Sono passati due anni da quando il blog del collettivo Wu Ming ha ospitato il primo articolo del giornalista Matteo Miavaldi, caporedattore dall’India e responsabile dell’Asia per l’agenzia d’informazione China Files, che ha fatto chiarezza su quanto era fino ad allora accaduto in merito alle dinamiche che hanno portato all’omicidio di due pericolosi pirati indiani, armati fino ai denti, di reti, lenze e ami. In particolare, la dettagliata disamina di Miavaldi faceva deragliare il treno di cazzate, demagogia, sciovinismo d’accatto, che da quasi un anno a quella parte percorreva i binari dell’informazione italiana. I commenti all’articolo generavano una vera e propria inchiesta collettiva che, tra le altre cose, smontava la famosa perizia super partes, realizzata dal neutrale ingegnere Luigi Di Stefano, dirigente nazionale del movimento per i diritti umani CasaPound, con l’ausilio di innovativi e ipertecnologici metodi di indagine, quali YouTube e Tg5 online. La perizia, ricordiamolo, è giunta fino ad essere illustrata in Parlamento dall’ingegnere, che poi non era e non è un ingegnere, piccolo dettaglio emerso sempre grazie alla citata inchiesta collettiva. Belle storie.
Altri articoli hanno fatto seguito, sempre ottimi e puntuali, sempre a firma di Matteo Miavaldi. Articoli molto diversi da quelli pubblicati sui canali di informazione nazionale, perché cercavano davvero di narrare i fatti, e le posizioni di tutte le parti in causa.
Pertanto, sarebbe legittimo e sacro e santo, aspettarsi che oggi chiunque metta bocca sulla faccenda debba essere a conoscenza di come si stanno sviluppando i fatti della questione Marò, nel bene e nel male. E invece, no. E invece: Max Loriga.
Chi è Max Loriga? Max Loriga è l’autore e il compositore della canzone Liberi Marò, il cui video, pubblicato su YouTube il 26 gennaio, ha già accumulato decine di migliaia di visualizzazioni, anche se circa duemila dovrebbero essere mie.
Al primo impatto, ho subito pensato si trattasse di un qualche cantante legato ai movimenti di destra maggiormente impegnati nella propaganda a favore del rimpatrio immediato dei due Marò/contractors, tipo quello già citato. Invece, ricercando in rete, non ho trovato evidenze del genere. Ho pensato, quindi, di trovarmi di fronte a una persona in cerca di visibilità, su un argomento che i media nazionali ancora trattano in modo confusionario, e che polarizza il famoso “popolo del web”. In parte, credo sia così. La biografia artistica presente sul suo sito, letta una prima volta senza troppa attenzione, ostenta una presunta carriera da “predestinato” al successo, mai realmente ottenuto. Almeno, fino ad ora.
Sullo stesso sito scopro, inoltre, che Max Loriga è anche uno scrittore, e il suo ultimo libro, “Il Tempo delle Mimose”, non ha fatto in tempo ad uscire che era già diventato un film, nel senso che il film è uscito un anno prima del romanzo. Il primo romanzo tratto da un film.
Incuriosito dal personaggio, ho voluto approfondire la faccenda visitando il sito della Cooperativa In Mente, la Onlus che ha pubblicato il video su YouTube. E ho realizzato che la Cooperativa è composta da egli stesso, in qualità di vicepresidente, e dalle altre due persone che lo supportano nel video. La quale cosa mi spiazzava un attimo, perché in un lungo commento/anatema al video, di suo pugno, sembrava quasi di capire che si trattasse di un ente terzo, o comunque non direttamente legato a lui. Il commento è epico, e merita un’analisi dettagliata.
La canzone Liberi Marò è una vera chicca, probabilmente la vetta della propaganda nazionalista a favore di un rimpatrio senza se e senza ma, e senza contenuti concreti. Il video è scaricabile su iTunes ed i proventi sono destinati alla ANVCG, l’Associazione Nazionale per la Vittime Civili di Guerra. Non so cosa c’entrino le vittime civili di guerra con i Marò, accusati di duplice omicidio e in veste di guardie private, ma tant’è, forse non deve esserci un collegamento.
Le intenzioni sono ben spiegate da Max nel citato lungo commento al video:
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Lasciando da parte la sintassi discutibile, oltre ai grossolani errori grammaticali, distribuiti in tutto il commento, e che comunque destano perplessità se fatti da uno scrittore che ha pubblicato ben tre romanzi, concentriamoci sul messaggio. Ho seri dubbi che si tratti di un “un appello apolitico e totalmente pacifista”, o meglio, per pacifista non capisco proprio cosa intenda, nel merito della questione, ma sull’apoliticità vorrei sottolineare alcuni simbolismi presenti nel video: i due protagonisti, che con tutta probabilità rappresentano i due Marò, indossano due belle camicie nere, e appaiono spesso incatenati dentro una specie di grotta nella scogliera, come da immaginario creato dalla propaganda neofascista. Sappiamo benissimo, per fortuna, che non sono detenuti in questo modo. Anzi. Mi viene poi il dubbio che il nostro Max sappia ben poco sull’argomento. Voglio dire, ti prendi la briga di scrivere una canzone e fare un video su un incidente diplomatico complesso, e parli ordini ricevuti “dal nostro Stato Sovrano?” (con annessa memorabile statistica sulla casistica?). Cioè, ancora non hai capito che lavoravano come contractors? Che l’essere militari italiani non c’entra niente, nell’episodio in questione? Ma io credo nella tua buonafede, Max.
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Chissà dove ha letto che “le persone di nazionalità italiana IN ARRESTO O IN STATO DI FERMO, sono parecchie centinaia di migliaia in tutto il mondo”. Addirittura. Questo è inaccettabile. E in “alcuni casi molti non sono più tornati a casa!!!!!”.
In alcuni casi molti.
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Questo passaggio è memorabile, un flusso di coscienza appassionato da leggere tutto d’un fiato. “Il TRIBUNALE MILITARE, i “poveri blogger sconosciuti”, male informati, protetti dalla tastiera di un PC, in mala fede ed ignoranti, le “ombre del web”, vorrei proprio vedervi con la vostra spavalderia e senza la vostra tastiera.” Avverto un leggero tono intimidatorio, alla faccia dell’appello pacifista.
Per bilanciare, fa una concessione: “E’ vero, degli uomini hanno perso la vita e questo è disumano, condannabile e triste”. E’ condannabile, però non quanto l’ingiusta detenzione dei Nostri Ragazzi. Condannabile e triste.
“Ad ogni modo questo può succedere in territorio militare, visti tutti i fatti analoghi dall11 Settembre 2001 ad oggi, cosa che nessuno potrà dimenticare”. Apoteosi. Se qualcuno riesce a decifrarne il significato, mi avvisi. Sul serio, mi sto sentendo stupido.
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L’ultima parte è una specie di avvertenza a non esprimere opinioni perseguibili, perché la Cooperativa si riserva di usare le vie legali.
Interessante è la citazione dell articolo 595, “reato di diffamazione e comma 3 del medesimo visto che è a mezzo stampa e social network e la pena è reclusione da 6 mesi a 3 anni”. Ma allora i famosi spavaldi “protetti dalla tastiera”, le “ombre del web”, non sono poi così al sicuro. A che genere di protezione si riferiva? Fisica?
Comunque sia, e chiunque tu sia, Max, mi hai regalato delle emozioni forti ed entri di diritto tra i miei idoli di riferimento, al pari di Giorgio Mastrota.
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L'articolo Liberi Marò – il suono del patriottismo è ovviamente opera di Frankezze.