personaggi che descrivo sono quelli reali, che ho incontrato. Più che un romanzo, il mio è un documentario. Poi, ovviamente, c'è sempre una parte di rielaborazione e di invenzione.7. Qual è il messaggio che hai voluto lasciare ai lettori?Il messaggio tra le righe è che, anche nel lavoro, dovremmo cercare di gustarci i momenti belli e ogni tanto fermarci. Nel mio caso è fermarmi a parlare con la gente, contemplare un paesaggio o un tramonto, fare delle fotografie. Certo il mio è un tipo di lavoro che lascia una certa libertà e non per tutti è così, in ogni caso non c'è solo il guadagno, non dobbiamo sempre e solo correre. Mentre lavoriamo, ricordiamoci che stiamo vivendo... Insomma, lavorare per vivere, e non il contrario.8. Puoi descrivere brevemente il tuo percorso di autore e le tue esperienze?Ho scritto molte cose, ma raramente sono arrivato a pubblicarle. Il mio primo libro, "Onjrica", l'ho pubblicato a pagamento. Ero inesperto e mi sono buttato sul primo editore senza pensarci troppo. Per questo libro, invece, sono andato molto più cauto, selezionando solo gli editori che non chiedevano contributi.E' stata una ricerca più lunga, e anche piena di ostacoli: il libro doveva uscire già un anno prima con un altro editore, ma dopo un'attesa di mesi ho scoperto che tale casa editrice aveva chiuso i battenti (senza avvisarmi...) 9. Cosa ne pensi del panorama letterario odierno? Cosa vorresti dire agli autori esordienti che non hanno ancora pubblicato?Purtroppo per gli esordienti le cose non sono facili. Non è semplice trovare l'editore giusto, ci sono anche molti approfittatori che speculano sul desiderio dei giovani scrittori di essere pubblicati. E anche quando credi di aver trovato quello giusto, la fregatura è sempre dietro l'angolo: non basta trovare un editore che non chiede soldi, devi trovarne anche uno attivo, che si prodiga per far conoscere il tuo libro, altrimenti devi fare tutto da solo ed è molto più dura. 10. Quali sono i tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione sulle tue pubblicazioni?Ho diverse cose iniziate che sono in fase di "stallo". Un progetto a cui tengo molto è di realizzare un libro fotografico, dove le immagini e i testi si integrano per formare una specie di storia illustrata. Sarebbe la giusta sintesi tra le mie due passioni: scrittura e fotografia.Massimo ti ringrazio per la tua presenza, a presto.