i LIBRI
“22/11/'63” di Stephen KingKing racconta (a modo suo) l'omicidio di Kennedy. La ricostruzione degli eventi e la scoperta degli eventuali misteri è appassionante, ma vi consiglio di guardare altrove tra le righe del romanzo per emozionarvi e sentirvi coinvolti nella vita del protagonista. Quell'altrove è la descrizione degli Stati Uniti degli anni Sessanta, che in King diventano una realtà parallela dove poter far crescere le proprie speranze e riparare i propri fallimenti.
“Al tempo di papà” di Jiro TaniguchiQuesto è l'anno dei fumetti al cinema e, di riflesso, si è ricominciato anche a leggere i fumetti di carta. Lasciamo un attimo da parte i supereroi e seguiamo le vicende di un quarantenne giapponese che è chiamato a ricostruire l'idea della propria infanzia dopo la morte del padre. Giusto per convincere gli scettici che un grande fumetto vale tanto quanto un grande romanzo.
“Racconti dell'Ohio” di Sherwood AndersonL'estate serve anche per recuperare qualche classico. Soprattutto se è un classico poco conosciuto come questo libro di Anderson pubblicato nel 1919. Ventidue capitoli per ventidue storie per ventidue personaggi che raccontano delle proprie angosce, dei propri sogni irrealizzati (e irrealizzabili). L'America è alla ricerca della felicità. Una felicità che sembra essere solo nell'altrove.
“Il giardino dei versi” di Robert Louis StevensonSe avete poco tempo da passare sotto l'ombrellone perchè preferite l'acqua del mare, fate affidamento su questo libricino di poesie per bambini. Forse il libro che non ci si aspetta da Robert Louis Stevenson, ma sicuramente un libro che si farà ricordare per l'elegante leggerezza con cui ci racconta l'infinita potenza dell'immaginazione.
“Tutto quello che fa male ti fa bene” di Steven JohnsonLa tv fa male. I videogiochi fanno male. Fa male anche il computer e internet. Insomma, a conti fatti dovete essere dei genitori noiosi se dite ai vostri figli che solo I libri sono il bene e che tutto il resto è il male. Leggete questo libro di Steven Johnson e magari I vostri figli avranno una ragione in meno per odiarvi quando compiranno quindici anni.
i FILM
“This must be the place” di Paolo SorrentinoLo dico subito: magari l'esordio americano di Sorrentino non è così bello come si sperava, però rimane un film enorme, ricco di riflessioni interessanti sull'uomo e sul cinema. Sorrentino è pop, ma in una maniera tutta napoletana: confonde le carte in tavola, miscela gli ingredienti e crea strani mix apparentemente inconciliabili (una rockstar che diventa cacciatore di ex-nazisti), riuscendo a non perdere di vista l'umanità dei suoi personaggi. Quello della ex-rockstar Cheyenne non è proprio un viaggio con ombrellone sottobraccio e infradito ai piedi, ma nel film ci sono comunque due piscine (una piena e una vuota).
“Easy girl” di Will GluckFa ridere (ma nel modo giusto). E' romantica (ma nel modo giusto). La protagonista è una bella ragazza (ma bella nel modo giusto). Recuperate questa commedia di qualche anno fa e non scontenterete nessuno anche se siete in compagnia. Tra citazioni (dovute) a John Hughes, canzoncine ammorbanti e un poco di timido cinismo, “Easy girl” non farà fatica a conquistarvi. Ma sforzatevi un pò e guardatelo in lingua originale, perchè la voce di Emma Stone è più bella.
“L'ultimo terrestre” di Gian Alfonso PacinottiSi parlava poco fa di fumetti. Questo è invece il film d'esordio di un fumettista italiano, Gipi. Qui si firma con il suo nome normale, prende spunto dal libro di un collega, e fa un film sulla fine del mondo. Un uomo anziano viene accudito da una badante aliena, mentre suo figlio si sente sempre più alieno nel mondo in cui vive. L'alieno arrivato sulla Terra è pronto a ridarci un cuore e una nuova possibilità, ma non è un'operazione indolore.
“I Muppet” di James BobinVolendo essere poco entusiasti, dovremmo definire questo film un capolavoro. Ma siccome di solito i capolavori sono film noiosi, tedeschi e lunghi tre ore (se avete voglia recuperatevi anche il “Faust” di Sokurov), dobbiamo usare parole meno entusiaste per parlare del ritorno in sala dei celebri pupazzi di Jim Henson. In realtà, “I Muppet” è davvero un capolavoro nel suo essere al contempo vintage e moderno, demenziale e profondo, citazionista e originale. In realtà di questo film nemmeno dovrei parlare. Guardatelo e basta.
“Breaking bad” di Vince GilliganImbroglio. Non è un film ma una serie tv. Siete a casa per due settimane: quale momento migliore per recuperare le quattro stagioni di “Breaking bad” e prendere in volata l'inizio della quinta? Cancellate la prenotazione dell'hotel, rinunciate all'abbronzatura. Insomma, smettete di vivere e seguita la storia di Walter White, professore di chimica che, dopo aver scoperto di avere un tumore, comincia a cucinare metanfetamine in modo da dare alla sua famiglia sostegno economico anche dopo la sua morte. In realtà le cose poi gli sfuggono di mano e si faranno sempre più complicate. E' la migliore serie televisiva dall'invenzione della televisione (“Lost” buuuuuu), quindi direi che vale la pena sacrificare le ferie d'agosto.
...e come sempre Matteo ci ha stupiti... ma noi ci permettiamo di suggerire di leggere i suoi LIBRI :In ogni parola c'è un suono meccanico Ghiaccioli sciolti - Poesie conservate maleOctopus's garden - Il cinema dei Beatles
mentre le sue recensioni dei FILM potete trovarle qui:
http://www.pellicolascaduta.it/wordpress/ http://www.rapportoconfidenziale.org/o la sua nuova raccolta di Poesie Felici Vacanze da Iniziativa 21058