Che figata il nuovo disco dei Blondie! Mettiamolo subito in chiaro per non lasciare spazio a dubbi, perché spesso i gruppi grandi in passato tornati alla ribalta con reunion improbabili spesso suonano bolliti e noiosi. Per fortuna non è il caso della mitica Deborah Harry e dei suoi compagnucci. Dopo i fasti di fine anni ’70 e primi anni ’80 che ci hanno regalato album e canzoni mitiche, i Blondie si erano già riuniti nel 1999 sfornando la celebre “Maria”, poi tra alti e bassi hanno pubblicato ancora altri dischi, ma questo è il primo da “The Curse of Blondie” del 2003. E soprattutto è il loro più spettacolare da parecchi decenni a questa parte.A tratti sembra di essere tornati alle loro atmosfere di primi anni ’80, con un velo di nostalgia che avvolge il tutto lasciando però spazio anche a sonorità attuali. La cosa che più conta è però che ci sono le canzoni, ottime canzoni.“D Day” e “What I Heard” piazzate in apertura sono un uno due micidiale e freschissimo, come se gli anni non fossero mai passati, “The end the end” è una ballata da fine del mondo, “Girlie girlie” è uno ska reggae contagiosissimo, la francese “Le Bleu” è una delle cose più belle sentite quest’anno. Roba da lacrime agli occhi: “je suis animal”. Madonna che roba! Anzi, Madonna se la sogna sta roba.
A convincermi un po’ meno è invece il primo singolo “Mother” che cerca di riproporre lo stile di “Maria”, e non eccezionale è pure la spagnoleggiante ed estiva “Wipe off my sweat”.