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Libia / La morte di Gheddafi /Un evento per voltare pagina / Ma come?

Creato il 21 ottobre 2011 da Marianna06

Quello che tutti, un po' ovunque nel mondo ,attendevano è accaduto.

Il tiranno non c'è più.

Il tiranno, che poi era un uomo come tutti gli altri, forte solo perché possessore, nella circostanza, del suo illimitato potere e della sua  sconfinata ricchezza, negli ultimi istanti di vita ha avuto paura.

 Ha implorato, nascosto in una buca come un cane braccato, di "non sparare" al suo assassino.

Ha chiesto pietà per sé , quella stessa che lui  decisamente molto poco ha usato nei confronti delle sue vittime.

L'immagine che i "media" hanno offerto all'attenzione del mondo intero, che hanno fatto e faranno il giro del web ,sicuramente per giorni e giorni, è un volto insanguinato e sfigurato dagli anni e dalla stanchezza della fuga interminabile, che dice tutto però  sull'arroganza insensata e al tempo stesso sulla fragilità dell'essere umano dinanzi al "redde rationem" della morte.

La morte... non solo quella di Gheddafi.

La morte di questo tiranno e dei tantissimi altri, che continuano, ahimé, a fare del "male",impuniti, fino a quando non sarà giunta anche la loro ora.

Io sono contenta che per il popolo libico la guerra sia finita e si possa cominciare a guardare "oltre", forse con la fattiva speranza di una maggiore libertà e democrazia.

Sempre che non si cada tuttavia nella trappola della "caccia al nemico personale" che, in casi del genere, è possibile o quasi certo che si verifichi. L'Italia del dopo ventennio fascista  lo sa bene Per non parlare inoltre di pulizia etnica vera e propria(si pensi alla ex-Jugolsavia), di cui si sono già, Gheddafi in vita, avute terribili avvisaglie.

Io comunque non riesco a provare quell'entusiasmo prevedibile per la fine di un "mostro".

Provo molta pietà invece per un uomo che, preso dall'ebbrezza sconfinata del potere, non ha saputo fermarsi per tempo.

Voglio commentare l'evento ,tanto atteso e sofferto dai più(la morte innocente di persone care), con le parole del drammaturgo e poeta spagnolo Calderon de la Barca, tratte da "La vita è sogno".

E' scritto ne "La vita è sogno" : "Reprimiamo dunque questa fiera inclinazione, questa furia, quest'ambizione, perché forse stiamo sognando.Faremo così, se viviamo in un mondo tanto singolare che il vivere non è che sognare.L'esperienza mi ha insegnato che l'uomo che vive sognando di essere re, così ingannato vive comandando, disponendo e governando; e l'applauso che riceve in prestito lo scrive nel vento, e la morte lo muta in cenere. Sventura immensa! E' possibile che ci sia chi cerca di regnare, se sa che poi dovrà ridestarsi nel sogno della morte?"

A voi,amici, la riflessione.

Ciò che mi auguro vivamente comunque è che, chiusa questa triste e dolorosissima parentesi  per il popolo libico, non ci siano altri avvoltoi pronti a mettere gli artigli sulle ricchezze del Paese per spartirsele.

Che non ci siano dei "samaritani", che presentano il conto finale per aver aiutato.

E qui penso, per forza di cose, alla Francia in Europa e agli USA nel mondo.

L'Italia, si sa, è fuori gioco.

Con o senza governi " fantocci"......possibilmente, petrolio o non petrolio, la Libia ai libici!

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Gheddafi_Muammar


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