“Tra tutti i modi di procurarsi dei libri, il più glorioso viene considerato quello di scriverseli da sé. Alcuni di voi a questo punto si ricorderanno con piacere della grande biblioteca che Wuz, il povero maestrino di scuola di Jean Paul, si procurò con l’andar del tempo, scrivendosi da sé tutte le opere che, letto il titolo nel catalogo della Fiera, lo avevano interessato e che non poteva permettersi di comprare. In verità gli scrittori sono persone che scrivono libri non per povertà, ma per insoddisfazione verso quelli che potrebbero comprare e che a loro non piacciono. Questa, signore e signori, la riterrete una definizione assai bizzarra dello scrittore; bizzarro però è tutto quel che vien detto dall’angolo di visuale di un autentico collezionista. Tra i modi correnti d’acquisto, il più abile, per il collezionista, sarebbe il prenderli in prestito con acclusa la non restituzione. Colui che prende in prestito libri di grande formato, per come l’ho sotto gli occhi, si dimostra un incallito bibliomane forse non esclusivamente per il fervore con cui custodisce il tesoro messo al sicuro e per la sordità con cui accoglie le sollecitazioni provenienti dalla banale quotidianità della vita regolata dal diritto, ma assai di più per il fatto che anche lui i libri non li legge. Se voi volete credere alla mia esperienza, mi è accaduto più di frequente che qualcuno mi riportasse un libro dato in prestito, senza che lo avesse letto. E questa - mi chiederete - sarebbe una caratteristica del collezionista: quella di non leggere libri? Questa sí che sarebbe una novità. No. Gli esperti vi confermeranno che si tratta di un’abitudine antichissima e a questo proposito mi basta citare la risposta che di nuovo France teneva in serbo per il borghesuccio che ammirava la sua biblioteca, per concludere poi con la domanda obbligata: «E questi lei se li è letti tutti, signor France? - Nemmeno un decimo. Forse che lei pranza tutti i giorni con il suo servizio di Sèvres?»”
- Walter Benjamin - da "Spacchettando la mia biblioteca" (1931) -