L’abolizione delle Province. La Cisl-Fp contesta il ritardo della legge regionale.
«Siamo già a dicembre ed ancora la Legge n. 7/2013 che abolisce le Province ed istituisce, paradossalmente i liberi consorzi (i Liberi consorzi, in Sicilia sono stati istituiti con la Legge n. 9 del 1986), è ancora una scatola vuota. Tanti i progetti presentati ma nessuno è andato in aula e, soprattutto, nessuno, a quanto ci è dato sapere, è stato oggetto di confronto con i cittadini e con il territorio».
Comincia così una nota diffusa ieri dal segretario generale della Cisl Funzione pubblica di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, Gianfranco Di Maria, che prenderà parte domani al «Forum sulle Province» che si svolgerà a Palermo.
«Oltre i cittadini – prosegue Di Maria – anche i dipendenti delle Province non conoscono ancora quale sarà il loro destino. La norma, a tutt’oggi, prevede che al 31 dicembre 2013 cessino le Province e vengano sostituiti dai liberi consorzi. Nessuno ha notizie certe, si vive di ipotesi come quelle che vede più possibilità di approvazione il Ddl presentato dall’on. Cracolici piuttosto che quello presentato dall’on. Musumeci, l’uno quasi in antisesi con l’altro. Si continuerà, forse, con le proroghe dei Commissari? Le ragioni suddette, fanno del Forum un appuntamento prezioso per conoscere le intenzioni dei capigruppo presenti all’Ars e del Governo in ordine a tale problematica. Il Forum ci darà la possibilità di interloquire con i rappresentanti presenti e di illustrare le nostre proposte».
Al forum, che si svolgerà presso il Grand Hotel delle Palme, sono stati invitati il presidente della I Commissione Affari Istituzionali all’Ars Antonello Cracolici, l’assessore regionale alle Autonomie Locali e alla Funzione Pubblica Patrizia Valenti ed i presidenti dei gruppi parlamentari all’Ars Baldo Gucciardi (Pd), Giancarlo Cancelleri (M5S), Lillo Firetto (Udc).
Secondo i sindacati che lo hanno promosso, «l’incontro costituisce un’occasione di confronto fra Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e le rappresentanze politiche sia di governo che legislative per valutare l’andamento complessivo di un processo di riordino che fino ad ora ha mostrato per intero tutta la sua contraddittorietà, mentre è necessario un reale processo di riforma del sistema delle autonomie locali per garantire migliori servizi ai cittadini, salvaguardare i livelli occupazionali e valorizzare le professionalità».