Liberi consorzi, in linea teorica entro un mese dovrebbero tenersi le elezioni per l’individuazione delle cariche politiche dei nuovi enti di area vasta, ma a regnare è solamente il silenzio.
Se la legge dello scorso luglio prevede, infatti, che le votazioni – di secondo livello- dovevano essere convocate entro 45 giorni dalla pubblicazione della legge (scadranno giovedì prossimo) dal Presidente della Regione perché le stesse consultazioni si possano svolgere tra l’1 ottobre ed il 30 novembre 2015, ad oggi dalla Regione tutto tace. Così come, al momento, grandissima calma regna nelle ex province, dove si attende con fatalismo più che con impazienza che la legge di riforma venga pienamente attuata.
“Ad oggi –ci spiegano- non abbiamo alcuna notizia della nomina delle commissioni elettorali né tantomeno dell’indizione delle consultazioni. Aspettiamo –concludono con un sospiro di sollievo–“.
Le nuove cose da decidere, però, sono numerosissime, dato che la legge prevede la creazione di tre organi:
- Presidente (eleggibile tra uno qualunque dei sindaci del territorio a meno che nel suo comune non si vada al voto entro 18 mesi dalla nomina);
- Giunta (composta da sei soggetti, scelti dal presidente tra sindaci e consiglieri comunali ma successivamente votati dall’assemblea;
- Adunanza elettorale.
Il tutto ovviamente non gratis: al presidente sarà infatti attribuita un’indennità pari alla differenza tra quanto percepito per la carica di sindaco e quella spettante al primo cittadino del comune con il maggior numero di abitanti. Nel caso le due cose dovessero coincidere l’indennità sarà aumentata del 20%. Per quanto riguarda Agrigento ciò si tradurrebbe quindi (nel caso del coincidere delle due figure) di un’indennità di circa 4600 euro.
Rispetto invece i componenti della Giunta, invece, la somma dovrà essere ricavata facendo la differenza tra l’indennità percepita per la carica ricoperta nel proprio comune e il 50% di quella spettante al presidente del consorzio.
Se la Regione è abbastanza silente, zitta e immobile appare pure la politica. La partita sull’elezione del presidente del Libero consorzio non è infatti ancora iniziata, né in modo ufficiale né tantomeno in modo ufficioso. Tutto questo nonostante il sistema di elezione preveda una profonda (e difficilmente gestibile) democrazia, dato che tutti i sindaci hanno pari potere di voto.
È probabile, insomma, che in pochi credano veramente nella traduzione di questa legge in qualcosa di immediatamente concreto e che, alla fine, stiano aspettando di capire concretamente cosa diverranno le ex Province nello scacchiere burocratico – e politico – dell’Isola. È probabile che, alla fine, con gli enti intermedi praticamente sull’orlo del dissesto, gli appetiti siano abbastanza ridotti.
Del resto, chi vorrebbe comandare una barca che si chiama “Titanic” ?
Gioacchino Schicchi – La Sicilia