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Libia/ Operazione “Unified Protector”. La cerimonia di chiusura

Creato il 17 dicembre 2011 da Antonio Conte
Libia/ Operazione “Unified Protector”. La cerimonia di chiusura Operazione “Unified Protector”: la cerimonia di chiusura Approfondimenti

Il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola oggi a Trapani per salutare il personale militare italiano che ha partecipato alla missione in Libia

L’aeroporto militare di TrapaniBirgi, sede del 37° Stormo dell’Aeronautica Militare, ha ospitato questa mattina una cerimonia durante la quale  il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola  ha salutato i militari che hanno preso parte all’operazione NATO “Unified Protector”.

Avete fatto un grande lavoro” ha detto il Ministro Di Paola ringraziando gli uomini e le donne delle Forze Armate che hanno preso parte alla missione in Libia per la professionalità e l’agilità con cui hanno risposto alla chiamata della Comunità internazionale.  “Niente di meno di questo ci aspettiamo da voi”, ha aggiunto ribadendo che ciascun militare è impegnato a fornire la propria capacità al servizio del Paese.

Al termine della cerimonia, alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il Sottosegretario di Stato alla Difesa Filippo Milone, i Capi di Stato Maggiore della Difesa Generale Biagio Abrate, dell’Esercito Gen. C.A. Claudio Graziano, dell’Aeronautica Militare Gen. S. A. Giuseppe Bernardis e della Marina Militare Amm. S. Bruno Branciforte, il Ministro Di Paola si è recato a bordo di nave “Borsini” per portare il suo personale ringraziamento anche al personale della Marina Militare che ha contribuito al buon esito dell’operazione “Unified Protector”.

L’operazione “Unified Protector” aveva preso il via lo scorso 28 marzo e si è conclusa dopo circa sette mesi il 31 ottobre 2011.

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INTERVENTO DEL MINISTRO DELLA DIFESA
AMMIRAGLIO GIAMPAOLO DI PAOLA
IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DI SALUTO AL PERSONALE
IMPIEGATO NELL’OPERAZIONE “UNIFIED PROTECTOR”
(Trapani, 14 dicembre 2011)

Libia/ Operazione “Unified Protector”. La cerimonia di chiusura
E’ con particolare emozione che sono qui oggi in veste di Ministro della Difesa, sto vedendo tanti di voi che ho conosciuto sotto altra veste, sotto altra uniforme. Prima di tutto vorrei portare il saluto mio e del Governo a tutti Voi qui schierati, a tutti quelli che Voi rappresentate, cioè alle Forze Armate tutte, alle Autorità politiche, civili, religiose e militari qui presenti e un saluto alla Regione Sicilia che ci ospita e al suo Presidente, alla Provincia di Trapani e al suo Presidente, alla città di Trapani e al suo Sindaco e anche al Sindaco di Mazzara del Vallo che è qui presente. E un saluto naturalmente al Sottosegretario Milone, al Generale Abrate, al Generale Bernardis, all’Ammiraglio Branciforte e al Generale Graziano.

L’operazione “Unfied Protector” a cui avete partecipato è un’operazione che è stata decisa dalle Nazioni Unite, quindi è un’operazione che la Comunità internazionale ha deciso per proteggere la popolazione civile libica da una repressione violenta da parte del regime di Gheddafi.

A questa operazione determinata dalle Nazioni Unite, e quindi dalla Comunità internazionale tutta, ha risposto la Comunità internazionale attraverso lo strumento dell’Alleanza Atlantica, con i paesi partner che si sono associati all’Alleanza Atlantica, e naturalmente, non potrebbe essere che così, ha risposto l’Italia.

E l’Italia ha risposto tramite Voi.

Voi avete fatto un grande lavoro, questo l’ha ricordato benissimo il Generale Abrate, citando uno per uno i reparti, le Unità che sono intervenute. Mi associo totalmente a ciò che il Generale Abrate ha detto. Un grazie sincero per la professionalità, l’agilità con cui avete risposto in tempi brevissimi alla chiamata della Comunità internazionale, del Governo e del Parlamento. E’ però questo, niente meno di questo, ciò che si aspetta il Paese, si aspetta il Governo e si aspetta il Parlamento così come Voi avete il diritto di aspettarvi da noi, dal Governo, dal Parlamento e dal Paese attenzione e rispetto e gratitudine. Voi avete il dovere di fornire al Paese, al Parlamento e al Governo la vostra professionalità, la vostra capacità, il vostro impegno. E per questo vi ringrazio. Ma al contempo, ricordiamoci tutti che è vostro merito ma anche vostro dovere saper fornire operatività al Paese.

La professione militare è una professione, è una vocazione. Non è un’occupazione. E, se è una professione, vuol dire che ciascuno di voi deve professionalmente sentirsi impegnato a fornire la propria capacità al servizio del Paese. Quindi il mio grazie è sincero, ma nel contempo è anche un richiamo al dovere che avete, che abbiamo, di dare al Paese ciò di cui il Paese ha bisogno.

La realtà di oggi è una realtà dominata dalle imprevedibilità. Nessuno aveva previsto la Libia, nessuno aveva previsto che l’Italia sarebbe intervenuta in un’operazione sulla Libia, insieme ai nostri alleati, non solo quelli tradizionali, atlantici, europei, ma anche con paesi del mondo arabo, e che li ospitassimo nelle nostre basi per operare insieme a noi.

Quindi una prova di flessibilità eccezionale e su questo ancora una volta vi dico: “Grazie!”, ma ancora una volta vi dico: “niente di meno di questo ci aspettiamo da Voi” e siccome le sfide sono imprevedibili, noi dobbiamo reagire con agilità all’imprevedibilità.

Oggi, il nostro Paese, l’Italia, sta affrontando una sfida di primissimo livello ed è una sfida della crisi finanziaria ed economica che ha interessato tutto il mondo, che ha interessato tutta l’Europa, ma che ha interessato certamente l’Italia in particolare.

Lo sapete, in questo momento, il Parlamento si appresta a votare la nuova Legge: il cosiddetto “Decreto salva Italia”. E di questa realtà dobbiamo tener conto. Oggi salvare l’Italia, come dice il Presidente Monti, è il contributo a salvare l’Europa, è il contributo a salvare il nostro futuro, il vostro futuro ed il futuro di quelli che verranno dopo di voi.

E in questa realtà ciascuno, come cittadino, ma anche come appartenente all’Istituzione delle Forze Armate, che per eccellenza è un’Istituzione al servizio del Paese, deve contribuire con la sua parte. Nessuno si può sottrarre e nessuno può ignorare questa realtà. So che voi non lo farete. E questo è il richiamo alla necessità di cambiare. Siamo in Sicilia, nella terra del Gattopardo, ma io voglio invertire la famosa frase del Principe di SalinaChe tutto cambi perché nulla cambi”. No! Deve cambiare ciò che è giusto, perché cambi ciò che è giusto. L’unica cosa che non deve cambiare sono la nostra etica professionale, la vostra etica professionale, la vostra operatività, la nostra operatività. Quello non deve cambiare. E siccome l’etica è un valore e l’operatività è un dovere, questa deve essere messa in coerenza con le risorse che il Paese e quindi il Parlamento – espressione del Paese – mette a disposizione del sistema Difesa, dello strumento militare, delle Forze Armate. Io vedo, in Italia e all’estero, che esprimiamo straordinarie capacità operative. Ci sono, e sono realtà, ma per mantenerle, per incrementarle, per fare sì che voi e quelli che verranno dopo di voi possano, in una nuova operazione, come quella che vi ha visto protagonisti per la Libia, essere altrettanto efficaci ed essere all’altezza dei propri partner europei ed atlantici, bisogna saper affrontare la realtà. E la realtà oggi impone una revisione del nostro strumento per conservare ciò che conta, ciò che il Paese si aspetta da voi, ciò che noi dobbiamo al Paese: operatività, professionalità, impegno. Questo è il senso del cambiamento, nulla di meno e nulla di più. Sono sicuro che lo comprendete. Sono sicuro che – come è sempre stata tradizione delle Forze Armate di questo Paese – sarete propulsori del cambiamento.

Vi ringrazio per quello che avete fatto. Vi ringrazio per quello che farete.
Viva le Forze Armate!
Viva l’Italia!


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