La trama. La vita e le vicende della famiglia Arcuri si svolgono nel corso degli anni e delle generazioni tra Spillace, paesino della Calabria a pochi chilometri dal Mar Jonio, e il Rossarco, altura ricoperta da distese di sulla, di ginestra e di campi di grano, ricca di boschi, di vigneti e di alberi da frutto. Il vento che soffia costante ne espande il profumo intenso, inebriante e avvolgente come un abbraccio.
E’ attraverso i racconti del padre Michelangelo che Rino, il più giovane degli Arcuri, viene a conoscenza di alcuni episodi del passato che riguardano la vita dei suoi familiari: il bisnonno Alberto, patriarca e proprietario del Rossarco, il nonno Arturo il solo di tre fratelli sopravvissuto alla Grande Guerra, suo padre lo “studiato” del Paese che diventa maestro e sposa una “Torinèsia”.
Le figure femminili, donne forti e coraggiose, sono sempre al fianco dei mariti o dei figli nel bene e nel male per preservare la loro proprietà dalle prepotenze del Podestà don Lico prima e di alcuni speculatori edilizi poi. Sono disposte a lavorare duramente per mantenere “vivo” il Rossarco la cui terra, impregnata del sangue di morti ammazzati, custodisce i resti di un’antica civiltà e il più grande segreto della famiglia Arcuri”.
Giudizio. “La collina del vento” non ha bisogno di una lunga presentazione perché è un libro che trovo giusto si “sveli” da solo pagina dopo pagina ad ogni singolo lettore. E’ un libro che una volta terminato ti fa venire voglia di ricominciarlo; parla dell’amore dei protagonisti per la loro terra, per qualcuno più forte di quello per la propria famiglia,
E’ un libro che profuma di Calabria, di mare, di sole e di agrumi. Davanti agli occhi hai il giallo del grano e della ginestra, il verde dei boschi e il rosso dei fiori di sulla che ondeggiano al vento, quel vento che soffia sempre e che asciuga il sudore di chi lavora la terra e le lacrime di gioia per il ritorno di chi è stato lontano e per le nuove vite, o di dolore di chi piange i propri morti o un amore mai nato.”
“La collina del vento” di Carmine Abate – 2012 Mondadori. Vincitore Premio Campiello 50^ edizione
A cura di Donatella Amaglio