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«Quello che io voglio dire può essere espresso anche in un altro modo: l’amore per il libro è proprio di colui che se ne sta seduto alla sera nella sua stanza, mentre intorno è silenzio – presupposto, ovviamente, che intorno a lui, al fortunato, sia veramente silenzio – ed ecco che, improvvisamente, i libri presenti nella stanza diventano per lui come esseri viventi. Singolarmente viventi. Oggetti piccoli, eppure pieni di mondo. Che stanno lì senza muoversi e senza far rumore, e tuttavia pronti in ogni momento ad aprire le proprie pagine e a cominciare un dialogo che racconta del passato, che rimanda al futuro o che invoca l’eternità, e tanto più inesauribile, quanto più ne sa attingere colui che ad essi si avvicina.»
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[Romano Guardini, Elogio del libro]