Da venerdì scorso internet tace o quasi in tutta la Libia, come evidenzia il report di Google. E’ cambiata la tattica del regime di Gheddafi, che nei primi giorni della rivolta popolare aveva aperto e chiuso la rete a intermittenza. Adesso il blocco è selettivo, fa notare la società specializzata Renesys, perché una manciata di indirizzi IP risulta attiva, così come alcuni accessi a YouTube. Internet, insomma, viene usata dalla macchina della propaganda.
Il report di Google sul blackout della rete in Libia
Gli uomini del dittatore libico hanno fatto tesoro della lezione egiziana. Mubarak aveva chiuso del tutto internet, danneggiando così anche i siti governativi. A Tripoli l’approccio è più subdolo e intelligente. Si apre la rete quando fa comodo al regime e poi la si richiude. Un intervento ad hoc su BGP (Border Gateway Protocol) e DNS (Domain Name Server).Â
Certo, in Libia è tutto più facile, perché  - a differenza dell’Egitto – solo una piccola parte della popolazione ha accesso a internet.Â
I dittatori, che hanno molta paura della rete, continuano a fare prove generali di blackout. Â
Fonti: Google, Renesys, Le Monde
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