Lezioni dal futuro per l’Italia

Creato il 08 ottobre 2011 da Leone_antonino @AntoniLeone
Mi sono stancato di continuare a scrivere sulla situazione economica italiana perché permangono da diverso tempo gli stessi problemi senza una prospettiva di soluzione seria, si leggono le stesse proposte del Governo che ha perso ogni credibilità internazionale e nazionale, sono assenti proposte di riforme strutturali capaci di avviare un cambiamento del nostro paese in direzione dello sviluppo e dell’equità. In nome della coesione nazionale sono passate due manovre economiche che non corrispondono alle esigenze del paese e che sono state approvate con il voto di fiducia cioè senza ascoltare le proposte delle opposizioni. Pertanto, la coesione nazionale non può essere interpretata, come ha fatto il Governo B., come uno strumento capace di far approvare dal Parlamento misure non condivise non considerando le proposte utili dell’opposizioni che potevano contribuire a migliorare le condizioni in cui versa il nostro paese. Negli ultimi giorni ho posto la mia attenzione ad alcuni scritti da cui l’Italia può trarre lezioni dal futuro: l’intervista a Walter Veltroni, l’articolo di Giulio Sapelli sulla disoccupazione,   la morte di Steve Jobs e l’intervista a Jody Vender e le dichiarazioni di Mario Draghi.Trasparenza e competenze. Walter Veltroni esprime la sua idea sui partiti: “Partiti che raccolgano la spinta della società civile a impegnarsi su singoli temi o grandi questioni ideali, che si ritraggano dalle aree della società impropriamente occupate”. Per Veltroni i partiti devono ritirarsi dai “Dai consigli di amministrazione di qualsiasi forma o fatta. Si trovino meccanismi perché non ci sia più lottizzazione, dalle aziende comunali all’Eni, dalle Asl all’Enel, dalle aziende di trasporti alla Rai”.
Per migliorare la gestione delle attività pubbliche occorre introdurre nel sistema delle nomine i seguenti fattori: la trasparenza del processo di nomina, la sobrietà e la valutazione indipendente delle competenze per coloro che aspirano a ricoprire ruoli e responsabilità pubbliche. Il futuro dell’Italia non può essere affidato a coloro che possono far valere l’appartenenza politica e la fedeltà.
Attualmente vi sono 3.662 imprese create dagli 8.100 comuni. Di tali imprese 1.266 si occupano di servizi pubblici locali, 537 di infrastrutture e di edilizia, 266 di cultura, turismo e tempo libero e 140 di istruzione, ricerca e sviluppo. Le nomine nei consigli di amministrazione di tali società avvengono, tranne poche eccezioni, con la logica della lottizzazione del potere senza considerare le conoscenze e le competenze delle persone nominate. Questo metodo si scontra con una gestione efficiente ed efficace delle società controllate dai comuni. Corriere della Sera
Disoccupazione e giovani. Giulio Sapelli nel suo articolo “Uscire dal pantano della disoccupazione” rileva che “la disoccupazione strutturale segnala una divisione profondissima che può crearsi nelle carni della società al di là dei tassi di crescita: questo è il punto fondamentale. Gli ultimi rimangono gli ultimi”. Sabelli si sofferma sulla disoccupazione giovanile, sul fenomeno del self help e del part-time e definisce la disoccupazione un pantano morale.
La valutazione di Giulio Sapelli ci informa che lo sviluppo e la crescita dell’economia di una nazione non è sufficiente a risolvere il problema della disoccupazione e sottooccupazione perché è il sistema che la produce insieme alla disuguaglianza. Non è sufficiente lo sviluppo economico e l’allineamento contributivo tra i lavoratori dipendenti ed autonomi (documento di Stefano Fassina e del PD) per contrastare in modo efficace il fenomeno della disoccupazione e del precariato in quanto tali misure non cambiano il sistema Italia. Le uniche proposte che intervengono nel sistema economico e sociale per cambiarlo radicalmente sono quelle di Tito Boeri e Pietro Ichino. Non esistono altre proposte organiche soprattutto da parte di coloro che denigrano tali progetti. Pertanto, occorrono nuove regole per un nuovo sistema Italia del lavoro.
Creatività e innovazione. Altra riflessione ci viene dall’intervista a Jody Vender in relazione alla scomparsa di Steve Jobs che afferma “chi sta lavorando al decreto sviluppo dovrebbe tener ben presente il suo esempio” e “in Italia uno come Steve Jobs non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto”. Jody Vender propone “un diverso trattamento fiscale, un regime agevolato per le nuove iniziative e per chi investe per creare nuove imprese” e si chiede “perché un imprenditore che finanzia una nuova impresa, una start-up che non genera fatturato deve pagare le tasse come una azienda matura?”
E’ assente in Italia un sistema che agevoli la nascita di nuova imprenditorialità e favorisca i giovani a creare nuove aziende. Di questi problemi si dovrebbe occupare il decreto sviluppo di prossima presentazione.
Occorre realizzare un sistema che finanzi le nuove idee ed iniziative che, se realizzate, innovano i prodotti, i settori del mercato e creano una nuova domanda da parte dei consumatori. Solo così ci si avvia a costruire un sistema competitivo che si misuri ad armi pari con la globalizzazione dei mercati.
Cambiamento. Questi riferimenti ci inducono ad immaginare un sistema economico e sociale più equo e competitivo ma subito dopo leggendo le dichiarazioni del Governatore della Banca d’Italia siamo chiamati alla realtà. Infatti, Mario Draghi dichiara che “la povertà economica delle famiglie con figli si è aggravata con la crisi e la bassa crescita dell’Italia degli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle nuove generazioni”.
Cosa fare? Occorre continuare a chiedere in ogni momento della nostra vita e nelle diverse occasioni che ci vengono offerte il cambiamento e la discontinuità con il passato in modo coerente e responsabile. Questo Governo che non è in grado di affrontare le problematiche descritte deve andare via per il bene dell’Italia, delle famiglie e dei giovani.

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