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Libera

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Pochi giorni fa mi contatta una giovanissima lettrice intenzionata di aprire un blog personale. Ha quasi sedici anni ed è una delle tante giovani fan del nostro blog. Vve in un paese piccolissimo e a già dodici anni era già consapevole di vivere in un contesto molto maschilista, sopratutto la sua famiglia composta da due fratelli maschi (13 e 18 anni) e una sorella di 9 anni.

Il blog è questo, si chiama Libera malgrado non lo sia per niente. Mi scrive in privato “che senso ha chiamarmi Libera se poi non mi lasciano nemmeno la libertà di uscire di casa quando e come voglio?”.

E’ un controsenso. A dieci anni le regalano un diario segreto per insegnarle che una ragazza per bene deve avere dei segreti ma lei non lo accetta e ben informatizzata si avvia al “blogging” ma ci vorranno quasi sei anni perchè solo da un mese fa le consentono di connettersi ad internet.

Genitori premurosi? All’inizio potremmo essere portati a pensarlo perchè dietro il web si nascondono veri e propri orchi in cerca di ragazzine, ma se pensassimo un attimo che i suoi fratelli usavano internet da un pezzo! Cosa significa?

Così si inventa il “blog della svergognata”, soprannome che le hanno inculcato da quando ha iniziato a manifestare la sua pubertà. Sul suo blog ha deciso di registrarci tutte le tappe importanti della sua crescita , reputanto la sua sessualità uno dei passi importanti del passaggio da bambina ad adulta che la sua società ha deciso di interrompere e nascondere.

Libera è una ragazzina qualunque e una donna come noi, e come tutte noi è vittima di una società che rimuove i nostri desideri e i nostri corpi. Forse lei ha la fortuna di esserne più consapevole in quanto sorella di due maschi, ha notato sin da bambina che loro erano più liberi di lei.

Quando ero bambina a loro era permesso di rotolarsi nell’erba e sporcarsi tutti mentre io dovevo badare alla mia pettinatura e ai miei vestitini sempre bianchi, oggi questo trattamento viene riservato per eredità anche alla mia sorellina minore”.

A dodici anni Libera inizia ad avere il menarca. Via gli abitini bianchi e chiari, via i giocattoli, la mamma regala lei un pacco di assorbenti ricordandole che ormai era una donna ma che non doveva fare in modo che la gente si accorgesse che aveva “il ciclo”. Poco prima delle mestruazioni, Libera sviluppa il seno. La mamma lo ritiene troppo grande per una bambina di soli undici anni e mezzo e le consiglia di utilizzare busti e fasce. Lei diceva lei che servivano per sorreggerle la schiena ma lei capì subito che l’intenzione della mamma era che la figlia doveva tenere nascosto il seno per non tentare e per preservare a lungo la sua verginità.

All’ingresso delle scuole superiori, Libera scopre che tante ragazze come lei hanno a che fare le prime pulsioni sessuali e inizia un percorso di “emancipazione”. La chiamano svergognata ma anche “cicciona” poichè la ritengono in sovrappeso. Se volete seguire la sua storia passo per passo vi consiglio di leggere il suo diario.



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