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Li peraulis o La creatiòn

Creato il 07 aprile 2012 da Pupidizuccaro

Acque, cieli e terre
si meravigliano
fuori della morta mente
dell’uomo nato per ultimo.

“Io” gridava “Io”
legato a quel pensiero.
“Io” gemeva “Io”
chiuso in quella dura scorza.

Eravamo tutti morti,
senza un affetto nel cuore
e non un canto nelle orecchie,
poveri morti sconfortati.

“Io” gridavamo “Io”
nel buio di quella parola
senza suono, senza canto
“Io” gemevamo “Io”.

DIO DICE
“Carne” mormora Dio.
L’uomo cade nel corpo.
Vede la carne, la sente,
tocca la carne calda.

LE PAROLE
“Terra” mormora Dio.
Subito nasce la terra
e sostiene l’uomo disteso,
silenziosa, sul suo seno.

A UNA A UNA
“Cielo” e la pioggia e i raggi
gli nascono dagli occhi,
illuminando un’altezza
angosciata e silente.

E L’UOMO VIVE
“Erba” e trema verde
sulle prode, sui cigli.
“Uccello” e vola e canta
una piccola piuma d’oro.

Pier Paolo Pasolini (Poesie disperse, 1946)

La vita, continua mancanza, sofferto limite, pesante fragilità da portare, è da pensare con l’esistere più ampio rispetto a quello della sola mente, perché si possa approdare a un’armonia, a una pienezza di relazione con il creato. Pasolini a questo punto fa intervenire la Parola/Amore di Dio che si china sulla creatura amata e gli dà carne di sostanza, sensibilità e calore fino a fonderla nel tutt’uno di una piccola piuma d’oro. Interessanti riflessioni poetiche per la Pasqua, che ho trovato qui. (Marco Bisanti)

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< Gelsi (Massimo Gezzi)


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