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Liberi corpi in libero Stato: tette riot!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Qualche piacevole ora al mare , spiaggia pubblica, popolata ma non eccessivamente.

Corpi di uomini e donne stesi al sole a farsi cuocere la pelle da un sole aggressivo come una lingua di fuoco come quello che è di solito il sole di agosto.

C’è chi dorme, chi chiacchiera, chi urla ai propri figli di uscire dall’acqua, chi scruta, chi sparla e chi si rilassa.

Tra questi  c’era una donna, proprio dietro il mio ombrellone : una donna in topless. Avrà avuto più o meno tra i 30 e i 35 anni.

Lei non era uno tipo di donna stereotipo velina, assomigliava pittosto a quelle immagini di donne che avremmo potuto notare negli anni ’70, mentre correvano sulle spiagge e protestavano per abbattere i moralismi, per liberare i corpi e la sessualità; insomma  era semplicemente una donna libera che prendeva il sole senza preoccuparsi di conformismi e moralismi.

Nel giro di pochi minuti, quasi tutti i vicini di ombrellone -e non solo- guardavano e parlottavano tra di loro la notizia di quella “scabrosa” nudità:

Pensa di averle solo lei

Ma poi non sono neanche tette da mostrare

Si coprisse che sta mettendo tutti in imbarazzo, noi siamo qui con bambini e mariti”

Bambini e mariti.

I bambini vengono parcheggiati per intere giornate davanti alla tv  o al  computer, sono messi costantemente al cospetto di immagini violente e pornografiche, chissà perché le chiappe in primo piano di una valletta alle ore 20:00 di sera non destano alcuno scandalo e disapprovazione mentre una donna che stesa al sole toglie il pezzo superiore del costume scandalizza tutti; con l’ipocrita scusa di preoccuparsi dei bambini che sulla spiaggia hanno ben altro da fare che guardare le persone stese a prendere il sole.

E l’associare bambini e mariti?  Se un marito guarda in maniera un po’ troppo ossessiva una in topless, ovviamente ci si scaglia sulla donna che con le sue nudità scabrose ha attirato lo sguardo curioso e ossessivo di un marito! Conclusioni che forse avremmo potuto trarre nell’ottocento.

Per non parlare poi della frase oserei dire nazista “Non è un seno da mostrare” solo perché non ricopriva lo stereotipo “boccia di natale” su un corpo esilissimo tipico delle soubrettine televisive.

E’ un regime dell’estetica e il problema non è la taglia, perché ci si accanisce anche con donne che magari entrano in una 42 però comunque non hanno quel viso, quel seno, quelle labbra.

E’ una fabbrica che ha creato persone tutte uguali, tanti manichini con gli stessi capelli, con lo stesso naso, con la stessa fisicità, non c’è più anima, non c’è più bellezza.

Il bigottismo che si respira in questo paese  ti toglie il respiro e ti soffoca con la sua falsità con i suoi contenuti talebani.

Un po’ come la scelta stupida e ipocrita di mettere i mutandoni al concorso di Miss italia, credendo di far felice qualcuno. Ovviamente non hanno capito che il problema non è il costume ma il programma: una gara alla più bella, alla ragazza della porta accanto ovvero alla più addomesticabile. La fiera delle frasi fatte, dell’antichità. Ragazze sottomesse al programma e alle frasi da ripetere a pappagallo da decenni!

Insomma le tette le abbiamo tutte, perché fanno così scandalo? Questa incoerenza: da una parte siamo bombardati dalle nudità che non sortiscono alcun effetto e indignazione -anche quando sono inseriti in contesti che non hanno nessun nesso con esse- dall’altra le nascondiamo, abbiamo paura, fanno scandalo!

Siamo quotidianamente sottoposti ad immagini di seni scoperti : calendari, immagini televisive, immagini pubblicitarie, gallery di giornali con visite ginecologiche, porno, ecc ma quando una donna decide di spogliarsi in piena libertà  per una sua scelta senza dover vendere nulla, senza doversi asservire a qualcuno la gente si scandalizza.

Il problema allora è la libertà.

Libertà di non piegarsi, libertà di scegliere, libertà di non asservirsi, libertà di non far parte di questa mentalità fascio-cattolica che attanaglia da sempre l’Italia

Forse è ritornato il momento di protestare nuovamente per la liberazione dei corpi, della sessualità e per abbattere il moralismo democristiano ?

“Mi fa sorridere il moralismo della gente, non lo tirano fuori per il nudo in sé, ormai ovunque, ma per quello non perfetto. E’ l’imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa. Il mio è stato un gesto di provocazione e anche di profondo dolore: in manicomio ci spogliavano come fossimo cose. Mi sento nuda ancora adesso”. Alda Merini

Faby



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