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Libertè, egalitè, adventurè - Recensione - iPad

Creato il 23 dicembre 2013 da Intrattenimento

Il promettente titolo di esordio di Camouflaj arriva su App Store con il primo episodio

Come tanti altri titoli, République non avrebbe mai visto la luce senza il supporto di una campagna Kickstarter che nel maggio del 2012 ha contribuito a finanziare il progetto con oltre 500.000 dollari. Le umili origini del prodotto non devono però trarre in inganno sull'entità della sua ambizione:

Libertè, egalitè, adventurè
con una particolare attenzione al setting ed alla trama, una cura non comune riservata al design ed all'aspetto visivo ed un piglio cinematografico evidenziato anche da un cast di doppiatori di un certo livello (fra i quali figura David Hayter, celebre per aver donato la voce a Solid Snake prima di essere sostituito da Kiefer Sutherland), République vuole essere tutto tranne il "solito" mobile game. Un'intenzione rimarcata dallo stesso fondatore di Camouflaj, Ryan Payton, il quale sostiene di aver voluto creare un titolo del genere proprio per non sentire più lamentele circa l'assenza di veri giochi su App Store. Insomma, un bel carico di responsabilità per un debutto assoluto come questo: andiamo a scoprire se République è stato in grado di reggere la pressione...
République - Trailer di lancio
Libertè, egalitè, adventurè - Recensione - iPad
République - Trailer di lancio

Affresco distopico

La struttura episodica che contraddistingue République (cinque capitoli in totale acquistabili singolarmente oppure in blocco tramite un più conveniente Season Pass) non consente di fare un'analisi sulla qualità narrativa nel suo complesso, ma di certo si può dire che il titolo Camouflaj parta con il piede giusto, imbastendo un affascinante scenario dichiaratamente ispirato a 1984 di George Orwell. Il gioco si svolge in una struttura chiamata Metamorphosis, gestita con fervore totalitarista da una misteriosa forza militare: protagonista è Hope, una ragazza che viene accusata di fare parte di un gruppo di dissidenti al regime e che per questo è destinata ad un intervento finalizzato a cancellarne la memoria ed azzerarne la personalità. Disperata, la giovane trova un cellulare con il quale si rivolge direttamente al giocatore, implorandolo di aiutarla a fuggire: tramite questo riuscito passaggio meta-referenziale, l'utente assume il controllo della situazione in maniera decisamente originale. Ci si trova infatti investiti del potere di passare a piacimento da una telecamera di sicurezza all'altra per osservare la situazione e pianificare la fuga di Hope.

Libertè, egalitè, adventurè
Il tutto viene gestito tramite un sistema molto intuitivo: premendo un tasto virtuale posto nell'angolo in alto a destra del display si passa alla cosiddetta modalità OMNIView, durante la quale il tempo si ferma e l'immagine passa ad un filtro negativo che consente di evidenziare tramite icone tutti gli elementi con i quali è possibile interagire. Oltre alle telecamere di cui ci si può impossessare, la OMNIView mette in risalto porte da sbloccare, documenti da esaminare, computer da violare, contenitori da aprire e via discorrendo, tutto accessibile con semplici tap sul touch screen. Disattivando tale modalità, le sollecitazioni allo schermo vengono usate per indicare ad Hope cosa fare tramite tocchi sensibili al contesto e che servono dunque a farla muovere, ad indicarle di nascondersi o ad ordinarle di interagire con nemici ed oggetti. Brillante sulla carta, il sistema imbastito da Camouflaj all'atto pratico non funziona però in maniera del tutto soddisfacente, per due motivi principali: da una parte l'atto di passare costantemente dall'OMNIView alla visuale normale diventa ben presto un processo macchinoso che costringe a sensibili lungaggini anche per portare a termine le azioni più banali; dall'altra, le routine di intelligenza artificiale che regolano i movimenti di Hope lasciano molto a desiderare, costringendo l'utente ad accompagnarla letteralmente passo dopo passo per evitare che affronti tratti troppo lunghi scegliendo un percorso destinato a farla scoprire dalle guardie che pattugliano le stanze.

Ti vedo e ti porto via

Vi sono poi altri elementi che mettono a nudo un andamento piuttosto altalenante in alcune scelte degli sviluppatori relativamente alla struttura ludica di République. Ecco dunque che la giusta intuizione di poter arricchire l'OMNIView di nuove funzioni tramite un apposito negozio viene svilita da un design che non consente di sfruttare appieno tali potenzialità; ancora, la spinta verso un backtracking davvero stimolante si scontra con l'assenza di una mappa che permetta di districarsi nell'autentico dedalo di corridoi e stanze di Metamorphosis. Anziché optare per il classico game over, poi, Camouflaj ha adottato un particolare stratagemma per punire il giocatore che si fa catturare dai nemici: in tal caso, Hope viene infatti spogliata degli oggetti che aveva raccolto e condotta nel centro di detenzione più vicino, dal quale bisogna ricominciare la fuga.

Libertè, egalitè, adventurè
Anche in questo ambito l'impressione è che la forma vinca sulla sostanza, dato che una meccanica stilisticamente tanto elegante finisce comunque per appesantire la piacevolezza dell'esperienza, in special modo quando ci si trova obbligati a ripetere corpose sezioni di gioco per colpa delle già citate deficienze di movimento della protagonista. Quasi a volersi far perdonare la leggerezza con cui affronta certe meccaniche basilari del gameplay, République dà sfoggio di una cura nei particolari semplicemente impressionante, capace di presentare il mondo di gioco come uno dei più interessanti degli ultimi tempi. Il comparto visivo stupisce sia per qualità tecnica -dal livello di dettaglio delle ambientazioni fino alle ottime animazioni dei personaggi- sia per gli innumerevoli preziosismi a livello stilistico, mentre l'eccellente doppiaggio in inglese dimostra che i soldi investiti per assumere il cast sono stati ben spesi. Di gran classe infine la maniera con la quale Camouflaj ha inserito nel suo lavoro di finzione degli elementi tratti dal mondo reale: Hope può imbattersi dunque in copie di autentici libri che sono stati banditi dal regime (Lolita, Il Pasto Nudo, Fahrenheit 451 e tanti altri) e persino in cartucce di videogiochi esteticamente del tutto simili agli esemplari per Atari 2600 che però si riferiscono ad attualissimi titoli per iOS, con tanto di link per acquistarli su App Store.

Pro

  • Setting curatissimo ed avvincente
  • Grafica ottima e doppiaggio al top
  • Stilisticamente impeccabile

Contro

  • Pare avere più forma che sostanza
  • Sistema di controllo macchinoso
  • Alcune scelte di gameplay non convincono

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