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Libero: “Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli”- Ipse Dixit.

Creato il 05 dicembre 2011 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Viviana Picchiarelli

Libero: “Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli”- Ipse Dixit.

Viviana Picchiarelli

Va bene, pare che l’articolo sia ironico. D’accordo, non si tratta di un consiglio, bensì di un dato statistico, guarda un pò, riportato solo alla fine dell’articolo firmato da Camillo Langone sulle pagine del quotidiano di Belpietro del 30 Novembre.

Un articolo volutamente provocatorio, un intervento a gamba tesa in cui è stato messo in evidenza il legame tra la scolarizzazione femminile e il calo delle nascite. Fonte autorevole di suddetta conclusione è la ricerca condotta dalla Harvard Kennedy School secondo la quale le donne con più studi ed educazione sono più facilmente nubili mentre le donne con meno educazione sono quelle che fanno più figli. Concorda anche il ministro dell’educazione inglese Wallace, dicendo che più istruzione femminile superiore si traduce con meno famiglie e meno figli.

La conclusione del Langone, dopo aver peraltro parlato di stretto legame tra culle vuote e barconi pieni di immagrati, è più o meno questa: togliete i libri alle donne e faranno più figli. Riaprire i reparti di maternità chiudendo qualche facoltà.

Queste le mie personalissime considerazioni in materia (da accanita lettrice):

1) fare figli non può essere una mera questione fisiologica, la logica del “si è donne quindi si devono mettere al mondo dei figli” è deleteria. Non siamo tutte in grado di e predisposte a.

2) fare figli deve necessariamente essere una presa di coscienza consapevole. I figli non chiedono di venire al mondo, per questo meritano rispetto ancor prima di nascere. Rispetto che prima di tutto si deve tradurre in piena coscienza e accettazione dell’enorme impatto che la nascita di un figlio ha sulla vita e del singolo e della coppia.

3) i figli non si fanno se:

a) si sta insieme da anni, il rapporto fa acqua da tutte le parti e allora si pensa bene di mettere una toppa con l’illusione delinquenziale di salvare in extremis un legame che va troncato caricando di responsabilità un essere di 2-3 kg.

b) si rincorre la moda dell’”accasamento” perché così fanno tutti o, peggio, la cerchia dei nostri amici. Non sia mai che si rimanga indietro. Lo stesso dicasi per i matrimoni. Ma questa è un’altra storia.

c) si pensa di “depositarli” presso nonni, parenti, baby sitter e affini. Direte voi, e il lavoro? Ci si organizza. O l’uno o l’altro, almeno nei primissimi anni di vita. O si fa un passo indietro nella professione. Non si può avere tutto. Anche perché tanto non ci si riesce. Quindi sarebbe quanto meno opportuno che la priorità venisse data ai figli se si decide di metterli al mondo.

4) i figli non sono:

a) scusa per “vacanze prolugate” grazie all’istituto della maternità anticipata

b) escamotage per procrastinare contratti lavorativi in scadenza

c) alibi per non separarsi

d) strumenti di ricatto tra ex-coniugi

e) pungiball per frustrazioni, rancori, rimpianti e rivendicazioni di genitori incapaci di scindere se stessi dal ruolo che rivestono

Detto questo, sarà poi vero che il troppo leggere abbia reso le donne meno inclini al concepimento? Fermo restando che non ero a conoscenza della natura anticoncezionale delle pagine scritte, direi che se fosse vero, considerando la deriva a cui stiamo assistendo, forse noi donne abbiamo sbagliato libri. Se il troppo studio ci ha condotto a pessimi risultati quantitativi e qualitativi sarà il caso di ritornare a scuola. Seriamente, però.

 



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