Lezioni Quotidiane

Da Pedroelrey

Sono numerosi i convegni, ormai decisamente troppi, in cui multimedialità, convergenza carta-web, impatto della tecnologia, nuovi giornalismi e, ovviamente, spina nel fianco, modelli di business, tengono banco.

Poi finito lo speech ti avvicini alle persone, dialoghi con loro e ti accorgi che nella grande maggioranza dei casi c’è bisogno di “volare più basso”, di iniziare dalle basi che molti non posseggono. Mi è successo, per citare almeno un esempio, prima di quest’estate quando facendo formazione sui social media ai giornalisti della redazione di un settimanale  dopo poco mi sono reso conto che stavo dando per scontate cose che non lo erano assolutamente per loro, e ho dovuto inevitabilmente fare un passo indietro, tornare alle basi, a cominciare dallo spiegare coso sono i follower, per citare il caso più eclatante.

Back to basic, dunque. E’ quello che voglio fare oggi prendendo spunto dalla word cloud, la nuvola di parole, prodotta da «la Repubblica» [non me ne vogliano è solo un esempio] del discorso del Presidente del Consiglio ieri al Senato. Il quotidiano in questione ha pubblicato il testo integrale del difficile discorso di Enrico Letta per il dibattito sulla fiducia ed ha inserito, appunto, la word cloud delle parole più utilizzate dal premier.

Lo strumento che è stato utilizzato per produrla è wordle, probabilmente la più nota delle applicazioni per produrre  le nuvole di parole. Per dimostrarlo ho fatto copia-incolla del testo e ho ri-prodotto la word cloud con questo strumento, usando lo stesso schema colore del quotidiano in questione per dare ancor maggiore somiglianza. Come si può vedere il risultato è identico. A parte il font utilizzato la parola in maggior evidenza è, o meglio sembrerebbe essere, “Governo”.

 

La word cloud è uno strumento interessante, rende una buona sintesi dei termini di un testo, anche se spesso sono le parole meno utilizzate quelle che è interessante rilevare, ed ha un buon impatto visivo. Peccato che worlde non permetta di utilizzare dei filtri. Il testo è “sporco” di termini comuni che distraggono, come il caso di “c’é” o di “poi”, e poco funzionale nel suo complesso.

Meglio usare Tagxedo che ha un numero di opzioni superiori sia per la forma della word cloud che, soprattutto per il contenuto. Credo che l’esempio concreto possa essere la miglior cosa.

La word cloud “sporca”, senza utilizzo dei filtri, mostra lo stesso risultato, nella sostanza, di wordle, anche se già si nota come la parola più utilizzata non sia “Governo” ma “Italia”.

Lo screenshot sottostante mostra come sia possibile intervenire, attraverso le opzioni, per pulire il testo. Si vede anche per ciascuna parola quante volte è stata utilizzata nel testo inserito. Nel caso specifico il termine “Italia” viene usato 95 volte in più rispetto a “Governo”.

E questo è il risultato finale ottenuto. Con la giusta evidenza ai termini di maggior rilevanza.

Lezioni quotidiane, gratuite, per giornalisti alle prime armi.

Update: Idem per SKY TG24 che commette lo stesso “errore” di la Repubblica


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