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Libia e Gheddafi, è guerra per proteggere il popolo o il petrolio libico?

Creato il 21 marzo 2011 da Lupoantonio

Libia e Gheddafi, è guerra per proteggere il popolo o il petrolio libico?Si è aperto un nuovo fronte. Per mettere fine alla guerra civile ed ai massacri che Gheddafi sta perpetrando verso la parte del suo popolo a lui contrario, e dopo vari tentativi e pressioni per fare cessare questo scempio, l’ONU, con una risoluzione, ha praticamente decretato la fine di un dittatore. La risoluzione, a mio parere giusta, prevede il no fly zone sopra la Libia e la distruzione delle armi di Gheddafi. Gli aerei alleati hanno già effettuato raid contro postazioni militari libiche e missili sono stati lanciati dalle navi e dai sottomarini americani e inglesi di stanza nel mediterraneo, colpendo obiettivi militari. Gheddafi continua a mandare anatemi e minacce contro l’occidente, ma sa bene che le sue pagliacciate ormai non fanno più paura.

Oltre a Francia, Gran Bretagna, America, partecipano

Libia e Gheddafi, è guerra per proteggere il popolo o il petrolio libico?marginalmente anche Spagna, Belgio e Canada. La Germania è contraria. L’Italia, assumendo una posizione decisa e forte, in modo quasi unanime (d’accordo anche l’opposizione), ha offerto appoggio logistico agli alleati, fornendo la disponibilità di sette basi militari e, se ce ne fosse bisogno, anche l’intervento  dei propri caccia. L’unica nota stonata è quella della Lega di Bossi, che, preoccupata per la possibilità di invasione di profughi libici nel nostro paese e per il petrolio, ha dato voto contrario. Ma ormai siamo abituati alle stranezze e alle intemperanze di questi personaggi politici, per cui si va avanti lo stesso, anche senza il loro appoggio.

Ma tutto questo merita una riflessione. E’ giusto cacciare i dittatori sanguinari, dittatori che non si fanno scrupoli ad uccidere civili inermi appartenenti al loro stesso Paese, dittatori che hanno fatto della violenza il proprio credo, e che si sono arricchiti sulle spalle di popoli ignoranti e poveri con la forza ed il terrore. E’ giusto che i Paesi occidentali si adoperino per portare la democrazia e la libertà nei Paesi oppressi, come pure è giustificata la guerra come mezzo per riuscire in questo intento.
Ma dietro questo senso di giustizia e di protezione che offrono l’America, l’Onu e i Paesi della Nato, c’è la voglia di diffondere veramente la democrazia e la libertà nel mondo oppresso o c’è anche il bisogno di salvaguardare i propri interessi?
Siamo obiettivi. Sappiamo bene che Gheddafi e Saddam Hussein si sono arricchiti e hanno avuto forza contrattuale verso l’occidente per merito del petrolio in loro possesso, sappiamo bene che l’oro nero è una delle fonti energetiche indispensabili per mandare avanti il pianeta, e sappiamo bene gli interessi che ci sono dietro e i soldi che girano e la ricchezza che produce. Non scopro l’acqua calda dicendo queste cose, che ormai sembrano banalità e riflessioni ingenue, ma è il tema che si ripropone ogni volta che si interviene a favore o contro un Paese, ricco appunto di petrolio. E parliamo appunto del petrolio libico.

E perchè Paesi come Somalia, Etiopia, Nigeria, Burundi, Ruanda, Sudan, Ciad, e chissà quanti altri ancora di cui non conosciamo neanche l’esistenza (perchè Paesi piccoli e insignificanti dal punto di vista economico), non vengono aiutati, anche militarmente? Perchè lasciamo che si consumino stermini di massa, come sono successi e stanno succedendo in quei Paesi? Perchè lasciamo che donne e bambini vengano massacrati in nome di pulizie etniche prive di senso? Perchè lasciamo sole e indifese certe popolazioni alla mercè di delinquenti mercenari assoldati da dittatori assassini che nulla hanno a che vedere con la razza umana e civile? Forse perchè laggiù non c’è il petrolio?
E’ triste pensare che ci siano popoli considerati di serie A e popoli di serie B o C. E’ triste affermare che la libertà e la democrazia passano anche attraverso il petrolio. E’ triste pensare che gli interessi privati di pochi possano prevalere sulle priorità umane di diritto alla vita. E’ triste…



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