Magazine Africa

Libia /Ciò che è accaduto prima della morte di Failla e di Piano

Creato il 04 marzo 2016 da Marianna06

299281_260378714098508_1722881187_n

Nel luglio scorso il rapimento dei quattro operai della Bonatti. Partono subito i tentativi dell'intelligence di stabilire il canale giusto con il gruppo dei sequestratori.

Compito non facile in un Paese in cui spadroneggiano milizie tribali contrapposte le une alle altre. Trovato il contatto, partono le trattative per capire il tipo di contropartita richiesta. Ma non tutto fila liscio.

Nel corso dei mesi i mediatori si rivelano inattendibili, la posta in gioco sale: si parla di richieste di denaro, ma non solo.

I rapitori, inoltre, tramite mediatori più o meno attendibili, avrebbero contattato direttamente le famiglie degli ostaggi chiedendo alcune condizioni per la loro liberazione.

La situazione appariva difficile, dunque, ma non impossibile, anche perché fino a pochi giorni fa gli 007 erano ragionevolmente certi che i rapiti si trovavano ancora nelle mani di un gruppo criminale e non di fanatici dell'Isis.

Ma il 19 febbraio scatta lo 'strike' americano a Sabrata che uccide una trentina di miliziani tunisini di al Baghdadi ed anche due ostaggi serbi. Scatta l'allarme anche per gli italiani, che si trovavano in zona.

E scatta anche la rappresaglia dell'Isis il 25 febbraio con la decapitazione di una decina di uomini della forza di sicurezza della città.

Nella zona è il caos: milizie contro Daesh. "Lo scenario - spiega il presidente del Copasir Giacomo Stucchi - cambia. Le milizie presenti tentano di riprendersi le loro posizioni". In mezzo si trovano gli ostaggi italiani, all'epoca ritenuti dall'intelligence ancora tutti e quattro insieme.

Potrebbe esserci stata a quel punto una cessione o un 'furto' degli ostaggi, molto appetiti come merce di scambio. O anche un tentativo dei rapitori di spostarsi in un posto più al sicuro.

Lo scontro a fuoco di ieri la cui dinamica non è ancora chiara, è stato fatale ai due italiani, Failla e Piano, che viaggiavano in un convoglio attaccato da una milizia.

Sono liberi, invece, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due tecnici della Bonatti rapiti con Fausto Piano e Salvatore Failla.

I due tecnici, infatti, sarebbero in mano alla polizia locale e presto saranno trasferiti 'zona sicura' e presi in consegna da agenti italiani che li riporteranno in patria. (Fonte ANSA)

                      a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog