Molti di voi avranno probabilmente avuto modo di vedere il film Hysteria, uscito qualche tempo fa con protagoniste, fra gli altri, Maggie Gyllenhaal e Rachel Weisz. Non ho visto quel film perché la critica ha preceduto la visione facendomene passare la voglia: ho però approfondito le ricerche riguardanti l’isteria per svariate motivazioni e sono giunta a questo corposo testo di Didi-Huberman che ne parla in maniera analitica ed approfondita.
Il titolo del libro è L’invenzione dell’isteria e riguarda, nello specifico, le ricerche che Charcot (a tutti gli effetti, colui che teorizzò il concetto approssimato, sino a quel momento, di isteria) fece all’interno dell’ospedale universitario / manicomio della Salpetriére sul finire dell’ottocento e che furono corredate da una ricchissima documentazione fotografica di dubbia veridicità ma estremamente affascinante per scoprire qualcosa in più sulla vita e sul pensiero degli uomini di scienza del 19° secolo.
Il testo di Huberman contiene un buon numero di quelle immagini fotografiche: donne malate, deformi o semplicemente problematiche che posano, talvolta seminude, di fronte all’obiettivo delle macchine fotografiche a lenta esposizione di un dottore improvvisatosi fotografo: un esame curioso del rapporto voyeuristico che inevitabilmente doveva andare instaurandosi fra soggetto osservatore e soggetto osservato. Rapporto che può ravvisarsi negli sguardi spesso ammicanti, spesso complici, delle donne fotografate e che reputo il cardine di una mentalità androcentrica fortissima all’epoca e apparentemente sopita nella società presunta evoluta nella quale viviamo oggi.
Questo libro è un documento appassionante e curioso, nonché uno scrupoloso approfondimento su uno dei temi più controversi e meno osservati della storia: l’invenzione di un disturbo mentale determinata dai bisogni di autodeterminazione del maschio alfa.
Una delle pazienti di Charcot, la più nota e la più fotografata, Augustine.
Il testo si trova con una certa difficoltà: su IBS, però, è disponibile (anche se tarda leggermente rispetto ai tre giorni dichiarati) e costa 35,70 euro anziché 42 euro. Prezzo non modico ma che vale totalmente la spesa, se vi appassiona la mente umana.
