Fonti ospedaliere riferiscono di 24 morti e 150 feriti, si aggrava quindi il bilancio degli scontri avvenuti a Bengasi, in Libia. Gli scontri sono avvenuti tra gruppi estremisti islamici e forze guidate dall’ex generale
Khalifa Haftar, vecchio comandante della ribellione anti Gheddafi del 2011, ora capo di un esercito paramilitare dotato di aerei e elicotteri che hanno effettuato pesanti attacchi nella città.
Gli uomini fedeli al generale Khalifa Haftar hanno attaccato, con raid aerei, le postazioni delle milizie islamiche e hanno bombardato caserme occupate da gruppi di miliziani islamisti.
Le informazioni sono state date da alcuni membri del governo che hanno chiesto l’anonimato per paura di ritorsioni.
Mohammed al-Hegazi, portavoce del generale, ha dichiarato alla tv di stato che altre unità militari si sono radunate sotto il comando di Haftar, e ha inoltre affermato che il generale è sempre più determinato a continuare l’attacco contro le milizie integraliste islamiche a Bengasi, e che questo continuerà fin quando la città non sarà ripulita dai terroristi.
I bombardamenti e gli scontri a fuoco di ieri nel centro della città hanno causato molti morti, il centro medico di Bengasi ha dichiarato di aver ricevuto 11 morti e 20 feriti, mentre l’ospedale di Al-Jala ha ricoverato 40 feriti, l’ospedale di Al-Marj, ha dichiarato un bilancio di 4 morti e 60 feriti.
Le autorità libiche hanno chiuso l’aeroporto di Bengasi, dopo che nella città si sono registrati numerosi morti e altrettanto feriti. “Abbiamo chiuso l’aeroporto per la sicurezza dei passeggeri perché ci sono scontri in città e riaprirà solo quando le condizioni lo consentiranno”, ha riferito Ibrahim Farkash, direttore dello scalo Benina di Bengasi.
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