Libri, intervista a Carla Palone di Gelsorosso

Creato il 28 gennaio 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

“Un tempo eravamo noi ad elemosinare visibilità. Oggi sono i media a parlare di noi e le fiere a richiedere la nostra presenza. Segno che, passo dopo passo, stiamo centrando il nostro obiettivo: portare la Puglia fuori dai confini nazionali attraverso la cultura”.

A parlare così è Carla Palone, trentaquattro anni, studi all’Accademia di Belle Arti, figlia del fondatore di una nota azienda di arti grafiche del capoluogo pugliese che, a 22 anni, inaugura la sua prima personale di arte fotografica a Bari e ne organizza altre collettive sul territorio nazionale.

Carla sognava di fare la gallerista La sua passione è sempre stata la fotografia. Ama riprendere gli oggetti in movimento, in particolare le automobili. “Forse – spiega – perché il moto perpetuo è uno dei miei segni particolari. L’altro è  l’entusiasmo, che, da qualche mio concorrente, è scambiato per incoscienza, associata alla giovane età. Sì, perché a 34 anni mi considerano molto giovane per fare l’editore. E questa cosa mi fa innervosire. Si pensa che giovane sia sinonimo di inesperto, impreparato, incapace. Ma forse a muovere qualche lingua, qui in Puglia, è l’invidia. Certo, ho fondato la casa editrice Gelsorosso www.gelsorosso.it    all’età di 26 anni, ma credo di aver dimostrato intanto di essere determinata e poi di non aver bisogno di appoggi. La concorrenza è spietata, ma ritengo che la nostra professionalità ci stia ricompensando”.

Carla in effetti non si è mai arresa, neanche quando ha perso l’amato padre, romano, morto per una malattia a 54 anni, e dopo tre mesi  dall’apertura di Gelsorosso

“E’ stato un periodo terribile – dice – perché è stato lui ad insegnarmi che nella vita bisogna osare. Ha sempre avuto fiducia in me. Ricordo che quando avevo 18 anni mi dette le chiavi della sua macchina, un’auto di grossa cilindrata, perché voleva che provassi e vincessi la paura di guidare. Perderlo ha scavato un buco immenso dentro di me. Ma dopo alcune settimane dalla sua morte mi sono fatta forza e ho ripreso in mano le sorti dell’azienda. La casa editrice l’ha voluta lui. Quindi non l’ho mai mollata, anche se, ripeto, ci sono stati periodi di grande sofferenza e oggi devo fare i salti mortali per conciliare famiglia e lavoro.  Tante volte torno a casa alle dieci di sera sfinita. ma felice.  Dedico tanta cura ai libri – mi occupo anche della grafica e dell’amministrazione – e, soprattutto, agli autori, che mi piace guardare negli occhi, quando vengono da me. Decido di pubblicare solo se mi trasmettono qualcosa. Ahimè, mi lascio guidare dal mio intuito. Ammetto, comunque, che  il resto del fiuto me  lo presta la mia squadra, tutta al femminile”.

Gelsorosso, dal nome di un frutto Mediterraneo, che per Carla deve dare l’idea di qualcosa di caldo, profumato e inebriante, è stata la prima casa editrice in Puglia ad affidarsi al booktrailer e ha in cantiere tanti progetti.

“Ad ottobre – aggiunge – abbiamo presentato a Londra il primo e più completo reportage fotografico e letterario sulla Notte della Taranta a Melpignano, curato da Tony Rizzo, intitolato Obiettivo Taranta. Nel 2010 abbiamo pubblicato un libro, presentato in Argentina, dal titolo: “I cento itinerari più due in Puglia”, in collaborazione con l’Università di Buenos Aires. Tra pochi mesi porteremo a New York il volume Il Fotografo, il Santo e la città, una raccolta di immagine bellissime di Padre Pio, curato da Patrizia Mastrorilli, figlia del fotografo ufficiale Gaetano. Come vede, andiamo avanti, convinte che oggi in tanti riconoscono il nostro impegno. Ora cerchiamo di confrontarci con le case pugliesi blasonate, quelle che sono conosciute a livello nazionale, ma che forse mancano di quell’entusiasmo, riconoscibile solo in chi dà spazio e fiducia ai giovani. O pseudo tali. Per tante realtà pugliesi il ricambio generazionale è ancora un oggetto misterioso”.

  Cinzia Ficco


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