Di Gabriella Maddaloni. La Libia è una nazione messa ormai a ferro e fuocodagli scontri armati che vedono contrapporsi le forze governative contro i vari gruppi armati islamici. Tripoli, la capitale, conta attualmente quasi 100 morti e 400 feriti solo nelle ultime 2 settimane, e c’è attualmente in gioco il controllo dell’aeroporto internazionale da parte delle fazioni sopracitate.
Gli stranieri presenti nel Paese non si sentono più al sicuro, e così chiedono alle rispettive ambasciate o consolati di poter rientrare in patria al più presto e “in tutta sicurezza”. Non fa eccezione l’Italia, che in tal senso ha sviluppato un piano di “tutela” per i nostri connazionali presenti in Libia.
Informa la Farnesina in una nota: “Di fronte dell’aggravarsi della crisi in Libia, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha disposto da giorni un piano di tutela dei connazionali nelle zone più a rischio, che attraverso l’ambasciata a Tripoli e in raccordo con l’Unità di crisi, aveva già attivato un monitoraggio della presenza italiana nel Paese. Sono più di 100 quelli trasferiti fuori dai confini libici negli ultimi giorni. L’uscita dalla Libia è avvenuta con convogli via terra verso la Tunisia e con il ricorso a velivoli dedicati disposti dall’unita di crisi, uno dei quali è partito proprio questa mattina, grazie al concorso della nostra aeronautica militare, con destinazione Pisa”.
La nota aggiunge anche che “il rientro va avanti da giorni in modo tranquillo. Su richiesta di alcuni governi l’Italia si è occupata anche del trasferimento di persone di nazionalità diversa”. Preoccupati dalla situazione che va precipitando per via della guerra civile, anche altre nazioni come Gran Bretagna, Francia, Germania e Olanda stanno invitando i propri connazionali a lasciare la Libia quanto prima.
La situazione è critica non solo a Tripoli, ma anche a Bengasi, in Cirenaica, dove solo oggi ci sono stati ben 38 morti durante gli scontri armati tra truppe regolari e gruppi armati islamici. Il sito della Farnesina “Viaggiare Sicuri” sconsiglia perciò “tassativamente” di viaggiare in quei luoghi, anche se, come sottolinea la Farnesina stessa, “la nostra ambasciata a Tripoli resta aperta, operativa e sempre contattabile”.