“La ‘ndrangheta c’è – continuano – ed ora sappiamo anche dov’è e come è strutturata (società maggiore a Novi Ligure, società
minore ad Alba, capo società a Bosco Marengo, riti di affiliazione, nomi di affiliati, doti, liste). Nessuno ora potrà più sottovalutare il fenomeno o magari derubricare questi riti di affiliazione come innocenti fenomeni di folklore meridionale, come si potrebbe anche fare con una gran dose di malafede”.
Le priorità sono ben chiare: ”E’ più che mai indispensabile, – affermano – anche per gli stessi politici, prendere le distanze da qualsiasi polemica intra-filo-partitica. Questa sarebbe una grandissima ingenuità. In questo momento bisogna piuttosto riportare al centro dell’attenzione di tutti, l’analisi sul significato dirompente che questa operazione rappresenta per Alessandria e per il basso Piemonte”.
È dalla sua nascita nel 2008, che la rete di Libera Alessandria (oggi sono 26 tra scuole, associazioni, cooperative e gruppi aderenti, oltre a circa 160 soci individuali) non ha mai smesso di ripetere alla società, ai media, alla politica ed anche a se stessa, quanto alto sia il rischio di infiltrazione mafiosa nel tessuto sano e produttivo del nostro territorio. In queste ultime settimane, con il progetto “Uniamo la Provincia” (una corsa a tappe di oltre 1000 chilometri, attraverso tutti i comuni), Libera Alessandria ha consegnato alle 190 Amministrazioni Comunali un messaggio in cui si ricorda che “le mafie sono vicine”, al Nord oggi più che mai.