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Libretto rosso (Quotations from Chairman) – Mao Tse-tung

Creato il 02 maggio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

2 maggio 2013 Lascia un commento

Quotations from Mao Tse-Tung
"Se io nel mio ufficio di Pechino appendo alla parete un vecchio ritratto di Mao, nessun visitatore occidentale reagira’ con un moto di orrore e di sdegno. Mentre se fossi corrispondente a Berlino e avessi un ritratto di Hitler dietro la scrivania verrei giustamente messo all’indice come un estremista o uno squilibrato."
In questa breve, in fondo banale considerazione di Federico Rampini da "L’ombra di Mao" v’e’ racchiusa la piu’ grave idiosincrasia dell’Occidente nel XX secolo, un orrore ideologico del quale gli uomini del nostro tempo dovranno rispondere alle generazioni future. Trovo inspiegabile come una semplice verita’ come questa sfugga ancora ai piu’ o meglio trovo che la ragione del silenzio sia da attribuirsi ai tanti maoisti della prima ora che oggi ai posti di comando, stendono un pietoso silenzio sul loro tragico passato ben sapendo che la storia e la loro coscienza, ovviamente per quei pochi che ne hanno una, ha gia’ provveduto a condannarli.
Ho desiderato leggere, voluto capire una ragione forte per la quale un individuo colpevole dello sterminio di decine di milioni di esseri umani ha tenuto in scacco per anni intere nazioni e quale grande mistero fosse contenuto nel "Libretto rosso". Ho cercato l’impatto psicologico e intellettuale che ha spinto tante persone, alcune dotate in apparenza anche d’intelligenza, ad adottare anche per loro il pensiero unico.
Ho voluto andare oltre, acquistando una versione bilingue, inglese-cinese, direttamente in Cina, edizione classica con copertina in plastica rossa, foto a colori di Mao all’interno. Formato tascabile facile da sventagliare nelle manifestazioni o come un breviario da consultare nei momenti di pausa e riflessione.
Diviso in capitoli tematici come "Il partito comunista", "Guerra e pace", "L’esercito popolare", "Eroismo rivoluzionario" o "Correggere le idee sbagliate", il libretto si compone di frammenti di libri, testi o discorsi pronunciati e trascritti da Mao dal 1927 al 1964, quindi dagli anni antecedenti la lunga marcia sino alle soglie della rivoluzione culturale del quale il libro divenne arma ideologica.
Gli estratti piu’ rappresentativi e contestualizzati all’argomento del capitolo vanno quindi a formare il complesso del testo che pretende e per molti versi e’ riuscito ad abbracciare ogni aspetto della vita di tutti i giorni, fornendo linee guida sulle quali edificare una condotta civile e politica. Ora, senza entrare nel contesto del testo in senso stretto, argomento estremamente interessante ma che trascende il senso della recensione che intendo fare, cio’ che mi sorprende e’ la facilita’, la banalita’ che talvolta pervade idee semplici e retoriche. Scrivere di essere gentili e rispettosi gli uni con gli altri e’ una tale ovvieta’ che trovo difficile pensare a qualcuno in estasi per questo.
Ancora piu’ banali seppur sottilmente pericolose sono concetti come "Anyone should be allowed to speak out, whoever he may be, so long as he is not a hostile element and does not make malicious attacks" o la piu’ generale e rappresentativa "History shows that wars are divided into two kinds, just and unjust", tragici grimaldelli per giustificare qualunque scempio perpetrabile sulla base della propria ideologia ("Bene") e quella degli altri ("Male"). Tutto qui.
Ecco come nascono "i senza se e senza ma", ecco le fondamenta della dittatura spacciata per democrazia.
Ripeto, trovo incredibile che su queste basi si sia pensato di costruire un pensiero filosofico che potesse evolversi diversamente da un regime totalitario e sanguinario ma evidentemente qualcuno e’ stato tanto cieco da provarci, franando miserevolmente, come del resto poteva solo essere.
La montagna maoista ha partorito un topolino rosso infine ma e’ importante essere testimoni in prima persona per meglio giudicare e come la piccola parte di veleno che immunizza, da assumere in piccole dosi quotidiane.
Lettura consigliata quindi per una risata liberatoria da dedicare al marxista a piede libero e una prece per gli uomini uccisi da queste parole.
"We Communists are like seeds and the people are like the soil.
Wherever we go, we must unite with the people, take root and blossom among them."


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