Libia: ad un passo dal conflitto armato

Creato il 19 marzo 2011 da Ovverosia
19 marzo 2011


La paura dello scoppio di un conflitto armato, a più di un mese dall'inizio delle violenze, si fa sempre più reale, in Libia.
La Francia ha già schierato i suoi aerei che sorvolano sulla città di Bengasi, pronti a ostacolare le azioni promosse dalle truppe di Gheddafi.
Gli aerei Rafaele, della Dassault, sono caccia di ultima generazione pronti a sganciare bombe al via libera del comando, anche se si dice che la loro presenza è da ricollegare solo ad una missione di ricognizione sulla Libia.
I Rafaele non sono gli unici a essersi mobilitati. Sei F-16 danesi sono atterrati a Sigonella, base siciliana. Copenhagen, così come Regno Unito, Turchia e Norvegia hanno offerto la loro disponibilità a partecipare agli interventi militari contro le truppe di Gheddafi.
Tarda la risposta del Canada che ha chiesto due giorni per confermare la disponibilità iniziale.
Sul fronte opposto, le truppe di Gheddafi basano la loro forza su circa 400 velivoli, prevalentemente Mig russi, anche se solo una trentina sono considerati operativi.
Intanto, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato un ultimatum al colonnello Gheddafi: "Tutti insieme abbiamo deciso di mettere in atto le richieste dell'Onu per porre fine alle vioelnze contro la popolazione civile in Libia [...] Siamo tutti d'accordo ad usare tutti i mezzi possibili, anche militari, per mettere in atto le decisioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu. C'è un accordo comune tra tutti i nostri partner: i nostri sforzi non saranno ofuscati dalle minacce di Gheddafi".
L'Italia, invece, mette a disposizione i caccia bombardieri Tornado, gli intercettatori F-16 ed Eurofighter (aerei specializzati nella guerra elettronica), i velivoli da ricognizione Awacs e numerosi Tanker (per il rifornimento in volo).
Inoltre, a disposizone delle forze Onu, sono state messe a disposizioni sette basi: Aviano, Gioia del Colle, Amendola, Decimo Mannu, Sigonella, Trapani e Pantelleria.
Gheddafi reagisce a quanto sta accadendo sfidando l'Occidente e, attraverso una lettera, ha promesso che "le conseguenze ricadranno sull'Europa".
Bengasi è in preda al panico: affollate strade e autostrade per scappare dalla città.
In mattinata è stato abbattuto un aereo e gli scontri, nel capoluogo della Cirenaica, proseguono senza sosta dalle due del mattino. I bombardamenti si sono poi estesi anche alla zona orientale di Bengasi dove sono presenti carri armati, artiglieria pesante e lanciamissili.
Al Jazeera, presenta una prima stima dei morti (almeno 26) e dei feriti (40).
Violenze si perpetrano anche a Misurata, sulla costa mediterranea. Addirittura, Gheddafi ha commissionato i suoi cecchini a sparare sulla gente in strada, dai tetti.
La situazione si fa sempre più tragica, di ora in ora, e si palesa sempre più uno scenario di distruzione tanto che, secondo alcuni testimoni, "non sono state risparmiate neanche case e moschee".


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