Libia, i lati oscuri del conflitto

Creato il 23 marzo 2011 da Marianna06

Le guerre è noto che  si vincono sempre e solo con uno schieramento adeguato di forze in campo e che,  chi si schiera, per vincere, deve essere ben armato se vuole sconfiggere l'avversario.

Anche se quella che si sta svolgendo in Libia non è una vera e propria guerra ma nasce da una risoluzione dell'ONU, votata per difendere la vita di civili inermi contro cui Gheddafi ha fatto e sta facendo da carnefice, con i suoi mercenari assassini, le armi  ovviamente  e le munizioni sono fondamentali.

E le armi, nel nostro caso, sono quelle che occorrono ai rivoltosi o rivoluzionari libici(chiamateli come vi pare) per difendersi dalle truppe lealiste del "colonnello" e da quanti ,al suo soldo, vogliono reprimere con la violenza qualsiasi aspirazione alla libertà e alla democrazia.

Sappiamo da tempo che l'Egitto è un buon produttore d'armi e che sul  suo territorio le fabbriche d'armi sono numerose.

Pare allora che armi e munizioni leggere passino dal confine egiziano in Libia, per raggiungere i combattenti,  i nemici di Gheddafi.

E questo avverrebbe con il beneplacito silenzioso degli USA.

La notizia arriva dal Wall Street Journal, un quotidiano di New York.

Perché meravigliarsi?

Io credo che da lungo tempo gli Stati Uniti  avessero una grande voglia di sbarazzarsi del "satrapo" di Libia e  che quella di questi giorni è proprio  l'occasione propizia.

Ma non basta.

Pare anche che si stia lavorando, da parte degli USA, per vie diplomatiche sopratutto,  a creare le condizioni politiche per il dopo-Gheddafi.

E ciò vuol dire che,augurandoci sempre il minor spargimento di sangue innocente , prima o poi(è questione di giorni),Gheddafi dovrà arrendersi e fare largo ad una nuova Libia, quella che sta nascendo  da una maggiore consapevolezza dei propri diritti, auspicabili in un un clima di vera democrazia, anche perché la scuola, le università, la cultura  in senso lato (incluso il mondo delle comunicazioni) hanno giocato il proprio ruolo e sfidato, con buone probabilità di vittoria, il "gigante"  dai piedi d'argilla.

Non è casuale, a mio avviso, che nel corso di questo conflitto siano stati rapiti giornalisti  e fotografi. Anche se poi, dopo torture, rilasciati.

Tutti i regimi dittatoriali sono nemici acerrimi della comunicazione.

I dittatori non vogliono che si sappia.

La stessa rete internet è stata subito, fin dagli inizi, oscurata rispetto a Tunisia ed Egitto, nelle medesime situazioni di belligeranza.

E questa non è che una ulteriore conferma.

Conferma, secondo me, che la Libia di Gheddafi  è agonizzante e, al suo posto, sta per nascere invece una giovane Libia, fatta di giovani e meno giovani ,ma tutti motivati e amanti della giustizia e della libertà, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita e quella delle proprie famiglie.

A queste persone, a l di là di eventuali interessi di bottega(gas e petrolio) il mondo deve, comuque, rispetto.

   A cura di Marianna  Micheluzzi (Ukundimana)

 


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