Magazine Giardinaggio

Libero di comunicare

Da Ortoweblog

È una frase che ricorre spesso nelle pubblicità dei telefonini.
E vi chiederete: cosa c’entra un telefonino nell’orto?
Assolutamente niente! Però voglio prendermi la libertà di parlarne, perché nel mio orto vuoto di novembre circolano tante voci e tanti discorsi. Io li ascolto e li scrivo nel blog.

Quando si parla tanto di libertà, vuol dire che la libertà manca.
(Ci si accorge e si parla di una cosa quando essa manca. Qualcuno vi ha mai raccontato di quanto sia bello muovere le gambe, piegare un ginocchio? Se sì, questa persona era prima impossibilitata a muoversi, forse aveva avuto una gamba ingessata. Anche lavarsi il viso è bello, ma se ne parla con gli altri dopo che si è stati per giorni o settimane nell’impossibilità di farlo. È naturale lavarsi il viso ogni mattina, ma è raro usare questa esperienza come argomento di discorso).

E se io volessi essere libero di non comunicare? È difficile non comunicare. Si finisce con il comunicare la non-comunicabilità. E poi tutti ti prendono in giro o ti guardano strano che non hai non dico l’ultimo palmare appena commercializzato, ma un cellulare da venti euro. Ma dove vivi? E se qualcuno ti cerca come fai?

La società intesa come organismo – come direbbe Durkheim – impone delle costrizioni ai suoi membri. Più queste costrizioni ti sembrano naturali, più le vivi come “libertà”. Quindi la mia libertà consiste nel poter scegliere – a mio piacimento – tra diversi tipi e prezzi di telefonino. Sono un po’ meno libero se scelgo di non averlo. Sono fuori da un trend, fuori dal coro, fuori dalla società. Ho scelto come esempio il telefonino, ma pensate un poco alle vostre libertà, e pensate se siete liberi, e rispetto a che cosa si misura la vostra libertà.

Ora basta, non voglio fare un monologo dei massimi sistemi.
Ritorno nel mio orto che, anche nel silenzio, nell’umidità, nel freddo e nelle prime nebbie di novembre, tra la sua terra intrisa di acqua, ha sempre qualcosa da raccontarmi. Un po’ fuori dal coro, lo confesso, ma comunque interessante e magico.



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