Perché il collettivo si autodefinisce “beffardo”? Per il carattere stesso del progetto, che intende proporre alla gente i suoi stessi scarti. Un'idea originale e anche utile, che prende in considerazione due fondamentali punti: il primo di natura strettamente editoriale, riguardante i costi per l'assembramento di un volume, il secondo d'importanza etica, per quanto concerne le ripercussioni sull'ecosistema. Come specificato sul sito di Libri Finti Clandestini, nessun diritto è riservato: ogni parte del progetto può essere «diffusa con qualsiasi mezzo, fotocopie, microfilm o altro, scritta, cantata o recitata nelle feste di paese, raccontata ai bambini o dipinta sui muri», poiché, alla fine, ogni libro rappresenta un unicum nel suo genere e, pertanto, non è riproducibile esattamente allo stesso modo del prototipo.
Non è tutto: sarà una scelta di chi acquista il nuovo libro decidere quale sarà la sua funzione, se conservarlo come puro oggetto da collezione, oppure se impiegarlo in altro modo. Insomma, un prodotto innovativo che risorge (con nuove caratteristiche) dalle proprie ceneri, come un'araba fenice, grazie al recupero e al riutilizzo che ne evitano l'oblio e la morte; in più, ciò che prima aveva un solo scopo, in seguito può ricoprirne diversi, a discrezione di chi sceglierà di usufruirne. Miracoli della cultura che incontra il design.
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