(a Elena)
Cominciò studiando il corpo nero
Max Planck all’inizio del secolo (dispute se era il princi-
pio o la fine
del secolo), le radiazioni del corpo nero nella memoria
del 14 dicembre 1900
bisognava supporre che quanti d’a-
zione fossero alla base
dell’energia moltiplicata per il tempo
Elena oh le sudate carte la luce
è una gragnuola di quanti, provo a dirti che esiste oppo-
sizione
fra macrofisica e microfisica che il mondo atomico delle
particelle elementari
è studiato dalla meccanica quantistica – scuola di Cope-
naghen -
e da quella ondulatoria del principio di Broglie che ben
presto i fisici
si accorsero come le due nuove meccaniche benché basate
su algoritmi differenti
siano in sostanza equivalenti: entrambe negano
negano che possano esistere precisi rapporti di causa e ef-
fetto
affermando che non si può aver studio di un oggetto
senza modificarlo
la luce che piomba sull’elettrone per il-
luminarlo
E io qui sto
e io qui sto Elena in gabbia e aspetto
il suono di un oggetto la comunicazione dell’effetto
su te, delle modifiche
Non sono io
che ti tradisco, chi ti prende alla gola è la tua amica
la vita
Io cosa vuoi se tiene duro il muscolo cardiaco
è ormai provato che sono una pellaccia, mi tingerò i ca-
pelli Einstein piuttosto
e la sua chioma, te lo immagini quando dovette prendere
la penna
scrivendo a Roosevelt ” Caro presidente, facciamola
l’atomica sennò i nazi” l’azione dell’energia
dell’energia moltiplicata per il tempo l’epistassi
anzi il sangue dal naso, diceva Pasquina alla tua età, il
sangue dal naso che ti libera
Se si vuol sapere se A è causa dell’effetto di B
se il microggetto in sé è in conoscibile
se l’onda di Broglie per i fisici di Copenaghen
non è altro che l’espressione fisica della probabilità pos-
seduta
dalla particella di trovarsi in un luogo piuttosto che in un
altro onda cioè generata
dalla mancanza di un rigoroso nesso causale in microfisica
Perciò l’atomica
per la legge dei grandi numeri la probabilità tende alla
certezza
Perciò l’atomica
Poi la teoria dell’onda pilota e quella, così cara al nostro
tempo
della doppia soluzione, e se esiste il microggetto in sé, se
la materia
può risponderci con un comportamento statistico
Dio gioca ai dadi
con l’universo? E se la terra
ne dimostrasse il terrore?
Non gridare non gridare che ti sentono non è niente men-
tre graffio una poltrona
Herman Kahn ha già fatto la tabella
delle possibili condizioni postbelliche, sicché i 160 milio-
ni di decessi in casa sua
non sarebbero la fine della civiltà, il periodo necessario
per la ripresa economica
sarebbero 100 anni; va da sé che esiste, egli scrive, un
ulteriore problema
quello cioè se i sopravissuti avranno buone ragioni
per invidiare i morti
Quanta gioia mi dai quando ti stufi
di me, quando mi dici se scriverai di me dirai di gioia
e che sia gioia attiva, trionfante, che sia una barzelletta
spinta, magari
L’odore delle erbe di campagna nel piatto
da Cesaretto ruchetta
pimpinella un’insalata d’erbe della terra tenere espansive
degli umori
il cielo di qui che interviene sulla gente compresente oriz-
zontale
e tu e tu ognuno cui ti inviti a ballare ti accende
gli occhi e si fa bello e cresce
vino rosso
capriole con lancio di cuscini
nella mia stanza
Ma cosa credi che non sia stufo anch’io di
coabitare
con me la mia faccia la mia pancia
anche in noi c’è dentro la voglia
di riassuefarci alla gioia, affermare la vita col canto
e invece non ci basta nemmeno dire no che salva solo l’a-
nima
ci tocca vivere il no misurarlo coinvolgerlo in azione e
tentazione
perché l’opposizione agisca da opposizione e abbia i suoi
testimoni.
Elio Pagliarani, da Lezione di fisica, Sheiwiller, 1964.